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Italia Oggi Rassegna Stampa
27.07.2023 Periscopio 27/07/2023
A cura di Diego Gabutti

Testata: Italia Oggi
Data: 27 luglio 2023
Pagina: 10
Autore: Diego Gabutti
Titolo: «Periscopio 27/07/2023»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi, 27/07/2023, "Periscopio" a cura di Diego Gabutti.

Sognavamo nelle notti feroci / Sogni densi e violenti / Sognati con anima e corpo: / Tornare; mangiare; raccontare. / Finché suonava breve sommesso / Il comando dell’alba: / «Wstawac» [alzarsi]. Primo Levi, A ora incerta, Garzanti 1990.

Immaginate una domenica mattina di sole, avevate in programma di prendere il caffè nel vostro bar preferito in via della Conciliazione, volevate portare vostro figlio al parco o semplicemente andare alla messa a San Pietro. Tuttavia, vi svegliate e non c’è più nessuna basilica di San Pietro. Immaginate di trovarvi per le strade con negozietti e ristoranti dalle finestre danneggiate e i muri pieni di segni di bombardamenti. Non riuscite nemmeno a camminare verso la basilica, muovete a malapena la testa per lo choc e l’orrore. È difficile da immaginare? È quello che hanno provato gli abitanti di Odessa questa mattina presto. Victoria Vdovychenko, il Foglio.

A maggio, nella Volgograd già Stalingrado, è stato inaugurato il primo monumento dedicato a [Stalin, l’Uomo d’Acciaio,] negli ultimi vent’anni, mentre dal cimitero di San Pietroburgo è scomparsa la croce di granito che ricorda le vittime polacche della repressione staliniana. [...] La rivalutazione di Stalin [...] va avanti da tempo. Marco Imarisio 1, Corriere della sera.

Viviamo senza più avvertire sotto di noi il paese / a dieci passi le nostre voci sono già bell’e sperse, / e dovunque ci sia spazio per una conversazioncina, / eccoli ad evocarti il montanaro del Cremlino. / Le sue tozze dita come vermi sono grasse, / e sono esatte le sue parole come i pesi di un ginnasta; / [...] / I servigi di mezzi uomini lo mandano in visibilio. / Chi zirla, chi miagola, chi fa il piagnucolone; / lui, lui solo mazzapicchia e rifila spintoni. Osip Mandel’stam, Il montanaro del Cremlino (da Ottanta poesie, Einaudi 2020).

[Viene rivalutata] anche la figura di Beria, un uomo per il quale provavano orrore i suoi stessi complici. Nel 2018 Putin lo elogiò come [...] «un funzionario che lavorava bene, nell’anonimato». È appena il caso di ricordare che nel 2000 la Corte suprema della Federazione russa si rifiutò di riabilitare la sua figura, stabilendo che l’allora capo dei Servizi segreti e i suoi più stretti collaboratori furono gli «organizzatori del terrore» che «colpì migliaia di cittadini innocenti, molti dei quali morirono a causa di esso». Marco Imarisio 2, Corriere della sera.

E non c’era nessuno con cui [Stalin potesse] consigliarsi: al mondo egli era il solo vero filosofo. Fosse stato almeno ancora in vita qualcuno del genere di Kant o, che dire, di Spinoza, ma sì, magari anche un filosofo  borghese... Telefonare a Beria?... Ma quello non capiva un accidente. Aleksandr I. Solzenitsyn, Il primo cerchio, Mondadori 1968.

Lukashenko ha venduto il nostro Paese a Putin e ha permesso un’occupazione strisciante, lo schieramento di forze russe e di armi nucleari, e ora anche i mercenari della Wagner [che minacciano Varsavia dopo aver minacciato Mosca]. Le forze russe responsabili degli orribili crimini di Bucha e Irpin sono giunte dalla Bielorussia. Senza Lukashenko, questo non sarebbe stato possibile. Svjatlana Tsikhanouskaya (Orlando Trinchi, La Stampa).

Il voto al Senato sul genocidio ucraino [1932-1933]. Mosca all’Italia: non riconoscete l’Holodomor. Titolo della Stampa.

I veri filo-ucraini [...] conoscono l'interesse Usa a tenere in vita una guerra che ha realizzato antichi obiettivi («Germany down, Russia out, Americans in»). Elena Basile, il Fattosky quotidiano.

Nei mesi di luglio/agosto (a seconda del lunario ebraico) gli ebrei del mondo ricordano, digiunando, il 9 del mese di av (in ebraico «tishà be Av») cioè la distruzione del Tempio di Gerusalemme avvenuta, la prima volta, per mano del re di Babilonia Nabucodonosor, nel 587 a.e.v. La seconda volta, 400 anni più tardi, però nello stesso giorno del 9 di Av, a causa dei Romani di Tito imperatore. [E oggi? Oggi] la coalizione che Netanyahu ha formato in novembre è composta da fanatici religiosi nazionalisti, xenofobi, omofobi, razzisti. [...] Natanyahu [...] sarà ricordato come il premier che ha distrutto Israele e la sua democrazia. E noi tutti vivremo un terzo tishà be Av. Forse per l’ultima volta. Deborah Fait, informazionecorretta.com.

A lutto. Prime pagine tutte nere sui principali quotidiani israeliani all’indomani del primo sì alla legge che limita i poteri della Corte Suprema. Corriere della sera.

«BOLDMIND: Se il protettore arrogante d’un cattivo poeta volesse costringere tutte le persone di gusto a trovare buono ciò che a loro appare cattivo, allora si scatenerebbero i fischi. Sono stati questi tiranni delle menti a cagionare gran parte delle infelicità del mondo. In Inghilterra siamo felici solo da quando ognuno gode del diritto di dire ciò che pensa. MEDROSO: Anche noi siamo tranquillissimi a Lisbona, dove nessuno può dire la sua». Voltaire, Sui libri malvagi, Liberilibri 2016.

Guidata dai consigli dei suoi due nuovi «consulenti», che un lontano giorno appartenevano alla sinistra, Marco Minniti per la politica estera e Luciano Violante per quella interna, la premier è già proiettata a ottobre, quando presenterà il suo famigerato e fantomatico «Piano Mattei». La Ducetta pretende che il progetto venga accettato e condiviso dall’Unione europea (che non lo farà mai) prima d’essere discusso con i Paesi africani interessati (Tunisia, Algeria, Egitto e Libia). La pretesa della Sora Giorgia è che alla guida di questo ambizioso piano ci sia lei, come «nuova Merkel» (copyright Minniti). Dagoreport.

Fa caldo? Crema solare e vestiti leggeri. I consigli della nonna nel protocollo del governo per i lavoratori. Titolo di HuffPost.

La grandine è fascista. Un nubifragio devasta Milano, al Sud quattro morti per gl’incendi. Per i progressisti è tutta colpa della premier: «Non crede ai cambiamenti climatici, ora si deve scusare». Titolo di Libero.

Bastasse mentire per non essere creduti. Roberto Gervaso.

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Diego Gabutti

italiaoggi@class.it

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