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Il testimone della sposa Savyon Liebrecht Traduzione dall’ebraico di Alessandra Shomroni E/O euro 17 “Il testimone della sposa”, l’ultimo libro di Savyon Liebrecht, definito dal quotidiano Haaretz “una novella piena di rivelazioni e sconvolgimenti” è la conferma del talento narrativo della scrittrice israeliana nata a Monaco in Germania nel 1948 e trasferitasi pochi anni dopo in Israele dove ha studiato filosofia e letteratura all’Università di Tel Aviv.
Interprete impareggiabile dei segreti dell’animo umano e in particolare dell’universo femminile, Savyon Liebrecht ci regala una nuova storia che si muove fra passato e presente raccontando, a distanza di oltre vent’anni, le vicende che hanno coinvolto il piccolo Micha e la giovane Adela.
Micha, voce narrante, è un ghost writer cresciuto in Israele che vive ormai da decenni a Los Angeles ma era un bambino quando incontra per la prima volta Adela durante una riunione per lo shabbat con zii, cugini, fratelli appartenenti a una tradizionale famiglia di ebrei persiani. “Era seduta nella poltrona di velluto verde dell’ampio soggiorno di mio nonno, schiacciata contro lo schienale, come se volesse nascondersi agli sguardi indiscreti di uomini e donne (i miei zii e le mie zie) che le si avvicinavano per scrutarla in faccia, esaminarle il corpo”.
Solo zio Moshe, succube dei fratelli, esprime timidamente la sua gioia quando Adela viene cercata nuovamente dalla famiglia che nei mesi seguenti non è riuscita a trovare una pretendente per il fratello disabile. Ora Adela detta le sue condizioni e fra queste che Micha sia il testimone di nozze della sposa. Già nel corso della cerimonia Adela subisce l’ennesima cattiveria dalla cognata Vicka, la sorella maggiore di Moshe, che le strappa con un gesto di rabbia gli occhiali rendendola quasi cieca. Negli anni successivi Adela subirà ogni genere di sopruso da parte dei cognati, dall’imposizione di lavorare nei negozi di famiglia per un misero salario alla cura dello suocero anziano e del marito disabile, dall’impossibilità di disporre di denaro proprio alla negazione di ogni libertà. Adela però non si dà per vinta e con determinazione, costanza e forza di persuasione nei confronti del marito, incapace di difenderla dalle ripetute angherie dei fratelli, impone gradualmente le sue condizioni decisa a ottenere un riscatto e una giusta rivincita.
Micha, nel frattempo, a cui è stato sempre impedito di incontrare la giovane zia emigra in America con la famiglia dopo aver soggiornato per alcuni giorni in casa di Adela e Moshe dove l’insegnante di fisica lo aveva accompagnato, bruciante di febbre, al termine di una verifica. Di quei giorni trascorsi a combattere con la malattia e intontito per la maggior parte del tempo, Micha ha ricordi offuscati: “…tra quelle immagini aleggiava il viso di Adela, sfocato, sorridente e malinconico, sorpreso e offeso. Si allontanava e si rimpiccioliva fino a diventare un puntino e poi, di colpo, si ingrandiva riavvicinandosi al mio, e le sue labbra mi toccavano provocandomi una scossa elettrica”.
Perché Adela ha invitato il nipote dopo tanti anni? Vuole raccontargli la storia della sua vita? Per Micha, arrivato nel prestigioso Hotel Dan, le sorprese non sono finite: Adela da giovane ragazza insicura si è trasformata in Adel, una cinquantenne di successo, equilibrata, sicura di sé che gestisce un lussuoso negozio di abbigliamento con abiti realizzati da lei stessa.
Eppure nel racconto della zia aleggia un mistero che lievita pagina dopo pagina predisponendo il lettore a un colpo di scena finale dai risvolti sorprendenti, anche se qualche indizio si può cogliere qua e là fra le righe.
Con questo libro che è stato adattato per il teatro e a breve sarà portato in scena dal prestigioso Beit Lessin Theatre di Tel Aviv, l’autrice costruisce una storia emozionante che ha al centro una famiglia di rigida osservanza religiosa dalle dinamiche complesse e mette in scena due figure indimenticabili che si interrogano sui rapporti frantumati, sugli errori commessi e sul desiderio di trovare la strada per un futuro migliore.
“Il testimone della sposa” è un piccolo gioiello letterario che del racconto ha l’immediatezza e la freschezza dello stile e del romanzo la tensione narrativa di tempi allungati, l’accuratezza nelle descrizioni di luoghi e situazioni, oltre che l’approfondimento della psicologia dei personaggi.
Giorgia Greco |
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