Il Makkabi, squadra ebraica di Berlino Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 17 agosto 2023 Pagina: 12 Autore: Roberto Giardina Titolo: «Il Makkabi, squadra ebraica di Berlino»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 17/08/2023, il commento di Roberto Giardina dal titolo "Il Makkabi, squadra ebraica di Berlino".
Roberto Giardina
E´ un piccolo evento nella storia di Berlino, il Makkabi, la squadra di calcio ebrea, per la prima volta ha partecipato alla Coppa di Germania, per aver vinto la Coppa di Berlino a giugno battendo lo Sparta Lichtenberg per 3 a 1. Sabato, i dilettanti hanno perso 6 a 0, in casa contro il Wolfsburg, che gioca in Bundesliga, la Serie A, la squadra della Volkswagen, da paragonare alla Juve della Fiat. Il primo gol è stato segnato dopo dieci minuti. Forse i campioni non hanno infierito, non so, ma in Germania non si usa, chi è più forte cerca sempre di segnare più reti che può, per non umiliare l´avversario che si sentirebbe preso in giro, almeno così si sostiene. Un giornale israeliano ha intitolato: “Novant´anni dopo, da quando Hitler fondò la Volkswagen, il Makkabi gioca contro la squadra della fabbrica”. Ma i giocatori, scrive Der Spiegel, si sono messi a ridere quando hanno letto l´articolo: nessuno di noi ci aveva pensato, e abbiamo riso. Tipico umorismo ebraico, commenta il giornalista tedesco. La città di Wolfsburg nacque intorno alla Volkswagen, e porta il nome di Hitler, che gli amici chiamavano Wolf, lupo, oggi nessuno se lo ricorda. In Germania, al contrario di quanto avviene in Italia, partecipano alla Coppa anche le squadre delle serie inferiori. Non c´è andata e ritorno, ma si decide tutto in una partita, con eventuali supplementari e calci di rigore. E, nelle prime fasi, si gioca a casa della squadra più debole. Come dire, Canicattì contro Inter. Si comincia in estate, e avvengono miracoli. I professionisti sono ancora fuori forma, i dilettanti si impegnano allo spasimo, per loro è la partita della vita da raccontare a figli e nipoti, i campi sono spelacchiati, fangosi e di dimensioni ridotte rispetto alla Serie A, il pubblico fa un tipo folle, e vincono i più deboli. E avvenuto in passato anche per il Bayern München, fatto fuori in un paesino. Quelli del Makkabi, che giocano con una maglia azzurra, e una stella di David stilizzata sul cuore, hanno perduto con onore. La vita per gli ebrei a Berlino è tornata difficile. Si ripetono aggressioni, prima di Ferragosto, un turista di 19 anni è stato picchiato per strada. Parlava in ebraico al cellulare, ed è bastato per venire aggredito. Gli incidenti si ripetono, più frequenti, non tutti vengono denunciati e registrati. I responsabili sono quasi sempre immigrati musulmani, e anche qualche tedesco. Il Makkabi quando gioca fuori casa, è abituato agli insulti antisemiti, ma i giocatori non ci fanno caso. Doron Brock, difensore, 28 anni, è biondo, alto un metro e 86, nato a Berlino da genitori israeliani. E´ andato a una scuola elementare ebraica, l´ingresso era protetto dalla polizia, ricorda. Ha la doppia cittadinanza, ha giocato nella squadra giovanile dell´Herta, che era la prima squadra della capitale, ma a giugno è retrocessa in Serie B, e dopo tre giornate si trova all´ultimo posto. “Qualche compagno mi insultava, dice, Du Jude, cose da ragazzi, al Makkabi non accade.” Non tutti i giocatori sono ebrei, si deve precisare. E´ una squadra multiculturale. Ci giocano giovani iraniani, del Gambia, del Senegal, del Brasile, anche musulmani. Vengono insultati quando giocano fuori casa: “Finirete a Auschwitz, porci ebrei”. Insultano un attaccante turco: “Tu, traditore, giochi per gli ebrei, ti spezzeremo le gambe”. L´allenatore è Wolfgang Sandhowe, 69 anni. E´cattolico, sul muro dietro la scrivania, ha incorniciato le foto di Papa Francesco e di Benedetto, il Papa tedesco. All´ingresso della sede del club, a Charlottenburg, dalla parte occidentale di Berlino, una lapide ricorda Julius Hirsch: nato nel 1892, come giocatore vinse il campionato nazionale nel 1910, con il Karlsruhe, poi divenne allenatore, e morì nel 1943 in una camera a gas a Auschwitz. Il primo club sportivo ebreo venne fondato a Berlino nel 1898, il Bar Kochba, il figlio della stella, una società multisportiva con molte discipline, hockey, nuoto, atletica, e calcio. Il Bar Kochba l´antenato del Makkabi, fondato nel 1965, giocò l´ultima partita nell arile del 1933, vinse per 4 a 1, sugli spalti sedevano le SS. Poi i nazisti vietarono agli ebrei ogni attività sportiva.
Per inviare a Italia Oggi la propria opinione, telefonare: 02/582191, oppure cliccare sulla e-mail sottostante