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La Repubblica Rassegna Stampa
23.07.2023 Nel Donbass sotto le bombe a grappolo
Cronaca di Daniele Raineri

Testata: La Repubblica
Data: 23 luglio 2023
Pagina: 10
Autore: Daniele Raineri
Titolo: «Sotto le bombe a grappolo nell’inferno del Donbass: “Putin torna all’attacco”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 23/07/2023, a pag. 10, la cronaca di Daniele Raineri dal titolo "Sotto le bombe a grappolo nell’inferno del Donbass: “Putin torna all’attacco” ".

Festival Internazionale del Giornalismo
Daniele Raineri

Vladimir Putin pushed to brink of nuclear horror | The Australian

l missile russo carico di cluster bomb esplode all’inizio dell’intervista. Esplode a decine di metri di altezza, con un boato che suona forte anche in mezzo a un poligono di tiro delle forze speciali ucraine, in mezzo a soldati che da un’ora si stanno esercitando con fucili, mitragliatrici e lanciagranate. Il comandante delle forze speciali ride del sobbalzo dell’intervistatore: «Normalna – dice – it’s war!». Normalna vuol dire «tutto ok». L’arroganza attira l’ira degli dei, l’arroganza in guerra attira i razzi dei soldati russi che sono a poche decine di chilometri. Non è normalna per niente. L’esplosione invisibile in cielo è progettata per spargere settantadue piccole bombe da un chilo e mezzo di esplosivo, dopo pochi secondi cominciano a cadere e scoppiare in sequenza rapida dappertutto. Sono le bombe a grappolo che in queste settimane hanno riempito i notiziari perché l’Amministrazione Biden ha deciso di consegnarle agli ucraini, per rimediare alla mancanza di munizioni. Il viso del comandante ucraino scolora nel panico, tutti cercano riparo in questo pianoro senza nemmeno un buco, si buttano sotto due mezzi blindati. Quando l’ultima bomba a grappolo finisce di scoppiare ci sono le grida dei feriti. Sotto il mezzo blindato si sente il sibilo di una gomma perforata da una scheggia che perde pressione. Sotto il blindato accanto c’è un soldato ucraino con il petto coperto di sangue, una scheggia gli entrata nel cervello ed è morto. Ci si tira fuori dai mezzi, altre due esplosioni, è la maledizione delle cluster bomb : sono instabili, la stragrande maggioranza esplode assieme quando tocca terra con un crepitio osceno, qualcuna dopo un minuto, altre restano sparpagliate ed esploderanno soltantose qualcuno le andrà a toccare. Un altro soldato ucraino è steso a terra mentre gli altri cercando di salvarlo premendo le bende sulle ferite. Ci sono altri investiti dalle schegge, sono caricati sui cassoni dei mezzi che partono a tutta velocità. Non resta che prendere la macchina e andare via in fretta. C’era da chiedersi come fosse possibile che i russi lasciassero indisturbato un campo di addestramento, pure improvvisato, dove squadre di assaltatori si esercitano a fare le stesse manovre che poi faranno sui campi di battaglia in questa zona, a Bakhmut, e nella zona di Zaporizhizhia più a sud. Viene anche da pensare che una volta queste cose le facevano gli ucraini: prendere di sorpresa le migliori unità dei russi proprio quando si sentono tranquille e invece adesso è successo il contrario. Devono avere osservato che cosa succedeva con un drone Orlan a lungo raggio, capace di fare sorveglianza a decine di chilometri, e poi hanno sparato un razzo con bombe a grappolo disegnato per fare male a un gruppo di soldati su terreno scoperto. Oppure è stato un informatore nascosto nella cittadina vicina, che ha sentito le esercitazioni e ha passato la segnalazione. L’ironia è che i soldati russiqueste munizioni le usano fin dall’inizio dell’invasione, come tutti hanno potuto vedere, ma Putin dice che cominceranno a usarle soltanto adesso come reazione alla decisione da parte degli Stati Uniti di fornirle all’esercito ucraino. «Abbiamo dovuto cedere alcune posizioni», avevano ammesso il giorno prima i soldati ucraini a Repubblica in una postazione di scambio dietro al fronte, «sentiamo la pressione dei russi che stanno avanzando sul fronte di Kupiansk», piccola città e grande snodo ferroviario nella regione di Kharkiv. La notizia di questa settimana nel conflitto ucraino è che Mosca tenta un’offensiva massiccia nel settore est del fronte, tra Kupiansk e Lyman, avrebbe ammassato centomila soldati e centinaia di mezzi corazzati e spera in uno sfondamento che per adesso non è arrivato. Non c’è un accesso diretto al fronte e nello scontro di informazioni opposte è complicato stabilire cosa effettivamente stia succedendo. Ecco cosa dicono i soldati ucraini con le facce tirate che vanno e vengono da quel settore. «I russi hanno guadagnato terreno, sparano con i pezzi d’artiglieria a un livello record e sono in superiorità numerica, ma non stanno riuscendo areplicare l’offensiva ucraina di undici mesi fa nella stessa zona », quando i soldati ucraini trovarono un punto debole nella linea di difesa russa, entrarono e dilagarono alle spalle dei reparti di Mosca, creando il panico e costringendoli alla fuga. In tre giorni gli ucraini liberarono un territorio profondo cento chilometri. «I russi», dicono i soldati che parlano a Repubblica ed erano presenti anche durante la liberazione di Kupiansk a settembre 2022, «stanno imparando dai loro errori, vediamo che sono migliorati rispetto al passato. Hanno anche moltissimi droni in più, roba commerciale di produzione cinese ma questo consente loro di avere occhi ovunque ed è naturalmente una situazione più pericolosa rispetto a quando avevano meno droni. Anche la loro artiglieria è diventata più precisa, del resto quando tanti droni leggono il territorio anche gli artiglieri russi diventano più bravi». E meno di ventiquattr’ore dopo ne hanno dato conferma contro il campo di addestramento. Inoltre, dicono gli ucraini, «ora i nemici hanno molti dispositivi in più per iljamming, vuol dire che riescono a bloccare il segnale dei nostri droni», e questo in una guerra fatta di droni che sorvegliano i movimenti nemici è una notizia brutta per Kiev. Non fanno più ondate suicide i russi, come facevano i detenuti e gli altri dannati del gruppo Wagner a Bakhmut. Avanzano con i mezzi blindati, dopo aver dissodato a lungo ogni settore con i cannoni. I soldati di Mosca a questo punto dell’invasione sono entrati in una fase di ostinazione patologica, non conta più chi ha ragione e chi no, hanno visto troppi morti fra i compagni di reparto, adesso la guerra va combattuta e si combatte. Entrambi gli eserciti si nascondono e si colpiscono con rabbia fra le foreste di altissime conifere a est di un fiume, l’Oskil, che pergli ucraini fa da barriera di sicurezza: se i russi lo passano è un problema. A giudicare da quello che si vede per strada, il comando ucraino ha deciso di spostare rinforzi in questa zona – sono tutti soldati che non faranno più parte della controffensiva nel sud, che sta andando a rilento e non è più l’unico centro della guerra. Anche se ieri Zelensky ha promesso un nuovo slancio presto. I soldati ucraini che parlano – in un sito a est del fiume – hanno l’esperienza per fare questo tipo di discorsi, combattono dalla scorsa primavera, hanno visto i russi in ogni gradazione di pericolosità. Appartengono a un’unità che è specializzata negli attacchi risolutivi, nell’espugnare postazioni nemiche e anche nel fare da rinforzo alle spalle di reparti di fanteria più normale, per dare un senso di sicurezza alla prima linea (chiedono la non pubblicazione del nome dell’unità per ragioni di sicurezza). In questo periodo però tocca loro un ruolo difensivo. In questo settore del fronte da venerdì gli ucraini hanno cominciato a usare anche loro le munizioni cluster, per i cannoni in questo caso e non per i razzi. Dicono che sono «l’ideale per fermare l’avanzata dei russi». Quello che succede oggi su questi due assi della guerra, a est e a sud, decide come si presenteranno Russia e Ucraina alla prossima fase negoziale. Ma prima di parlare di trattative e di pace deve come minimo finire questa estate di combattimenti.

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