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israele.net Rassegna Stampa
07.09.2023 Criminalità comune nella società araba israeliana: il vecchio trucco di incolpare sempre gli ebrei
Analisi di Stephen M. Flatow, da Israele.net

Testata: israele.net
Data: 07 settembre 2023
Pagina: 1
Autore: Stephen M. Flatow
Titolo: «Criminalità comune nella società araba israeliana: il vecchio trucco di incolpare sempre gli ebrei»
Criminalità comune nella società araba israeliana: il vecchio trucco di incolpare sempre gli ebrei
Analisi di Stephen M. Flatow, da Israele.net

Stephen M. Flatow Archives - JNS.org
Stephen M. Flatow

Criminalità comune nella società araba israeliana: il vecchio trucco di  incolpare sempre gli ebrei - Israele.net - Israele.net
La vignetta di Al-Hayat Al-Jadida che attribuisce a un complotto di Israele la piaga della criminalità comune fra gli arabi israeliani

Quando muore un arabo, la colpa deve essere per forza di un ebreo israeliano. Questo è ciò che vuole far credere al mondo l’Autorità Palestinese. Per questo ha aggiunto un nuovo aspetto raccapricciante alla tragica ondata di omicidi da criminalità comune che imperversa all’interno della comunità araba d’Israele: infatti, l’Autorità Palestinese promuove teorie che attribuiscano – l’avreste mai detto? – a un complotto di Israele la violenza criminale che dilaga fra gli arabi israeliani. Dall’inizio di quest’anno, più di 160 cittadini arabi israeliani sono stati assassinati da altri arabi. Per la maggior parte sono vittime della criminalità organizzata (guerre di bande e regolamenti di conti per il controllo del racket su imprenditori e commercianti e del traffico di armi, droga, prostituzione, appalti ecc. ndr). Ma ci sono anche i cosiddetti “delitti d’onore”: fanatici che uccidono donne e omosessuali per aver recato “disonore” alla famiglia trasgredendo le norme “morali” musulmane e tradizionali. E vi sono antiche faide tra clan rivali (il tutto coperto da una pesante cappa di omertà e ricatti ndr). Ma l’Autorità Palestinese afferma d’aver trovato il “vero” colpevole: Israele. Lo scorso 30 maggio il quotidiano dell’Autorità Palestinese Al-Hayat Al-Jadida annunciava che il governo israeliano ha deliberatamente “spostato le organizzazioni criminali fuori dalle città ebraiche e le ha impiantate nella società araba” come parte di un complotto volto a “sottomettere la forza di volontà araba a questa politica”. Ci devono essere non pochi governi nel mondo che sarebbero molto interessati a sapere come Israele riesca a “spostare” a piacere intere organizzazioni criminali da una città all’altra, un tipo di abilità che a molti potrebbe tornare davvero utile. C’è un’altra ragione che spiega il complotto israeliano, secondo Omar Hilmi al-Ghoul, già alto consigliere del primo ministro dell’Autorità Palestinese Salam Fayyad, ora editorialista di Al-Hayat Al-Jadida. A suo dire (lo ha scritto in un articolo del 3 giugno), si tratta di “una delle forme di pulizia etnica” intraprese da Israele: “un piano preordinato e sistematico dietro al quale sta lo stato profondo israeliano nelle città e cittadine palestinesi”. Questa follia – non c’è altro modo per definirla – è già diventata senso comune nei territori governati dall’Autorità Palestinese. “Nessuno è in disaccordo [nessuno!] sul fatto che il governo israeliano è responsabile del fenomeno della diffusione della violenza e dei crimini di omicidio nella società palestinese all’interno della Linea Verde – ha scritto il 7 giugno Al-Hayat Al-Jadida – Il chiaro obiettivo è quello di tormentare la società [araba] con i suoi problemi interni per renderla una società marginale e demolita”. Nella sua rubrica del giorno successivo, Omar Hilmi al-Ghoul ha ulteriormente elaborato la teoria del complotto. Le uccisioni di arabi israeliani, ha scritto, sono collegate al fatto che lo stato di Israele “è stato istituito allo scopo di trucidare e distruggere indiscriminatamente i membri del popolo arabo palestinese al fine di derubare la terra, la storia e la narrativa araba palestinese”. Il 12 giugno, l’agenzia di stampa dell’Autorità Palestinese WAFA riferiva che Israele “diffonde il conflitto” tra gli arabi israeliani al fine di “distruggere lo spirito di unità nella società palestinese: vuole che combattiate costantemente tra di voi”. Una vignetta apparsa quello stesso giorno su Al-Hayat Al-Jadida mostrava un brutto poliziotto israeliano che innaffia una pianta armata di coltello. Sulla pianta, la scritta: “società palestinese del 1948 (= all’interno di Israele ndr)”. Il 25 giugno è apparso sulla tv ufficiale dell’Autorità Palestinese un giornalista arabo-israeliano di nome Suheil Diab, il quale ha dichiarato che “la politica ufficiale israeliana è quella di intensificare ogni conflitto e ogni tensione nella popolazione palestinese: vogliono intensificare ogni conflitto interno, sia esso familiare, tribale o etnico”. Lungi dall’incalzare Diab, il conduttore del programma lo ha assecondato concordando sul fatto che Israele starebbe davvero cercando di “demolire la popolazione araba dell’interno (= in Israele ndr)”. Il 27 luglio, un altro programma della tv ufficiale dell’Autorità Palestinese ha visto la partecipazione di un “esperto di affari israeliani” di nome Tawfiq Abu Shomar, il quale ha affermato che “i crimini di omicidio” tra gli arabi israeliani “fanno parte della strategia organizzata, deliberata e pianificata della giudaizzazione”. Gli omicidi, ha annunciato Al-Hayat Al-Jadida il 5 agosto, vengono commessi da “forze sotto copertura” israeliane che operano insieme a “mafie, spacciatori di hashish e droga e collaborazionisti, gli strumenti delle forze di sicurezza israeliane”. Il giornale ha voluto chiarire che non è colpa solo dell’attuale governo israeliano. Tutti i “governi israeliani che si sono succeduti” hanno cospirato “per commettere vili atti di omicidio a buon mercato, al fine di raggiungere l’obiettivo dell’espulsione spontanea di civili palestinesi dalle loro città e villaggi”. Questo è ciò che afferma la voce ufficiale dell’”interlocutore di pace” di Israele (si ringrazia Palestine Media Watch per le traduzioni). Gli Accordi di pace Oslo Due del 1995, firmati da Israele e Olp/Autorità Palestinese, richiedono esplicitamente all’Autorità Palestinese di “astenersi dall’istigazione, compresa la propaganda ostile” contro Israele. Eppure, giorno dopo giorno, l’Autorità Palestinese istiga attivamente i suoi cittadini a credere che Israele si dedichi al massacro sistematico degli arabi israeliani come parte della sua segreta strategia genocida. Perché istiga? Semplice. Perché l’Autorità Palestinese vuole che gli arabi palestinesi odino profondamente Israele e gli ebrei. Quando si legge di casi terrificanti di istigazione anti-ebraica nel corso della storia passata, sembra incredibile che la gente potesse credere ad accuse demenziali come quella che gli ebrei avvelenerebbero i pozzi o impasterebbero le azzime pasquali col sangue di bambini cristiani. Come si può credere a panzane del genere? Ebbene, non c’è da stupirsi. Oggi l’Autorità Palestinese è attivamente impegnata nella diffusione della calunnia medievale del sangue nella versione del XXI secolo. Quando la comunità internazionale reagirà a questa vergogna?
 (Da: jns.org, 29.8.23)

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