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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.05.2003 Due articoli scivolosi
Per Rosaspina e Olimpio il fine giustifica i mezzi

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 maggio 2003
Pagina: 3
Autore: Elisabetta Rosaspina
Titolo: «Così Hadar la guardiana ha evitato una strage»
Al centro commerciale di Afula in Israele, ha bloccato l’attentatrice, restando ferita

Sarebbe un bell'articolo, se non fosse per una brutta scivolata. Infatti, dopo avere scritto che

Esattamente 8 anni e 4 mesi fa, sua sorella maggiore, Mor, infermiera nel corpo dei paracadutisti, era sopravvissuta a stento a un doppio attacco terroristico a Beit Lid, un incrocio vicino a Netanya. Accorsa in aiuto dei feriti del primo scoppio, Mor era stata investita in pieno dall’esplosione del secondo kamikaze, che aspettava al varco i soccorritori
Rosaspina si lancia in uno scandaloso e improponibile parallelo:
Se Hadar aveva quasi perso una sorella, Hiba aveva quasi perso un fratello, Bakir, all’inizio della seconda intifada, in uno scontro con l’esercito israeliano, fuori dal liceo.
La vittima di un attentato particolarmente infame, per Rosaspina, è uguale a chi è rimasto ferito nel tentativo di uccidere chi gli aveva offerto uno stato e la pace. Ricordiamo, per inciso, che otto anni e quattro mesi fa, gennaio 1995, era l'epoca del processo di pace, quello in cui Rabin continuava a dare terra aspettandosi in cambio la pace.
Anche quello di Guido Olimpio, "L’assalto delle «bombe che camminano»" a pag. 2, accurata e approfondita analisi dell'universo terroristico, sarebbe un bell'articolo, se non contenesse anch'esso una brutta scivolata:

Migliaia di persone vivono come in una bolla di violenza e oppressione.
Centinaia di milioni di persone, nel mondo, vivono come in una bolla di violenza e oppressione (in Brasile, in India, più o meno in tutto il Sudest asiatico, in molte parti dell'Africa), ma nessuno, al di fuori del mondo islamico, si rivolge al terrorismo per risolvere i propri problemi.
Le chiusure imposte dai soldati israeliani
così, tanto per togliersi uno sfizio
unite all’incitamento all’odio
ma naturalmente vengono prima le angherie israeliane
accrescono il desiderio di distruzione. Attivando la cintura esplosiva il terrorista vuole dimostrare il suo attaccamento alla causa
ma riesce solo a dimostrare quanto bene gli abbiano cucinato il cervello
ma al tempo stesso intende liberarsi dalla cappa di ferro.
E quelli che vengono dall'Inghilterra, da quale cappa vogliono liberarsi? E considerando che la maggior parte di coloro che oggi risiedono nei cosiddetti territori occupati vi sono giunti dai circostanti Paesi arabi DOPO l'occupazione (dal 1967 a oggi sono stati costruiti 261 insediamenti da arabi neo-arrivati, quasi il doppio di tutti gli insediamenti costruiti dagli israeliani), viene da chiedersi: ma se sotto lo spietato tallone di ferro del brutale occupante sionista si sta così maledettamente male, perché diavolo ci vengono?
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