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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.05.2003 "Road map": dubbi e perplessità
Spunti di riflessione sul piano di pace

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 maggio 2003
Pagina: 6
Autore: Ennio Caretto
Titolo: «Israele accetta la mappa per la pace»
"Primo sì al piano dopo le garanzie americane. Bush: ora un vertice con Sharon e Abu Mazen"


Più che una critica al giornalista, questo intervento vuole essere uno spunto di riflessione su alcuni aspetti di questo cosiddetto piano di pace, che raramente ricevono la dovuta attenzione.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON - Il premier israeliano Sharon si dichiara pronto ad accettare la «road map», la mappa per la pace in Medio Oriente,
più che altro la mappa per la distruzione di Israele e la guerra totale in Medio Oriente, viste le premesse
dopo che gli Stati Uniti si impegnano a tenere conto delle preoccupazioni di Israele. La svolta verso la pace, per ora soltanto potenziale, venuta al termine di colloqui segreti tra il governo americano e quello israeliano, dovrebbe condurre a un vertice tra Bush, Sharon e il premier palestinese Abu Mazen il prossimo weekend, forse in Egitto. Il presidente americano la promuove intervenendo per la prima volta di persona nella crisi, un segno che la sua politica estera si concentra ora sul Medio Oriente, a lungo trascurato. Se l’incontro avrà luogo, dice la Casa Bianca, Bush chiederà ai palestinesi una campagna contro il terrorismo e agli israeliani il ritiro alle loro posizioni di prima del 2000; offrirà di mandare truppe Usa a monitorare questi sviluppi;
e a che cosa dovrebbe servire questo monitoraggio, dal momento che tappe e scadenze sono automatiche, indipendentemente da "questi sviluppi"?
e nominerà un suo rappresentante che non lascerà la regione fino ad accordo concluso.
LA SVOLTA - Inizia con la pubblicazione di un comunicato del segretario di Stato Colin Powell e del consigliere della Sicurezza nazionale Condoleezza Rice. «Gli Stati Uniti hanno esaminato le significative preoccupazioni di Israele sulla road map», dice il documento «e condividono il parere israeliano che queste preoccupazioni siano legittime e reali. Le affronteranno pienamente e seriamente nell'applicazione della road map». Powell, a Parigi per la riunione dei ministri degli Esteri del G8, spiega che «questo non comporta modifiche della road map». «Abbiamo detto a Israele che prendiamo in considerazione i suoi commenti, ma non meditiamo cambiamenti».
Forse le nostre menti non sono abbastanza raffinate per i giochi dell'alta politica internazionale; sta di fatto che qualcosa ci sfugge: in che modo gli Stati Uniti "terranno conto" delle "legittime e reali preoccupazioni" di Israele, se è stato dichiarato che "non meditiamo cambiamenti"? In quale modo un progetto che prevede la nascita di uno stato terrorista terrà conto del desiderio di Israele di continuare ad esistere?
BUSH - Nel ranch di Crowford nel Texas, dove ospita il premier giapponese Koizumi, il presidente americano conferma il «sì» pronunciato da Sharon, definendolo «un progresso» e se ne attribuisce il merito: «Sharon accetta la road map perché gli ho assicurato l'impegno per la sicurezza di Israele». Il presidente ribadisce anche di avere discusso su un prossimo vertice con il premier israeliano e con Abu Mazen, assicurando di volersi dedicare alla pace in Medio Oriente, «missione difficile ma possibile».
SHARON - Secondo il New York Times, il premier ha chiesto un documento ufficiale al governo Bush (quello poi presentato da Powell e dalla Rice), per poter ottenere così l'assenso del proprio gabinetto che dovrebbe riunirsi domani. Il giornale cita un funzionario Usa: «Israele accetta il percorso tracciato della road map verso uno Stato della Palestina, ma non tutti i dettagli». Il consigliere di Sharon, Raanan Gissin, puntualizza così la posizione israeliana: «Alla luce del fatto che l'America terrà conto delle nostre preoccupazioni, accettiamo la road map». La reazione palestinese è negativa: «Siamo pronti ad applicare la road map senza cambiamenti», ammonisce il ministro della informazione Nabil Amr.
Ma quanto sono generosi questi palestinesi! Sono perfino pronti ad accettare un programma che permetterà loro di istituire lo stato senza rinunciare al terrorismo, che passerà da una fase all'altra indipendentemente dal fatto che la fase precedente sia stata realizzata o no, che pone le premesse per permettere loro di distruggere Israele: chiaro che se il piano "di pace" fallirà, sarà colpa, come al solito, di quel guastafeste di Sharon, che punta i piedi tutte le volte che qualcuno progetta di distruggere Israele.
INCONTRI SEGRETI - Sempre stando al New York Times , Bush ha ricevuto alla Casa Bianca il capo di gabinetto di Sharon, Dov Weisglass, il ministro delle Finanze palestinese, Salam Fayyad, ed esponenti egiziani, giordani e sauditi. Sul tavolo alcune misure preliminari difficili per gli israeliani: il ritiro da una parte di Gaza, la liberazione di prigionieri palestinesi,
stiamo parlando di terroristi? Quelli che vanno in giro ad ammazzare donne e bambini? E gli israeliani non li vogliono liberare? Ma che cattivi!
lo smantellamento di alcuni insediamenti. In cambio, Abu Mazen intraprenderebbe un’«azione vigorosa» contro Hamas e altri gruppi terroristici.
Sarebbe a dire che Abu Mazen è disposto a "intraprendere" (senza garanzie, beninteso) qualcosa contro il terrorismo solo in cambio di qualcosa? Ossia che il terrorismo non è qualcosa di male in sé ma una mera merce di scambio? E gli Stati Uniti sono d'accordo? E meno male che questi sono gli amici!
Bush, conclude il giornale, spera che in Israele l'ex premier Shimon Peres ritorni a capo dell’opposizione per formare con Sharon una «coalizione della road map».



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