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La Repubblica Rassegna Stampa
07.08.2023 Lo spiraglio di Gedda, Cina disponibile a nuovi negoziati
Cronaca di Paolo Brera

Testata: La Repubblica
Data: 07 agosto 2023
Pagina: 17
Autore: Paolo Brera
Titolo: «Lo spiraglio di Gedda, Cina disponibile a nuovi negoziati»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/08/2023, a pag. 17, con il titolo “Lo spiraglio di Gedda, Cina disponibile a nuovi negoziati” l'analisi di Paolo Brera.

Saudi Arabia's Crown Prince Mohammed bin Salman named prime minister |  World News | Sky News
Mohammed bin Salman

ODESSA — Era partito con poche aspettative, ma le indiscrezioni filtrate dal vertice di Gedda chiuso ieri sera in Arabia Saudita — 42 delegazioni, alcune delle quali di Paesi più vicini a Mosca che all’Occidente — sono sorprendenti. È la più interessante mediazione vista da mesi, e potrebbe essere stato posato il primo mattone di un processo che porti finalmente alla pace in Ucraina. Il presupposto era pessimo: dopo la presentazione al G7 della “proposta di pace” in dieci punti del presidente Zelensky — che prevedeva cardini ferrei come il ritorno ai confini del 1991 e l’indisponibilità a trattarefino alla liberazione di tutti i territori occupati (compresa la Crimea) — il primo vertice a Copenaghen era stato un fallimento, con solo 15 Paesi partecipanti. Troppo rigida la posizione ucraina, troppo lontani i Paesi del mondo non allineati con l’Occidente come i Brics. Ma a Gedda sembra cambiato il vento. L’assenza della Russia e la presenza della Cina e degli altri Brics hanno arato il terreno a qualcosa di inedito. Per la prima volta anche i Paesi che non avevano mai condannato l’invasione avrebbero accettato di fatto il principio del rispetto dell’integrità territoriale ucraina come fondante di un processo di pace. È una svolta. Ma non arriva a costo zero, per Kiev. A traballare è infatti l’indisponibilità a negoziare fino alla liberazione dei territori occupati: era il punto più controverso, prevedeva la vittoria sul campo di battaglia prima di intavolare qualsiasi trattativa. Trasformava la “proposta di pace” in quella che per Mosca era una “ratifica di capitolazione”: se ora davvero Kiev fosse pronta a restituire al tavolo diplomatico quello che ieri voleva conquistare con le armi non fidandosi della Russia, il mondo potrebbe sperare. Kiev ottiene di essere protagonista di un abbozzo di tavolo di pace a cui per ora il suo aggressore non ha accesso. L’Arabia Saudita eredita dalla Turchia di Erdogan il ruolo di artefice del processo, riabilitando il suo principe dopo l’omicidio di Jamal Khashoggi. Solo lo Cina, a quanto filtra, avrebbe accennato l’idea di una tregua preventiva rilanciando la sua “posizione per il superamento politico della crisi ucraina”, già respinto al mittente. Ma non ha obiettato a mantenere saldo il principio dell’integrità territoriale ucraina. L’inviato cinese Li Hui ha sottolineato la neutralità di Pechino ma «pronta a fare ogni sforzo per porre fine alla guerra.Abbiamo molti disaccordi e abbiamo sentito punti di vista diversi, ma è importante che i nostri princìpi siano comuni. Siamo riusciti a raggiungere accordi sulla creazione di gruppi di lavoro per elaborare i dettagli dei temi chiave che occupano un posto di rilievo nella formula di pace espressa dal presidente Zelensky». Già si parla di un prossimo vertice. Riad si è impegnata a parlarne col Cremlino, la cui reazione all’esclusione da Gedda è furente. «Non c’è alcun presupposto per la pace, l’operazione militare proseguirà». E ha inviato decine di missili nelle città ucraine. Intanto verranno formati gruppi di lavoro per ciascuno dei punti della formula di Zelensky. I sauditi gestiranno l’agenda dei colloqui. Sicurezza alimentare, nucleare, prigionieri di guerra, bimbi “rapiti”: la “formula” era un’annunciazione di principi, i gruppi di lavoro la riempiranno di contenuti. Si va avanti, conjuicio : il vertice si è chiuso senza una dichiarazione finale, per ora si naviga a vista.

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