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israele.net Rassegna Stampa
06.09.2023 Perché i razzi palestinesi in Cisgiordania sono una grave minaccia
Analisi di Stephen M. Flatow, da Israele.net

Testata: israele.net
Data: 06 settembre 2023
Pagina: 1
Autore: Stephen M. Flatow
Titolo: «Perché i razzi palestinesi in Cisgiordania sono una grave minaccia»
Perché i razzi palestinesi in Cisgiordania sono una grave minaccia
Analisi di Stephen M. Flatow, da Israele.net

Stephen M. Flatow Archives - JNS.org
Stephen M. Flatow

Palestinian Rockets versus Israeli Missiles in the Second Gaza War | The  Washington Institute

La prima volta che terroristi arabi, lo scorso maggio, lanciarono un razzo dal territorio dell’Autorità Palestinese verso Israele la cosa fece notizia. Quando, un paio di settimane fa, è successo per la quinta volta, quasi nessuno sembra avervi fatto caso. Male, perché la minaccia è estremamente seria, così come lo sono le sue implicazioni. Il nuovo pericolo è venuto alla luce per la prima volta ai primi di maggio quando le Forze di Difesa israeliane eliminarono a Gaza un comandante della Jihad Islamica Palestinese di nome Tareq Muhammad Ezzedin. Il portavoce dell’esercito spiegò che Ezzedin aveva “portato razzi artigianali perché fossero lanciati dalla Cisgiordania verso Israele allo scopo di colpire civili”. Nell’occasione, il Jerusalem Post notava che “non sono mai stati lanciati razzi dalla Cisgiordania verso Israele”. Poi, il 24 maggio, Israel HaYom riferiva della scoperta di “un lanciarazzi artigianale” nella città araba palestinese di Kafr Nazlat “con il quale i palestinesi avrebbero tentato di lanciare razzi contro la comunità ebraica di Shaked”. I terroristi sono riusciti a lanciare almeno un razzo, che i video sui social network mostravano mentre esplodeva a mezz’aria prima di raggiungere il bersaglio. Nelle settimane successive, i terroristi di Hamas postavano diversi ulteriori filmati di lanci di razzi in quella regione. Il 9 luglio, un razzo lanciato dal territorio dell’Autorità Palestinese si abbatteva sul cimitero del villaggio israeliano di Ram-On. Avrebbe potuto colpire una casa, un autobus o un asilo. È solo per pura fortuna che non abbia ucciso o mutilato nessuno. Poi, il 15 agosto, dei terroristi di Jenin si vantavano sui social network che si apprestavano a lanciare un razzo contro la vicina comunità ebraica di Shaked. Ancora una volta gli israeliani hanno avuto fortuna: il razzo ha funzionato male ed è esploso prematuramente. Cosa possiamo apprendere da questi sviluppi? Innanzitutto che le notizie non confermate secondo cui le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese avrebbero arrestato dei terroristi a Jenin non devono essere prese sul serio. I terroristi continuano a operare liberamente a Jenin e altrove sotto il naso delle autorità di Ramallah, anche se le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, addestrate e armate dagli americani, sono fra le forze di sicurezza più grandi del mondo in rapporto alla popolazione (e si dimostrano assai efficienti quando si tratta di reprimere gli oppositori di Abu Mazen ndr). I lanciatori di razzi si vantano orgogliosamente di appartenere al Battaglione Al-Ayyash di Hamas. Ad oggi, l’Autorità Palestinese non ha nemmeno messo fuorilegge Hamas né tanto meno intrapreso azioni significative contro di essa. 

Al contrario, di recente l’Autorità Palestinese ha tenuto colloqui con Hamas in Egitto sull’unità dei palestinesi. In flagrante violazione degli accordi di Oslo, l’Autorità Palestinese continua a considerare i terroristi di Hamas suoi fratelli in armi. Ma soprattutto, lo sviluppo dei lanciarazzi in Giudea e Samaria ha importanti implicazioni per il dibattito sulla possibilità che Israele possa sopravvivere alla creazione di uno stato palestinese “sulle linee del ‘67”. Si noti che il moshav Ram-On, dove è già caduto un razzo, non è un “insediamento in Cisgiordania”. Si trova all’interno delle vecchie linee armistiziali israeliane precedenti il 1967. Il razzo è stato lanciato da Jenin, città controllata dall’Autorità Palestinese al di là di quelle linee. Terroristi che lanciano razzi dal territorio dell’Autorità Palestinese sono molto più difficili da bloccare e arrestare rispetto a quelli che usano armi da fuoco o coltelli che devono avvicinarsi ai loro obiettivi, mentre i lanciatori di razzi, al contrario, possono operare da distanze via via molto maggiori. Possono prendere i loro lanciarazzi e scomparire nei vicoli di Jenin, o di altre città dell’Autorità Palestinese, molto prima dell’arrivo dei soldati israeliani. E, naturalmente, i razzi possono potenzialmente causare molti più danni di un fucile o di un pugnale. Un razzo ben mirato può distruggere un veicolo in movimento o un’intera aula scolastica. Si immagini famiglie israeliane costrette a vivere ogni giorno sotto questa spada di Damocle. Se mai verrà istituito uno stato palestinese sovrano in ogni parte della Giudea e della Samaria, i confini della “Palestina” porranno entro il raggio d’azione dei lanciatori di razzi il cuore di Gerusalemme, Tel Aviv, Haifa, e naturalmente ogni aereo in decollo o atterraggio all’aeroporto internazionale Ben-Gurion. Oggi le forze israeliane entrano nel territorio dell’Autorità Palestinese quando è necessario per perseguire i terroristi. Ma se le forze israeliane dovessero attraversare un confine internazionale – il confine dello stato di Palestina – per dare la caccia ai lanciatori di razzi, ciò potrebbe scatenare sanzioni internazionali o addirittura una guerra su vasta scala. Finora, le discussioni sulla fattibilità di uno stato palestinese si sono in gran parte concentrate su pericoli ipotetici. Tutto sta cambiando. L’introduzione dei razzi nell’arsenale dei terroristi dell’Autorità Palestinese, e il rifiuto da parte dell’Autorità Palestinese di agire contro di loro, rappresenta un grave pericolo per la sopravvivenza degli israeliani e di Israele. 
(Da: jns.org, 21.8.23)

***

Con un’operazione lunedì mattina nel campo palestinese di Jenin, le Forze di Difesa israeliane hanno arrestato alcuni terroristi affiliati a Hamas tra i quali Abdallah Hassan Muhammad Zubah, considerato autore di molti tentativi degli ultimi mesi di lanciare razzi su cittadini israeliani allo scopo di aprire un nuovo fronte e una nuova minaccia dalla Cisgiordania. La sua cattura, già altre volte tentata invano, è considerata un importante successo dalle forze di difesa e dai servizi di sicurezza israeliani. 
(Da: Jerusalem Post, 4.9.23)

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