Israele, la protesta di tutti i giornali: escono con la prima in nero Cronaca di Rossella Tercatin
Testata: La Repubblica Data: 26 luglio 2023 Pagina: 14 Autore: Rossella Tercatin Titolo: «I giornali israeliani listati a lutto la protesta occupa le prime pagine»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 26/07/2023, a pag. 14, con il titolo "I giornali israeliani listati a lutto la protesta occupa le prime pagine" la cronaca di Rossella Tercatin.
Rossella Tercatin
I giornali israeliani con la prima in nero
GERUSALEMME — Prime pagine completamente nere per raccontare un momento buio della democrazia israeliana. Così uno dei gruppi protagonisti delle proteste contro la riforma della giustizia, che rappresenta il settore high-tech, ieri ha scelto di lanciare un segnale di allarme acquistando lo spazio di apertura di alcuni dei principali quotidiani del paese – Yediot Achronot , Haaretz , Calcalist e persino il freepress di destra Israel Hayom – per denunciare il passaggio della prima parte della riforma. Per Israele, all’indomani dell’approvazione della legge che ha abolito il criterio di ragionevolezza (col quale la Corte Suprema poteva annullare leggi o provvedimenti ritenuti incongrui), il prezzo è già alto. L’agenzia Morgan Stanley infatti ha declassato il rating del debito israeliano a causa delle incertezze sul futuro dell’indipendenza del potere giudiziario, Moody’s che già lo aveva fatto ad aprile ha pubblicato un rapporto sottolineando come i timori legati all’impatto della riforma sull’economia si stiano materializzando, mentre Citibank ha sconsigliato di investire in Israele. Lo stesso settore high-tech israeliano esprime preoccupazione e non si limita ai gesti simbolici. Secondo uno studio pubblicato ieri daStart-Up Nation Central, quasi il 70% delle sue società ha già intrapreso misure per tutelarsi dagli effetti della riforma, lavorando per spostare i propri fondi o la sede all’estero. Dopo la notte di proteste lunedì in seguito all’approvazione della nuova legge che taglia le ali alla Corte Suprema, ieri la situazione si è calmata – anche se gli attivisti promettono di continuare la battaglia. Il 30 luglio la Knesset chiuderà i lavori per la pausa estiva che si protrarrà fino al 15 ottobre – dopo la conclusione delle festività ebraiche autunnali. Per questi ultimi giorni non è previsto il passaggio di altri elementi della riforma. Nel frattempo però, comincia a profilarsi lo scontro tra i poteri dello Stato che è uno dei rischi paventati in seguito all’azione di governo. La procuratrice generale Gali Baharav-Miara ha chiesto alla Corte Suprema di annullare una legge che impedisce alla stessa corte di ordinare a un primo ministro di astenersi dal trattare di una particolare questione o di ricusarsi in caso di conflitto di interessi. La misura è stata approvata a marzo per proteggere Netanyahu, che si trova sotto processo per corruzione e abuso di ufficio. Uno sviluppo che potrebbe aprire una crisi senza precedenti, proprio mentre la priorità dell’agenda di governo rimane quella di limitare il potere del tribunale.
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