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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.05.2003 Road Map: un' analisi non precisa
Da Gerusalemme Rosaspina non si informa

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 maggio 2003
Pagina: 6
Autore: Elisabetta Rosaspina
Titolo: «Due anni per trovare la «strada» della pace»
GERUSALEMME - C’è un punto di partenza: la polveriera mediorientale. E uno d’arrivo: la convivenza più pacifica possibile, fra due popoli e due Stati, Israele e la Palestina. C’è una scadenza: il 2005. Ci sono quattro padrini: Stati Uniti, Unione Europea, Onu e Russia.

Se proprio vogliamo essere precisi: un padrino per Israele e tre per i palestinesi.

Due giocatori ufficiali: il premier israeliano, Ariel Sharon, e il suo omologo palestinese, Abu Mazen. C’è un comprimario misterioso: Yasser Arafat
Misterioso? Misterioso in che senso? E misterioso per chi?

E un’infinità di comparse, non sempre benintenzionate
Sarebbe a dire che Arafat invece lo è?

Ci sono almeno tre snodi cruciali: Gerusalemme, il «diritto al ritorno» dei profughi palestinesi e il destino di un centinaio di insediamenti israeliani nei territori occupati.
Territori contesi, secondo ogni norma di diritto internazionale.

Da oggi è ufficialmente aperta la partita più importante dall’inizio del nuovo millennio: la road map per la pace in Medio Oriente.

GLI OBIETTIVI - Ridisegnare la mappa della regione, tracciando i confini di due Stati indipendenti, che si riconoscono e legittimano reciprocamente. Uno già esistente, Israele, che dovrà essere libero dall’incubo degli attentati terroristici. L’altro ancora da costruire, la Palestina.

Ancora da costruire perché gli arabi non l'hanno voluto, non dimentichiamolo

Che dovrà dotarsi di una costituzione, un regime democratico, libere elezioni, istituzioni, insomma una piena autonomia. Ma l’obiettivo primario è la fine di un conflitto che coinvolge i Paesi vicini, Siria e Libano, e che alimenta il terrorismo internazionale.
TRE FASI - Il percorso è diviso in tre fasi. La prima: fine della violenza e fine degli attentati.

Il problema è che la road map contiene anche barzellette come questa: "Gli stati arabi interromperanno tutti i finanziamenti istituzionali e privati ai gruppi che appoggiano o compiano atti di terrorismo o violenza". E ci chiediamo: in che modo verranno impediti questi finanziamenti? Dichiarando guerra a Siria, Libano, Iran e Arabia Saudita?

Israeliani e palestinesi riprendono la cooperazione per la sicurezza. E’ prevista la ristrutturazione delle forze di polizia e sicurezza palestinesi. Il governo di Ramallah intraprende le riforme politiche, mentre Israele si impegna a restituire condizioni di vita accettabili ai palestinesi e l’esercito si ritira dalle zone occupate dal 28 settembre del 2000, data ufficiale d’inizio della seconda Intifada. La seconda fase: dovrebbe iniziare nel giugno del 2004, focalizzata sulla definizione di confini provvisori e l’attribuzione di sovranità al nascituro Stato palestinese, purché basato su una nuova costituzione e un’efficace lotta al terrore.
E qui abbiamo un'altra barzelletta. Leggiamo infatti: "Come rilevato in precedenza, tale obiettivo potrà essere raggiunto solo quando il popolo palestinese disporrà di una leadership risoluta, capace di agire con determinazione contro il terrorismo e in grado di costruire una democrazia di fatto basata sui valori di tolleranza e di libertà" ... "Il passaggio alla Fase II sarà basato sul giudizio consensuale del Quartetto che prenderà in esame i comportamenti di entrambe le parti e valuterà se esistono le condizioni appropriate per procedere". E poi: "La Fase II inizierà dopo lo svolgimento delle elezioni palestinesi e terminerà nel 2003 con la potenziale creazione di uno Stato palestinese indipendente": come andranno dunque le cose: si passerà alla fase II dopo la verificata realizzazione della fase I, o vi si passerà automaticamente alla fine del 2003?

Indispensabili quindi le elezioni, che avrebbero dovuto tenersi il 20 gennaio scorso, e sono state rinviate. E’ programmata anche una conferenza internazionale, per verificare i progressi sulla rotta della pace e cercare di ripristinare i rapporti, anche commerciali, fra Israele e gli Stati arabi.

Ripristinare? Non ci sono mai stati rapporti commerciali. La signora Rosaspina non ha mai sentito parlare del boicottaggio da parte di tutti gli arabi (stati, imprese, privati cittadini) nei confronti di tutti coloro (stati, imprese e privati cittadini) che facessero affari con Israele (con lo stato, con imprese o con privati cittadini), boicottaggio iniziato nel maggio 1948? Quando si viene "inviati" non si sente la necessità di procurarsi qualche informazione, in modo da poter sapere di che cosa si sta parlando?

Alla terza fase si passerà, teoricamente nel 2004, quando il Quartetto giudicherà maturi i tempi per consolidare la riforma e la stabilizzazione delle istituzioni palestinesi, in vista dei negoziati per un accordo definitivo israelo-palestinese, l’anno successivo. Nel frattempo si terrà una seconda conferenza internazionale.
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