Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Le guerre non capite Un plauso per Giovanni Sartori
Testata: Corriere della Sera Data: 26 maggio 2003 Pagina: 1 Autore: Giovanni Sartori Titolo: «Le cause (capite male) della guerra in Iraq»
Tutti i nostri complimenti a Giovanni Sartori per questo ottimo articolo che, speriamo, servirà a far riflettere almeno qualcuno dei lettori del Corriere.
Gli storici si divertiranno a spiegare come mai avvengano guerre mal capite sia da chi le fa come da chi le critica. Vedi il caso esemplare delle due guerre all’Iraq. Della prima guerra del Golfo si è detto che era per il petrolio. Quasi nessuno ha detto, invece, che ha salvato Israele. Eppure era di tutta evidenza che se Saddam Hussein si fosse impadronito impunito del Kuwait, e se avesse così stabilito la sua egemonia militare sul Medio Oriente circostante, avrebbe poi lestamente guidato diecimila carri armati «arabi» all’attacco di Israele. Il Papa condannò durissimamente quella guerra. Voleva il genocidio degli ebrei? No, non lo posso credere. Ma non capì che quella era la posta in gioco. E questo mal capire si è riproposto tal quale per la seconda guerra irachena. Perché Bush figlio l’ha voluta a ogni costo? Si è detto ancora una volta che era per il petrolio. Sì, il petrolio entra sempre in tutto. Ma se Bush jr lo voleva sottrarre al controllo di Bagdad, in tal caso gli europei gli dovrebbero essere molto grati. Perché è l’Europa, prima e più che l’America, che può essere strangolata dalla chiusura degli oleodotti arabi. Una seconda risposta è che gli americani vogliono un Iraq democratico. Così talvolta dicono, talvolta anche in buona fede; ma questa è davvero una pia illusione. La terza risposta è che gli americani vogliono distruggere il terrorismo globale (islamico) che li ha aggrediti l’11 settembre. Qui siamo più vicini al vero. Ma anche a questo proposito le sciocchezze abbondano. Per esempio, si dice che la guerra si è dimostrata inutile perché i terroristi di Al Qaeda attaccano più che mai. Sì, ma era quel che ci aspettavamo. Anzi, ci aspettavamo molto peggio. Perché era ovvio che l’attacco all’Iraq avrebbe rinforzato tutt’intorno il fondamentalismo islamico, e quindi il retroterra dei terroristi. La sorpresa è stata, quantomeno finora, la modesta entità di questo contraccolpo. Probabilmente è perché la guerra è stata brevissima e priva di spettacoli sanguinolenti. Una bella fortuna. In ogni modo, si sapeva che Saddam non ospitava né addestrava terroristi. Il problema era chi li poteva rifornire. E così siamo al punto. Gli europei esultano perché gli americani non riescono a trovare in Iraq le armi di distruzione di massa che a loro dire ci dovevano essere. Condivido questa esultanza, ma all’incontrario. Gli europei esultano perché così si dimostra che la guerra americana era innecessaria, oltre che illegittima. Io esulto, invece, perché se queste armi davvero non ci sono, la buona notizia è che le cellule dei terroristi islamici ancora non le hanno e che in futuro sarà per loro più difficile averle. Alleluia, alleluia! Il terrorismo che usa esplosivi non costituisce una novità e nemmeno una vera minaccia. Spaventa molto perché si affida ormai a terroristi suicidi che sono pressoché infermabili. Ma l’uomo-bomba di solito non ammazza più di venti persone. La cosa resta orribile, ma non ci mette in ginocchio. Il terrorismo che ci può ferire a morte è invece quello che dispone di armi chimiche e batteriologiche «tascabili», che si possono nascondere in tasca. Tanto per spiegarsi, mezzo chilo di tossina botulinica potrebbe uccidere un miliardo di persone. Pertanto la produzione di armi di questo tipo va fermata a ogni costo colpendo, appunto, le infrastrutture che le producono. Questo problema Bush lo ha gestito e spiegato male. Ma il problema c’è. Eppure il grosso degli europei non lo capisce, rifiuta di capire che siamo minacciati di sterminio. Grazie anche a Chirac, alla Chiesa e al pacifismo alla Strada. Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la propria opinione alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.