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Diego Gabutti
Corsivi controluce in salsa IC
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Periscopio 02/09/2023
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 02/09/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

IRENA CILIK: 'Zbog rata u svojoj Ukrajini odlučila sam prekinuti sve veze s  Rusijom' – NACIONAL.HR
Iryna Cilik

«No, niente discorsi sulla guerra, per favore» / mi chiedono ancora gli organizzatori. / «Allora di che cosa parlo?» rispondo con stupore. / «Siamo sazi di guerra, ci parli dell’amore». Iryna Cilik, Non della guerra (in AA.VV., Dimensione Kyiv, BUR Rizzoli 2023).

Guai se vincesse Putin: andrebbe subito a minacciare i Paesi Baltici e la Polonia. Se invece si arrivasse malauguratamente al cessate il fuoco, sarebbe soltanto una parentesi. Darebbe ai russi il tempo di riorganizzarsi e poi attaccherebbero più forti e decisi di prima. Io credo che noi ucraini saremmo battuti se ci fosse un secondo round. Allora sarete voi della Nato a dover combattere. Ecco il motivo per cui vi conviene sostenerci adesso, senza indugi. Stiamo combattendo per voi. Vadym Shepelenko, prima della guerra docente di biochimica all’università di Dnipro, oggi vicecomandante della 128esima brigata di fanteria (Lorenzo Cremonesi, Corriere della sera).

Chi critica la lentezza della controffensica venga qui in Ucraina a combattere. Dmytro Kuleba, ministro degli esteri ucraino (Giuseppe Agliastro, La Stampa).

Questo mese Alexei [Navalny] è stato condannato a 19 anni in una colonia penale a regime speciale. «Solo in un tribunale russo un “estremista” può chiamare un “traditore” come testimone della sua difesa», ha ironizzato Alexei durante il nostro scambio in aula, riferendosi alle rispettive accuse contro di noi. «Sono successe cose più strane», ho risposto. «Solženicyn fu dichiarato traditore e Nelson Mandela fu condannato come terrorista. Ma, in qualche modo, il tempo ha sistemato tutto». E così sarà anche in Russia. Su questo non ho dubbi. Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni di prigione per «tradimento», testimonia al processo contro Alexey Navalny, prima condannato a 9 anni di gattabuia per «incitamento all’odio», poi ad altri 19 per «estremismo» (il Foglio).

I tiranni non detestano la democrazia perché è un paradosso, ma perché è una verità che rischia d’attuarsi. G.K. Chesterton, Una gioia antica e nuova, Marietti 1820 2011.

Era il primo autunno della guerra: / l’uno che segue il quattro del millenovecento. / Quindi non è il quattordici / ma il quarantuno. / Stavo davanti al «Sedam Svaba» / e guardavo gli Ebrei in raduno / richiamati dai manifesti. / Non so che giorno fosse. / Salivano sui camion, attraverso tavole, donne, / bambini, portando le loro poche cose / e con le loro fasce gialle, il giallo contro il nero / delle SS, / che li perseguitano. Miodrag Pavlovič, La deportazione degli ebrei (in L’ultimo pranzo, Le Lettere 2004).

[Brandizzo, Torino]. Senza scampo. Travolta un’intera squadra di manutentori. Le parole d’un ex compagno: «Mi sono licenziato, volevo tornare a casa vivo». Titolo del Fatto quotidiano.

Non è un caso se questa estate si è parlato del colore della pelle dei veri italiani e dell’ubriachezza femminile molto più che della sicurezza sul lavoro o del taglio del cuneo fiscale. Né dobbiamo sorprenderci se il generale Vannacci e il giornalista Giambruno si sono assicurati una popolarità nell’elettorato di destra di gran lunga superiore a quella di qualsiasi ministro del governo Meloni. La lotta politica, anche nel nostro Paese, si sta ormai caratterizzando sempre più come «guerra culturale», scontro di psicologie e di valori, e sempre meno come conflitto sociale tra interessi e classi. Antonio Polito, Corriere della sera.

Più sbronzi, più stupri. Lo studio Oms sull’alcol dà ragione a Giambruno. Titolo di Libero.

Ideona: depenalizziamo lo stupro e condanniamo gli ubriachi (ma soprattutto le ubriache) a pene pesanti ed esemplari. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

L’Economia e la sua sorella gemella Tecnologia hanno una parte fondamentale [nel presente] processo sempre più accelerato di dissoluzione. Bisogna che Economia e Tecnologia tornino al ruolo subalterno che hanno avuto fino a due secoli e mezzo fa, prima del take-off industriale, e che l’uomo sia rimesso al centro del sistema. Da dove partire quindi? [Semplice:] economia di sussistenza, autoproduzione e autoconsumo. Un ritorno all’indietro, certo. Ma il futuro non è davanti, è dietro di noi. Massimo Fini, il Fatto quotidiano.

La visita di Meloni a Caivano. Lo Stato ha fallito, ora la bonifica. Titolo del Corriere della sera.

E naturalmente anche a Caivano Giorgia Meloni fa il suo bel discorsetto e alla fine non si è fatta fare domande dai giornalisti presenti. Dagospia.

Parco Verde è un nome soave per una cloaca umana a cielo aperto. Il quartiere aveva questo nome perché era nato da un progetto di riscatto economico sociale costato un sacco di soldi pubblici [e] lo stupro è avvenuto nei ruderi di quella che dieci anni fa era una piscina coperta modernissima ma che è poi stata abbandonata e saccheggiata. Cos’hanno fatto per impedirlo gli amministratori locali e la Regione? Magistratura e polizia dove erano? Gl’intellettuali del nulla col pennacchio dove si erano rifugiati? Diritto & Rovescio, Italia Oggi.

Sugli stupri la Lega sfida la premier: «Legge sulla castrazione chimica». Titolo della Stampa.

Vi sono individui sul cui viso è impressa una tale volgarità e una tale bassezza del modo di pensare, nonché una tale limitatezza bestiale dell’intelletto, che ci stupisce come mai abbiano il coraggio di uscire con un simile viso e non preferiscano portare una maschera. Arthur Schopenhauer, L’arte di insultare, Adelphi 2017.

Vannacci valuta le offerte: «Dalla Lega ai comunisti, ascolto e poi deciderò». Titolo del Corriere della sera.

Il libro del generale è un fenomeno mai visto. «Vannacci è il nuovo Harry Potter». Titolo della Verità.

Il guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro. Albus Silente (J.K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, Salani 2022).

La stupidità rende tutto più facile perché lo stupido non vede gli ostacoli e non se ne cura. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

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