Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 13/09/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.
Terremoto in Marocco, quasi 3.000 morti. [Misteriosamente] il governo accetta aiuti soltanto da quattro paesi [Spagna, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti e Qatar]. tg24.sky.it
Libia flagellata da un ciclone: 6.000 dispersi. Titolo del Giornale.
Leggo il libro di Giobbe e mi conduce a una dolorosa estasi; smetto di leggere e giro un’ora per la stanza, quasi in lacrime, e se non fosse per le orribili annotazioni del traduttore, forse, sarei felice. Fëdor Dostoevskij, Lettere, il Saggiatore 2020.
L’intelligence ucraina ha diffuso l’intercettazione della telefonata d’un soldato russo che esprime «terrore» per quella che definisce un’«enorme» forza di carri armati. [...] «Ho sentito che questi figli di puttana stanno preparando qualcosa», dice. «Be’, cazzo... 100 mila soldati, tre divisioni. Tutto questo sarà buttato dentro la Crimea. Vogliono riprendersela». repubblica.it
Tutti vogliamo raggiungere il successo e il lieto fine. Ma questo non è un film di un’ora e mezza. Questo è un contrattacco. Abbiamo perso molte persone. Non è un film a lieto fine. La vittoria è l’unica cosa che può portare alla liberazione dell’Ucraina e impedire alla Russia d’attaccare altri paesi: gli Stati baltici, la Polonia. Tutti noi stiamo rischiando di tornare all’Unione Sovietica. Volodymyr Zelensky (Ansa).
Il treno superblindato di Kim Jong-un è partito domenica sera da Pyongyang diretto in Russia. Dal web.
Bisogna fare ricorso a qualche rara fotografia pubblicata dai media di regime e a qualche report degli 007 per capire com’è fatto il treno della dinastia Kim. Interni bianchi, lunghi tavoli per le riunioni, monitor a schermo piatto alle pareti, computer portatili (forse Apple, Kim sarebbe un grande fan) e poltrone di pelle rosa, una suite per il Maresciallo. Il treno è lo stesso che utilizzava suo padre, Kim Jong-il. [Allora] trasportava aragoste e casse di costoso vino francese. Non si sa cosa faccia il figlio per nutrirsi e divertirsi a bordo, ma si sa che l’appetito del giovane Kim rivaleggia con quello del padre. Pare preferisca lo champagne Cristal, il formaggio svizzero, e il cognac Hennessy. Gianluca Modolo, Repubblica.
Kim Jong-un dallo zar: armi in cambio di cibo. Corriere della sera.
Kim Jong-un: il solo uomo grasso della Corea del Nord. Dal Web.
Giustizia post-bellica, lotta alla propaganda russa, diffusione degli allarmi missilistici [spiega Sarah-Masha Fainberg, un’esperta di droni e di politica russa in Medioriente di ritorno dall’Ucraina] sono sentieri tracciati da Israele e che l’Ucraina sta seguendo. [E allora] perché lei è arrabbiata con Israele? «Perché Gerusalemme mantiene una posizione ambigua sul conflitto. Solo pochi giorni fa la ministra russa per la Cultura Olga Lyubimova ha siglato un accordo con l’ambasciatore d’Israele a Mosca Alexander Ben Zvi per la produzione di film: in questo clima se lo potevano risparmiare. Io vorrei che fossimo apertamente schierati dalla parte giusta della storia». Daniel Mosseri, il Foglio.
[11 settembre 2001]. La sinistra italiana ha rimosso [...] quasi ogni riferimento alla matrice islamica [della strage di New York]. Il messaggio del Pd parla d’«un giorno di dolore per tutti, la cui memoria va tramandata per rinnovare l’impegno in favore della libertà, della pace e della democrazia». Ma che cosa tramandi, se non menzioni il terrorismo islamico e l’odio per l’Occidente che ha motivato l’attentato? Pietro Senaldi, Libero.
Bengalese maltratta [è dir poco] la moglie. Il pm: è la sua cultura, va assolto. Titolo del Corriere.
Siamo tutti uguali davanti alla legge, ma non davanti agli incaricati di applicarla. Stanislaw Jerzy Lec (dal web).
[Solo tre governi fa...]. Mentre in un’intervista al Washington Post Matteo Salvini definiva «legittima» l’annessione della Crimea alla Russia perché «avvenuta dopo un referendum», Luigi Di Maio firmava l’adesione dell’Italia al memorandum sul progetto cinese «Nuova via della seta», e insieme al dirigente 5stelle Alessandro Di Battista incontrava i vertici dei «gilet gialli», il movimento anti-establishment sceso nelle piazze francesi. Giuseppe Conte si definiva «orgogliosamente populista» e [...] nell’agosto del 2019, quando l’intesa tra 5stelle e Lega stava crollando a pezzi, Trump diffondeva un tweet a sostegno di «Giuseppi», destinato a diventare famoso, in cui lo definiva «un uomo pieno di talento». Antonio Talia, La stagione delle spie, Minimum Fax 2023.
Donald Trump? «Una salvezza per gli americani».Vladimir Putin? «Un grande uomo di Stato e di governo». E Jair Bolsonaro? «Un grande presidente brasiliano». Parole di Matteo Salvini, risalenti al 2019. dire.it
In un testo inedito (e profetico) del 2005 Giovanni Sartori scriveva: «Non è vero che il popolo ha sempre ragione. Spesso ha torto. Il principio della democrazia è che ha (il popolo, s’intende) il diritto di sbagliare. Ma se sbaglia troppo e troppo spesso, allora la democrazia è nei guai. Guai che oggi sono aggravati dalla incompetenza dei competenti. La democrazia doveva essere una ideocrazia e, come tale, deve essere capita. Invece è sempre più una repubblica di asini raglianti. E una democrazia spiegata e guidata da asini raglianti non può funzionare. Per ora, siamo salvati dal principio di legittimità. Ma fino a quando?» (La rappresentanza politica, Biblioteca del Senato). Vent’anni dopo, la domanda è sempre la stessa: fino a quando? Michele Magno, il Foglio.
Non è scontato che nel tiro alla fune fra sostenitori della libertà e tribù [populiste] la vittoria debba spettare ai primi. Ma se accadrà, sarà piacevole gettare nella pattumiera, insieme a tutte le fake news, anche la notizia dell’inevitabile declino della società occidentale. Angelo Panebianco, Corriere della sera.
A proposito di criminalità minorile: i ragazzi italiani commettono un terzo dei reati commessi dai ragazzi inglesi, un quarto di quelli commessi dai ragazzi tedeschi, un ottavo di quelli commessi dai ragazzi francesi. C’è davvero bisogno di chiamarla emergenza, e di costruirci sopra leggi per mettere i minorenni in carcere più spesso e più facilmente? Mattia Feltri, La Stampa.
È duro dire la verità quando nessuno vuol sentirsela dire. Roberto Gervaso.