Un'apparente neutralità Il giornalista vorrebbe non cadere nella faziosità ma non ci riesce
Testata: Il Messaggero Data: 25 maggio 2003 Pagina: 9 Autore: un giornalista Titolo: «Bush stringe i tempi per la "mappa" della pace»
Sulla road map vi possono essere dei pro e dei contro come in ogni progetto che si rispetti, ma in quest’articolo è il giornalista ad esprimere il proprio giudizio, lasciando trasparire di non credere in questo piano. Utilizza le voci di entrambi le parti, non importa se favorevoli o meno al nuovo piano della pace. In questo senso non è ricorso alla faziosità, tuttavia ad una rilettura più attenta ci si rende conto dell’assenza di descrizioni riguardo la natura della road map e, nello specifico, dei motivi per cui entrambi le parti manifestano ostracismo e perplessità. È stato sì menzionato il problema numero uno del piano della pace, ovvero il terrorismo palestinese, anche se citato con altre parole, ma non è stata mai sottolineata la reale necessità di porre fine alle azioni terroristiche antiisraeliane. Il giornalista riporta le opinioni israeliani utilizzando un tono critico, come nel caso in cui dice che il piano da deliberare non piace al premier Sharon oppure quando ritiene che il piano possa contribuire a dei dissensi fra i diversi partiti del governo di coalizione. Il punto è che si tratta di una democrazia e come tale è normale che ci siano reazioni di questo tipo. Sul versante palestinese, invece, il giornalista non reagisce, nemmeno quando ad esprimere la propria posizione sono gli "integralisti" palestinesi; anzi riporta fedelmente le loro repliche. Un esempio: non batte ciglio quando il leader numero due di Hamas ritiene che sulla tregua richiesta da Abu Mazen nei confronti degli attacchi anti-israeliani, egli potrebbe trovarsi d’accordo, ma che "la resistenza contro soldati e coloni" dovrebbe continuare in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Per finire, dopo un’apparente neutralità, il giornalista recupera la sua faziosità scrivendo che: proprio nella Striscia di Gaza, due miliziani palestinesi sono stati uccisi ieri dal fuoco dei soldati israeliani: uno nei pressi del valico di Nahal Oz (est), dove cercava di infiltrarsi in Israele; l’altro vicino alla colonia ebraica di Kfar Darom (sud). I due miliziani erano chiaramente dei terroristi, in ogni caso la notizia non è chiara né documentata. A Tulkarem (Cisgiordania) dove gli israeliani hanno compiuto un’incursione con i carri armati e dove è stato decretato il coprifuoco, tre giovani pacifisti americani sono stati arrestati. Per che cosa sono stati arrestati? e poi l’incursione che scopo aveva? Ovvio che senza delucidazioni (smantellamento del terrorismo, ricerca dei terroristi, delle armi, coprifuoco per difendere il popolo israeliano, eccetera) il messaggio diventa un nonsenso, al culmine della disinformazione.
Abbiamo poi un’immagine di militari israeliani e alcuni palestinesi ad un posto di blocco, la cui didascalia cita: "una famiglia palestinese sotto il tiro dei soldati israeliani al posto di controllo di Surda, vicino a Ramallah". Perché proprio sotto il tiro? Non si può parlare di un controllo di sicurezza, con il terrorismo che non ne vuole pensare di fermarsi? Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com ad inviare la loro opinione alla redazione del Messaggero. Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.