Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 17/09/2023, a pag.18, con il titolo "'La protesta ormai è trasversale il regime è destinato a cadere'", l'intervista di Danilo Ceccarelli.
Marjane Satrapi
La copertina (Rizzoli Lizard)
«Il regime iraniano cadrà, questo è sicuro». Marjane Satrapi lo dice con tono quasi serafico mentre dietro di lei continua ad allungarsi la fila per il firmacopie di "Donna, vita, libertà" (Rizzoli Lizard). Il libro, presentato ieri a Parigi, è il frutto della collaborazione tra artisti internazionali e tre specialisti dell'Iran (il politologo Farid Vahid, il giornalista Jean-Pierre Perrin, lo storico Abbas Milani), che hanno collaborato sotto la guida dell'illustratrice franco-iraniana per raccontare il movimento di protesta nato dopo la morte di Mahsa Amini, la giovane che un anno fa ha perso la vita dopo essere stata arrestata a causa del velo indossato male. «È stata la goccia di troppo», spiega l'autrice della graphic novel autobiografica Persepolis, spiegando che le rivolte «riguardano tutto il Paese, non solo le donne».
Signora Satrapi, cosa è cambiato in Iran a un anno dall'inizio delle proteste? «C'è stata una rottura tra popolo e Stato. Visto quanto accaduto negli altri Paesi limitrofi negli anni passati, per molto tempo si è temuto che una contestazione troppo radicale e il conseguente crollo del regime avrebbero potuto far cadere il Paese nel caos. Per questo si parlava di riforme e di altre misure mirate. Ma adesso la gente rifiuta la Repubblica islamica tout court. Il cambiamento più importante consiste nel fatto che gli iraniani vogliono la scomparsa del regime».
Quindi la vera novità di questo movimento sta nel suo essere trasversale all'interno della popolazione? «Prima il dissenso veniva dalle classi medie e da quelle più agiate nelle grandi città. Le fasce più modeste sono scese in strada giusto quando c'è stato l'aumento dei prezzi del carburante. Ma se adesso dovessimo prendere la cartina dell'Iran e segnare ogni punto in cui avvengono manifestazioni e cortei vedremmo come la protesta si sia estesa su tutto il territorio, anche nelle zone più remote. Il muro della paura ormai è caduto».
Con la morte di Mahsa Amini è cominciato un movimento femminile supportato da molti uomini. «Una rivoluzione femminista può realizzarsi solo con il sostegno degli uomini. C'è bisogno della società intera ed è proprio quello che sta accadendo in Iran. Anche io a dieci anni ero obbligata a portare il velo e ogni volta che chiedevo spiegazioni sui motivi di una simile imposizione mi veniva detto che i capelli potevano eccitare gli uomini. Questo vuole dire che a quell'età le donne sono già viste come un oggetto sessuale. Quando si dice a una donna di coprire i capelli si insulta prima di tutto l'uomo. Ho visto maschi cantare slogan durante i cortei come ad esempio "La donna iraniana è mia sorella, non mi eccita, è la mia amica". La popolazione maschile in Iran ha capito che in democrazia una metà della società non deve schiacciare l'altra».
Qual è il messaggio veicolato in "Donna, vita, libertà"? «L'obiettivo è quello di far capire al pubblico cosa accade veramente oggi in Iran. Con tutte le informazioni che circolano sull'argomento è difficile dare una prospettiva storica. Abbiamo quindi riunito degli ottimi disegnatori che hanno collaborato con alcuni esperti per realizzare questo libro. Perché, alla fine, nessun atto viene compiuto nel mondo senza che venga accompagnato dalle parole. Prima c'è la parola, poi l'azione».
Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante