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Abbiamo solo una patria, una casa e una nazione
Commento di Deborah Fait
A destra: Gilad Kariv
“Abbiamo una Patria, una casa, una nazione” queste le parole pronunciate da Benjamin Netanyahu poche ore dopo il voto di novembre 2022. È questa la verità, la realtà di Israele ed è questo che le manifestazioni di questi mesi stanno dimostrando al mondo intero. Israeliani di tutte le correnti politiche che dimostrano insieme senza mai scontrarsi tra loro, cosa che avviene regolarmente in altri paesi dove bruciano, distruggono e se le danno di santa ragione. Persino quando due cortei, chi contro e chi a favore della riforma giudiziaria, si incontrano, si salutano, si passano le bottiglie d’acqua perché il sole di Israele picchia su tutte le teste, quelle pro e quello contro le decisioni di questo governo. Il popolo, pur se diviso dalla politica, è unito nella consapevolezza che Israele è per tutti, Israele è l’amore di tutti, la casa, la sicurezza, la patria, l’unica che abbiamo e ne siamo consapevoli. Anche coloro che, disgustati o spaventati dalla situazione difficile che viviamo, minacciano di andarsene, sanno molto bene che, alla fine, noi ebrei possiamo vivere solo in Israele. Sionisti o meno Israele è l’unico posto dove possiamo vivere, gioire e soffrire, litigare senza sentirsi chiamare “sporchi ebrei” o essere guardati con disprezzo misto a derisione. E sì, questa è una democrazia, lo è anche per quelli che in piazza gridano “Democratia”, anche loro lo sanno bene che la democrazia in Israele non potrà mai cadere né essere trasformata in altro, nonostante i tentativi di qualcuno che siede alla Knesset. Purtroppo chi non ha mantenuto fede alle sue parole: “ Abbiamo solo una Patria, una casa, una nazione” è proprio Netanyahu che per avere la maggioranza alla Knesset, si è circondato da personaggi impresentabili. A questo proposito niente può spiegare la situazione meglio di Rav Gilad Kariv, rabbino riformato, membro della Knesset all’opposizione, 49 anni, sposato con tre figli. Kariv ha un PHD in diritto costituzionale ed è stato per oltre un decennio direttore del Movimento di riforma in Israele. Ecco il suo personale J’Accuse all’attuale governo. |