Testata: La Stampa Data: 11 agosto 2023 Pagina: 16 Autore: Giuseppe Agliastro Titolo: «Fronte polacco»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/08/2023, a pag.16, con il titolo 'Fronte polacco' l'analisi di Giuseppe Agliastro.
Giuseppe Agliastro
Volodymyr Zelensky
Un altro presunto tentativo di colpire Mosca coi droni, sanguinosi combattimenti nell'Est dell'Ucraina e ancora vittime innocenti tra i civili. La guerra in Ucraina continua senza tregua e in tutta la sua crudeltà, mentre montano le tensioni politiche tra il regime bielorusso e la Polonia, il cui governo di destra ha deciso di mandare 10.000 soldati al confine, dicendo di temere per la propria sicurezza. Due aeroporti di Mosca sono stati costretti a interrompere i voli ieri notte. E il motivo, secondo il sindaco, sarebbe un nuovo attacco di droni ucraini diretto contro la capitale russa. Il sesto in appena dieci giorni. La versione non verificabile diffusa dalla contraerea russa è che siano stati lanciati due droni e che entrambi siano stati abbattuti: uno nella regione di Kaluga, a circa 200 km da Mosca, e un altro nei pressi di una rete stradale che conduce verso il centro. Decolli e atterraggi sono stati congelati per più di due ore a Domodedovo e per due ore e mezza a Vnukovo, secondo i media. E le truppe russe sostengono di aver abbattuto pure 11 droni in Crimea. Kiev come sempre non conferma né smentisce, ma dalle sue forze aeree arriva un commento sibillino: «Questo non può che farci piacere, perché le persone a Mosca pensavano di essere al sicuro». Se le forze ucraine sembrano intensificare i raid in territorio russo, in Ucraina si continuano però a registrare attacchi con droni e missili e ancora vittime tra i civili. Secondo le autorità ucraine, mercoledì i bombardamenti russi hanno ucciso tre persone nella regione di Donetsk e tre a Zaporizhzhia, dove è morta una persona e altre nove sono rimaste ferite. Il governatore della regione russa di Briansk accusa a sua volta i soldati ucraini di aver ucciso due civili in un bombardamento. Un raid di droni avrebbe inoltre distrutto un deposito di petrolio a Rivne, in Ucraina occidentale. Sanguinosi combattimenti sono ora in corso nella zona di Kupiansk, nel Nord-Est, dove le truppe russe sembrano premere e sostengono di guadagnare terreno. Non è possibile verificare ciò che avviene al fronte. Per «motivi di sicurezza», Kiev ha ordinato l'evacuazione di 12.000 civili da 37 centri abitati di questa zona. Anche per questo gli Usa hanno annunciato l'invio di altri 13 miliardi di aiuti militari. L'aggressione ordinata da Putin ha ucciso decine di migliaia di persone. E ieri è stata condannata anche da un importante uomo d'affari russo: il confondatore del colosso tecnologico Yandex, Arkady Volozh, che ha lasciato il posto di ad della compagnia l'anno scorso dopo essere finito nel mirino delle sanzioni Ue. «L'invasione dell'Ucraina è una barbarie e io sono categoricamente contrario». Crescono intanto le tensioni tra la Polonia, vicina a Kiev, e la Bielorussia, vicina invece al regime di Putin. Il governo polacco ha annunciato un massiccio rafforzamento della frontiera: «Circa 10.000 soldati saranno al confine», ha annunciato il ministro della Difesa Blaszczak, secondo cui l'obiettivo sarebbe quello di «spaventare l'aggressore in modo che non osi attaccare». A riaccendere il duello politico tra il regime di Minsk e il governo ultraconservatore di Varsavia è stato il presunto arrivo in Bielorussia di «migliaia» di mercenari della famigerata compagnia Wagner. A gettare ulteriore benzina sul fuoco sono state le esercitazioni che le truppe bielorusse avrebbero svolto proprio nei pressi della frontiera e una presunta violazione dello spazio aereo polacco da parte di due elicotteri bielorussi. Sia gli Usa sia la Nato tuttavia dicono di non vedere «nessuna minaccia militare diretta o immediata». Varsavia dice di temere che si ripeta una situazione simile a quella di due anni fa, quando Lukashenko incoraggiò l'arrivo di migliaia di persone provenienti soprattutto da Africa e Medio Oriente. Si trattava di persone che fuggivano da situazioni di estremo pericolo e da Paesi come Siria e Afghanistan, e i difensori dei diritti umani accusano le autorità polacche di averle respinte con la forza violando i loro diritti. Secondo alcuni osservatori nelle decisioni di Varsavia potrebbe avere un peso non indifferente l'avvicinarsi delle elezioni parlamentari in programma a ottobre. «C'è una minaccia reale dalla Russia o dalla Bielorussia, ma bisogna ricordare che la campagna elettorale è in corso», ha detto il politologo Maciej Milczanowski al Financial Times.
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