Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 30/07/2023, a pag. 11 l'intervista di Daniele Raineri dal titolo "Kamyshin: “Missili e droni così Kiev sarà in grado di produrre le sue armi” ".
Daniele Raineri
Aleksandr Kamyshin
KIEV— Il ministro Aleksandr Kamyshin è un quarantenne alto con la coda da cosacco sulla testa rasata, assomiglia al calciatore Zlatan Ibrahimovic e prima di questo incarico è stato il capo delle ferrovie ucraine durante l’invasione. Le ha fatte funzionare senza interruzioni e la cosa è stata apprezzata perché i binari dei treni sono il sistema circolatorio che tiene in vita il Paese. Il suo ministero delle Industrie Strategiche con 300 mila dipendenti controlla UkroboronProm, una sigla complicata che indica il grande complesso militare industriale — per una volta la definizione è azzeccata — dell’Ucraina. Tutto quello che riguarda la produzione, lo sviluppo e la distribuzione di armi passa da qui. Oggi il ministero è un edificio discreto, senza indicazioni e senza i segni esteriori di un palazzo del governo per evitare che sia preso di mira dai raid missilistici dei russi. Fuori dalla stanza c’è un modellino di un drone Bayraktar e un quadro con un caccia turco, perché la cooperazione con la Turchia in questi mesi è stata intensa. Il ruolo del ministro, ma lui glissa durante l’intervista, è fare in modo che l’Ucraina sia meno dipendente dagli aiuti militari perché gli aiuti prima o poi potrebbero finire. Usa molto l’espressione “di ferro” per indicare in senso lato manufatti potenti e affidabili. Abbiamo bisogno di “cose di ferro” dice e intende le armi.
Come procede il piano per produrre più munizioni assieme a partner internazionali? Le producete all’estero e poi le portate in Ucraina oppure spostate le fabbriche straniere in Ucraina? «Entrambe le cose. In Italia c’è una divisione della Rheinmetall tedesca che produce munizioni per l’Ucraina. Mi piace molto come lavorano (è la Rmw di Brescia e Domusnovas in Sardegna a gestione completamente italiana, ndr ).
Questo è il mistero. Come fate a persuadere le industrie — l’avetefatto con la tedesca Rheinmmetall — a venire in Ucraina, dove la situazione non è sicura al cento per cento perché ci sono i bombardamenti russi? «Non persuadiamo nessuno. Facciamo loro un’offerta. Produrre in Ucraina, testare i prodotti in Ucraina, fare ricerca e sviluppo in Ucraina, modernizzare il prodotto in Ucraina. Alla fine della guerra avranno il miglior prodotto possibile».
L’offerta è così buona da rendere il rischio accettabile? «In quale altro luogo puoi testare le tue armi sotto la neve d’inverno e sotto il sole d’estate? In quale altro luogo puoi testare le armi contro il secondo esercito del mondo? Non stiamo parlando di guerre tribali».
L’accordo sui droni appenafatto con la Turchia riguarda i celebri TB2 Bayraktar oppure altri droni più adatti a questa guerra? «Ci sarà anche un nuovo prodotto ma è confidenziale e lo vedrete in azione. Dobbiamo fare le cose in silenzio, consegnarle e osservare».
Ci sono le elezioni negli Stati Uniti l’anno prossimo. Il suo incarico è anche rendere l’Ucraina meno dipendente dalla politica di altri Paesi? «La vediamo in modo differente. C’è il male in campo. È la Russia. E ci sono altri Paesi che osservano come la Russia uscirà da questa guerra. Il mondo ha bisogno di qualcuno che sia pronto a occuparsi di questo male. E quel qualcuno deve avere armi. Le armi sono uno strumento. Dobbiamo trovare il modo di produrne abbastanza per resistereal male . Siamo felici e grati per tutto l’aiuto che riceviamo dall’Italia, dall’Unione europea, dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, ma dobbiamo metterne di più sul tavolo perché il male è forte. Sono il secondo esercito del mondo, come dicono loro».
La guerra contro la Russia è anche una guerra di razzi a lunga gittata e missili. State tentando di produrre i vostri Himars o gli Storm Shadow, che stanno giocando un ruolo così importante nel conflitto, o gli Atacms (che gli Stati Uniti per ora non danno)? «Stiamo lavorando su armi a lungo raggio nostre, non saranno i modelli citati. Siamo al lavoro su una soluzione a lungo raggio e presto vedrete sempre più prove dell’uso di questa soluzione in Ucraina».
I droni che vediamo volare contro Mosca sono prodotti sotto la sua supervisione? «Non abbiamo mai dichiarato la responsabilità per quegli attacchi. Quei droni sono prodotti in qualche modo e da qualche parte. E cose come quelle sono prodotte sempre di più in Ucraina».
Cosa direbbe agli italiani che pensano “se non diamo armi all’Ucraina, la pace arriverà prima”? «Direi che sono grato agli italiani per l’aiuto che riceviamo e che sarei grato se continuassero a stare dalla nostra parte. Fronteggeremo i russi fino alla vittoria. Con il vostro aiuto, il prezzo da pagare sarà più basso. Parlo del prezzo in vite umane».
Come affrontate il problema della corruzione in un’industria così gigantesca? «Come lo avete affrontato voi, con la tolleranza zero. Ho letto molto della vostra campagna “Mani Pulite” contro i corrotti. Lo facciamo anche nella nostra industria. Porto dentro l’azienda molti giovani che non vogliono rovinarsi la reputazione. La corruzione in tempo di pace è un crimine, in tempo di guerra è tradimento».