Il pessimismo sulla guerra e su Kyiv non serve: Mosca sta perdendo Analisi di David Ignatius, dal Washington Post
Testata: Il Foglio Data: 22 luglio 2023 Pagina: 24 Autore: David Ignatius Titolo: «Il pessimismo sulla guerra e su Kyiv non serve: Mosca sta perdendo»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 22/07/2023, a pag.24, l'analisi di David Ignatius dal titolo "Il pessimismo sulla guerra e su Kyiv non serve: Mosca sta perdendo".
David Ignatius
Un amico israeliano l’altro giorno mi ha detto che ottimisti e pessimisti muoiono allo stesso modo, ma gli ottimisti vivono meglio. Con lo stesso spirito, guardiamo alla situazione in Ucraina. Quest’estate c’è un’atmosfera cupa sulla guerra. In parte è una questione di percezioni: la controffensiva ucraina sta avanzando più lentamente di quanto molti in occidente sperassero, anche se l’Ucraina sta mantenendo la sua deliberata strategia della pazienza; il vertice della Nato a Vilnius, in Lituania, è stato controverso, nonostante un impegno a favore dell’Ucraina da parte dell’Alleanza sempre più forte. Il malcontento è comprensibile ma sbagliato. Essere nel bel mezzo di un conflitto mette sempre a dura prova i nervi delle persone. Ci si sente come in un tunnel, si avverte un senso di stanchezza e frustrazione, la fiducia si affievolisce e chi combatte inizia ad accusarsi a vicenda. Questa stanchezza della guerra potrebbe affliggere l’Ucraina e i suoi alleati, ma è molto più evidente in Russia. Forse l’Ucraina non sta ancora vincendo questa guerra, ma la Russia sta perdendo – e i suoi leader e il suo popolo lo sanno. Facendo due conti di mezza estate si vede il prezzo che il presidente Vladimir Putin ha pagato in Ucraina. La rabbia pubblica in Russia ha generato quello che Putin ha definito un “ammutinamento armato” da parte del signore della guerra rinnegato Evgeni Prigozhin. Eppure Putin sembra aver paura di punire Prigozhin e il suo gruppo Wagner, che ha superato il malconcio esercito regolare russo. L’esercito di Putin mantiene le sue posizioni difensive in Ucraina, nascondendosi dietro una coltre di mine. Ma il comando e il controllo dell’esercito russo si stanno disintegrando. E’ un pasticcio che Putin sembra incapace di ammettere, e tanto meno di risolvere. Secondo un funzionario della Difesa ucraina, la Russia sta preparando una nuova grande offensiva a est di Kharkiv, che potrebbe sconvolgere i piani ucraini nel sud, ma, visti i risultati pregressi della Russia, è improbabile che alteri l’equilibrio della guerra. Considerando il fallimento delle forze convenzionali russe, c’è l’ovvio pericolo che Putin si rivolga al settore in cui la Russia resta una superpotenza: le armi nucleari. Ma questo sarebbe più rischioso per la Russia che per l’occidente. Qualsiasi dimostrazione nucleare della Russia sul campo di battaglia attirerebbe una devastante risposta militare convenzionale degli Stati Uniti – e probabilmente causerebbe alla Russia la perdita della Cina come alleato. Nel frattempo, per gli Stati Uniti e i suoi alleati della Nato, questi 18 mesi di guerra sono stati una manna strategica, a un costo relativamente basso (a parte per gli ucraini). L’antagonista più temerario dell’occidente ne è rimasto scosso. La Nato è diventata molto più forte con l’aggiunta di Svezia e Finlandia. La Germania si è liberata dalla dipendenza dall’energia russa e, per molti versi, ha riscoperto il suo senso dei valori. I battibecchi della Nato fanno notizia, ma nel complesso questa è stata un’estate trionfale per l’alleanza. Il campo di battaglia ucraino è difficile da valutare da lontano. I resoconti dalle prime linee offrono prove schiaccianti del fatto che l’offensiva è una lotta sanguinosa contro le forze russe di trincea. Ma l’Ucraina continua ad avanzare lentamente a sud e in gran parte dell’est. Kyiv non ha raggiunto l’obiettivo di dividere la fascia di territorio occupata dai russi lungo la costa e di mettere a rischio le forze russe in Crimea. Ma operazioni come l’attacco di lunedì al ponte sullo stretto di Kerch dimostrano che la posizione della Russia è vulnerabile. Come può l’Ucraina avanzare ulteriormente, fino a raggiungere una posizione che le consenta di negoziare con forza un accordo di pace? I funzionari del Pentagono continuano a ricordarmi che, nonostante l’angoscia per la lentezza dell’offensiva, l’Ucraina non ha ancora impegnato il grosso delle sue forze mobili. Sta osservando i punti deboli delle linee russe per poterli superare. Una misura della difficile battaglia che ci attende è stata data martedì dal generale dell’esercito americano Mark Milley: “Penso che ci sia ancora molto da combattere e rimango fedele a quello che abbiamo detto prima: sarà lunga. Sarà dura. Sarà sanguinosa”. I comandanti ucraini dicono di aver bisogno di altre due cose per avere successo. Data la posta in gioco in questa guerra, sarebbe un errore non fornirle. La prima è costituita da missili a più lungo raggio, noti come Atacm, che possono colpire i centri di comando e logistici russi nelle retrovie. La strategia degli ucraini consiste nell’interrompere la rete di comando e la logistica russa e noi dovremmo fornire loro più strumenti, a condizione che i missili non colpiscano obiettivi in Russia (o, per ora, nella Crimea occupata). Il secondo requisito richiesto dall’Ucraina è una migliore difesa aerea e protezione dagli attacchi aerei russi. Gli F-16 non saranno di grande aiuto quest’anno, ma ci sono altri equipaggiamenti nell’arsenale della Nato che l’Ucraina potrebbe utilizzare, forse anche elicotteri e aerei da attacco al suolo. I comandanti statunitensi sapranno qual è il giusto mix di armi, ma la regola di Washington dovrebbe essere quella di fornire ora tutte le armi che avremmo voluto inviare se l’offensiva fallisse. Il presidente Biden ha sempre detto che questa guerra dovrebbe essere risolta attraverso i negoziati e, mentre l’Ucraina avanza, l’Amministrazione dovrebbe lavorare con i partner per esplorare le opzioni diplomatiche. E’ una misura della debolezza della Russia il fatto che alcuni amici di Mosca, come la Turchia e la Cina, sembrano sempre più interessati a una soluzione negoziale. Mentre l’occidente aiuta l’Ucraina ad andare avanti, dovrebbe anche iniziare a esplorare i termini in cui una giusta soluzione di questa guerra potrebbe essere possibile. L’Ucraina avrà bisogno di garanzie di sicurezza, ma anche una Russia radicalmente indebolita vorrà delle garanzie. Le Nazioni Unite devono essere coinvolte, magari con forze di pace che possano stabilizzare i confini dopo il ritiro della Russia dai territori occupati. Dall’altra parte di questa guerra c’è un futuro migliore per tutte le parti in conflitto, compresa un’eventuale Russia dopo Putin. Il problema dei tunnel è che se si continua a percorrerli, l’oscurità alla fine lascia il posto alla luce.
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