Ucraina, tregua prima del ritiro russo Analisi di Paolo Brera
Testata: La Repubblica Data: 13 agosto 2023 Pagina: 12 Autore: Paolo Brera Titolo: «Pressing su Kiev per i negoziati di pace, Kuleba: “Sarà un autunno difficile”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 13/08/2023, a pag. 12, con il titolo “Pressing su Kiev per i negoziati di pace, Kuleba: “Sarà un autunno difficile” ” l'analisi di Paolo Brera.
Volodymyr Zelensky
ODESSA — Sarà «un autunno difficile », dice il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, e non sono i missili Kinzhal o i carri armati russi a preoccuparlo: sono le pressioni internazionali per spingere Kiev a negoziare la fine della guerra. «Vi avverto, sarà una stagione politica molto difficile», dice in un colloquio su Instagram . «Vinceremo su tutti i fronti, ma sarà un autunno complesso. Ci sono tutte queste voci in diversi Paesi su “problemi”, e sul fatto che i negoziati siano necessari... Stanno diventando più forti. Faremo tutto quello che possiamo per garantire che svaniscano», dice. Ma ci saranno «diversi difficili vertici internazionali » in cui a Kiev servirà «la presenza quantitativa e qualitativa di tutto il mondo, e non solo dei nostri amici tradizionali dell’Europa e del Nord America». Sono sempre più insistenti, queste voci di un pressing internazionale che potrebbe diventare presto irresistibile. E spaventano Kiev: «Non appena accetteremo un cessate il fuoco e colloqui di pace — dice Oleg Zhdanov, esperto analista militare — le sanzioni inizieranno a essere revocate: molti vogliono riportare la Russia al commercio e ripristinare le relazioni economiche con Mosca. Ci attende lo scenario coreano, la perdita definitiva dell’integrità territoriale e della sovranità».
Dmytro Kuleba
Quando tutti i sensi erano tesi a carpire novità dalla linea del fronte per la lungamente annunciata controffensiva ucraina, il vertice di Gedda ha riaperto all’improvviso la via diplomatica che pareva spenta. Fa perno sulla proposta di pace ucraina ed esclude Mosca dai negoziati, include Paesi non schierati a favore di Kiev ma di fatto rischia di annacquare la rigidità della proposta di pace di Zelensky che prevedeva come principio non solo l’integrità territoriale, ufficialmente ribadita, ma anche l’indisponibilità a trattare fino alla completa liberazione di tutti i territori occupati, compresa la Crimea. I tentativi di negoziati di pace «vogliono eliminare i rischi che la nostra guerra crea per i mercati mondiali», dice l’ex ministro degli Esteri Pavlo Klimkin a Obozrevatel : «Gli Emirati, Erdogan... Molte persone del mondo non occidentale cercano di utilizzare piattaforme diverse, e ce ne saranno molte altre. C’è un gran flusso di merci sanzionate che passa per gli Emirati». Il capo dell’ufficio presidenziale, Andriy Yermak, mette i puntini sulle “i”: «Siamo al quinto incontro con i rappresentanti delle missioni diplomatiche straniere sull’attuazione della Formula di pace di Zelensky e già 58 Paesi sono con noi». Ma le sue parole vanno osservate con la lente d’ingradimento: «Per l’Ucraina è più importante distruggere l’esercito russo — dice l’ex consigliere di Zelensky, Alexej Arestovich — che impadronirsi dei suoi ex territori». La riconquista, la liberazione, non sono più obiettivi prioritari? «L’Occidente, anche con tutte lesue forze, non sarà in grado di sconfiggere la Russia ma non sono sicuro di cosa la Russia possa ottenere... politicamente », dice il presidente serbo Aleksandar Vucic a RenTv ricordando che la tregua è nell’interesse di tutti, «incluso Biden». Intanto però i combattimenti non aspettano l’evoluzione delle posizioni geopolitche. La guerra continua a essere questione di pochi chilometri quadrati e molte vittime, al fronte; ma si combatte sempre più duramente, e in entrambe le direzioni, da lontano: ieri una ventina di droni ucraini e alcuni missili antiaereo C-200 riprogettati hanno colpito in Crimea avvolgendo il ponte di Kerch in una nuvola di fumo: «Non resterà senza risposta », replica Mosca. E gli ucraini hanno centrato — secondo l’Sbu — la base logistica di Yevpatoria, provocando decine di vittime. Sull’altro fronte, un civile è stato ucciso da bombe a grappolo di Kiev a Donetsk, secondo informazioni non indipendenti. Nel frattempo l’Ucraina apre la registrazione delle navi mercantili pronte a sfidare il blocco russo del Mar Nero sfruttando i nuovi corridoi temporanei allestiti da Kiev: «Gli armatori e i comandanti delle navi sono stati avvertiti che il pericolo esiste. Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza», spiega la Marina. Viaggerano sotto la supervisione delle Forze armate di Kiev.
Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare: 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante