Difendere l'Ucraina sul terreno del diritto Analisi di Cecilia Sala
Testata: Il Foglio Data: 22 luglio 2023 Pagina: 1 Autore: Cecilia Sala Titolo: «L’avvocato di Kyiv»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 22/07/2023, a pag.1, con il titolo "L’avvocato di Kyiv", l'analisi di Cecilia Sala.
Cecilia Sala
Roma. Un avvocato inglese si è inventato un nuovo modo di fare rete e di fare giustizia. Si chiama Jason McCue e, quando le prime bombe dell’invasione totale sono cominciate a piovere sulle città ucraine, si è messo davanti al pc e ha iniziato a mandare mail al gabinetto presidenziale di Kyiv come alle amministrazioni comunali. Scriveva: segnalatemi i missili che hanno colpito obiettivi civili; sapete di che modello sia quello piovuto nel parco giochi? ) E ancora: mettetemi in contatto con i parenti delle vittime, i sopravvissuti, i testimoni; per favore speditemi informazioni su questo dettaglio perché in tribunale vale come prova. Poi McCue segnava tutto. Aveva in testa un’idea ambiziosa, quella di raccogliere montagne di prove e poi mettere insieme centinaia di avvocati di successo come lui da tutto il mondo: un esercito armato di codici di procedura civile e penale per poter assistere direttamente i cittadini ucraini – non le istituzioni o il governo – senza attendere un minuto di più. Oggi ci sono oltre mille investigatori privati e avvocati che lavorano al progetto, le vittime ucraine che potrebbero avere diritto a un risarcimento sono milioni e, secondo i calcoli dell’avvocato McCue, il patrimonio russo ricollegabile ai responsabili diretti di quei crimini, ai loro complici e fornitori, è di oltre duecento miliardi di dollari. Le cause legali si svolgono soprattutto davanti ai tribunali inglesi e i patrimoni aggredibili, da sequestrare subito, sono i beni e i conti correnti in occidente di istituzioni, società e cittadini russi coinvolti nella guerra di aggressione.
Jason McCue
Sono cause private, diverse dai contenzioni tra Kyiv e Mosca davanti alla Corte europea o dall’eventuale, improbabile, processo contro Vladimir Putin al tribunale dell’Aia dopo che la Corte penale internazionale ha spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti a marzo. Sono cause più piccole ma molte hanno più probabilità di successo e tempi più rapidi di quella per crimini di guerra intentata contro Putin e la presidente della commissione per l’infanzia della Russia, Maria Lvova-Belova. Sono cause private ma non vengono condotte separatamente, vengono gestite tutte insieme per renderle più efficaci: perché siano compatibili tra loro e dunque il successo di una possa creare una giurisprudenza che a cascata aiuti tutte le altre ad arrivare in fondo. McCue le chiama: “Contenziosi strategici per risarcimenti diretti alle persone comuni”. L’obiettivo più immediato è ottenere risarcimenti che permettano alle vittime di ricostruire le proprie case e le proprie aziende – quindi l’Ucraina – con soldi russi. Però gli esperti del team non lavorano soltanto alle compensazioni economiche e i progetti dello studio di McCue insieme ai suoi partner, come “Payback4Ukraine”, danno assistenza legale ovviamente gratuita alle famiglie ucraine che hanno ancora i figli adolescenti o bambini intrappolati in Russia. Indagano per loro e le aiutano a scoprire dove siano finiti i familiari rapiti e a chi siano stati dati in adozione illegalmente. Il primo novembre nei tribunali inglesi è cominciata una campagna coordinata di privati cittadini ucraini contro Evgeni Prigozhin e il gruppo Wagner. Allora l’agenzia stampa Ukrinform aveva dato la notizia così: “L’iniziativa legale è nata su impulso dell’avvocato britannico Jason McCue ed è un evento eccezionale nel panorama delle cause giudiziarie in tutto il mondo”. McCue è abituato a navigare in zone impervie o inesplorate del diritto e in passato ha vinto cause anche contro gruppi del terrorismo islamico. Lui si occupa soprattutto di violazioni dei diritti fondamentali e per questo è abituato a maneggiare spesso crimini che avvengono dove vigono altre legislazioni, nel 2009 è stato eletto “uomo dell’anno” dall’associazione forense britannica che aveva scelto di premiare in particolare le sue battaglie legali per i parenti delle vittime e i sopravvissuti ai crimini di guerra in medio oriente e in Nordafrica. McCue ha difeso le vittime siriane di Bashar el Assad e quelle libiche di Muammar Gheddafi. Da febbraio del 2022 il suo gruppo si è ingrandito di molto e ora ne fanno parte anche un giudice della Corte suprema di Kyiv e il presidente del Parlamento ucraino, e poi gli avvocati della Studio Kvartal 95, la società di produzione del presidente Volodymyr Zelensky. L’ex premier britannico Boris Johnson è uno degli ambasciatori di “Payback4Ukraine” e per dare una mano negli Stati Uniti ci sono l’avvocato Stefan Cassella, ex numero due dell’antiriciclaggio al dipartimento di Giustizia americano, e Mark Medish, ex assistente speciale di Bill Clinton alla Casa Bianca. Poi c’è una giovanissima procuratrice svizzera di origini ucraine, Tetiana Bersheda, che quando è iniziata l’invasione stava già indagando su un oligarca molto vicino al Cremlino con beni preziosi sparsi per l’Europa.
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