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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Violenza criminale all'interno della comunità araba in Israele 30/08/2023
Violenza criminale all'interno della comunità araba in Israele
Analisi di Michelle Mazel 

(traduzione di Yehudit Weisz)


Nella Gomorra d'Israele in mano alle gang arabe:

Quasi centosessanta morti dal 1° gennaio  2023.  Quasi centosessanta cittadini arabi di Israele – uomini, donne e bambini – uccisi da altri cittadini arabi israeliani.  E il ritmo non rallenta.

La stampa francese scopre con orrore la portata del fenomeno. Fedele alle sue linee guida, Le Monde  accenna appena alla “piaga della criminalità organizzata”, ma spiega che in realtà la colpa va attribuita al “disinteresse delle autorità pubbliche” per quanto accade tra quelli che definisce “Palestinesi di Israele.”   Le Figaro, dal canto suo, non esita a parlare di “ecatombe”ma si prende la briga di cercare di analizzarne le cause: “sanguinosi regolamenti di conti... guerra incessante condotta dalle gang, che eliminano i loro rivali, ma anche tutti coloro che osano denunciare il racket nei confronti degli imprenditori, dei commercianti, il traffico di armi, di droga e il business della prostituzione. Questi omicidi causano a loro volta vittime collaterali, compresi i bambini che hanno avuto la sfortuna di trovarsi sulla linea di tiro.”

In questo quadro edificante mancano le vendette recenti o di vecchia data; negli ultimi giorni scopriamo con stupore che una zuffa tra i cani di due rispettabili famiglie ha causato la morte di cinque persone! Aggiungiamo le liti domestiche e altri delitti sinistramente definiti come “delitti d'onore”: moglie, o sorella, selvaggiamente assassinata per aver arrecato un danno reale o immaginario all'onore della famiglia. Così, di recente, un fratello si è avvalso di sicari per uccidere la sorella diciottenne, “colpevole” di avere una relazione omosessuale; lui stesso l'ha chiamata al telefono per attirarla in un'imboscata. La stragrande maggioranza di questi crimini rimane impunita, con le autorità israeliane accusate di fare poco per arrestare gli assassini. Secondo quanto riportato dai media, tra gennaio 2022 e aprile 2023, il tasso di risoluzione dei casi di omicidio è stato del 75% per gli ebrei rispetto al 19% per gli arabi. Insufficiente, certamente, e la polizia potrebbe senza dubbio impegnarsi di più; solo che difficilmente possono contare sulla collaborazione dei testimoni che hanno troppa paura di rischiare andando a testimoniare. Quando si tratta di faide e di bande, la tendenza è quella di risolvere questo tipo di casi senza coinvolgere la polizia. Per quanto riguarda i “delitti d'onore”, la famiglia serra i ranghi attorno alla persona che ha avuto “il coraggio” di agire.

Ma è opportuno aggiungere due elementi essenziali. L’Iran non risparmia alcuno sforzo per inondare la riva occidentale del Giordano e Israele di armi, di munizioni e di denaro.

Il contrabbando avviene principalmente attraverso il lungo confine con la Giordania. Ogni giorno vengono catturati dei trafficanti, ma ce ne sono sempre altri che riescono a passare. Periodicamente la polizia mette le mani su questo o quel nascondiglio, ma anche lì regna l'omertà.

L'altro elemento, ahimè, come ha sottolineato Le Figaro, è che agli assassini non interessano le vittime collaterali, passanti, donne o bambini colpiti “per caso.”

Infine, se le forze dell’ordine potessero fare di più, che dire dei leader della comunità e dei suoi rappresentanti alla Knesset? Certo, è più facile e meno rischioso dare la colpa al governo.

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Michelle Mazel

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