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Deborah Fait
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Il triste declino di una dinastia 20/07/2023
Il triste declino di una dinastia
Commento di Deborah Fait

A destra: Robert Kennedy Jr

Una grande famiglia, seppur con una storia controversa, sta immeritatamente concludendo la sua storia nel ridicolo. Incominciamo dal capostipite, Joseph Kennedy Sr, padre di Joseph, John, Robert e Teddy, fu ambasciatore degli Stati Uniti nel Regno Unito. Oltre ai quattro maschi più famosi ebbe altri 5 figli, nove in tutto. Durante la sua vita politica come ambasciatore, non nascose le sue simpatie per la Germania nazista perciò mettiamolo nell’archivio della memoria e dimentichiamoci di lui. A riscattare le nocive idee paterne fu John Fitzgerald Kennedy, conosciuto anche come JFK, o semplicemente Jack, che divenne presidente degli Stati Uniti nel 1960, incantando il mondo intero. Era bello JFK, era giovane, brillante. Con quel ciuffo biondo rossiccio da irlandese aveva fatto subito innamorare l’America e il mondo. Alzi la mano chi non ha sentito un brivido lungo la schiena quando, a Berlino ovest, acclamato dalla folla, pronunciò la famosa frase “Ich bin ein Beliner- Io sono berlinese” . 

Un uomo straordinario, con un fascino che conquistò immediatamente la simpatia degli americani nel momento stesso in cui entrò alla Casa Bianca, a soli 43 anni. Portò con sé una ventata di gioventù, di allegria, di leggerezza e di vita nuova con la sua bella e colta moglie Jacqueline e i due bambini, Caroline e il piccolo John-John. La Casa Bianca divenne luogo di cultura, meta di artisti, scrittori, scienziati, musicisti, premi Nobel, la crema dell’ America, almeno apparentemente bella di allora, di cui oggi resta solo un melanconico ricordo. La sua presidenza è stata caratterizzata da eventi molto importanti: lo sbarco alla Baia dei Porci nel tentativo di rovesciare Fidel Castro, La crisi dei missili a Cuba, La lotta per i diritti degli afroamericani. Fu JFK l’autore del Civil Rights Act, approvato dopo la sua precoce e drammatica morte. La fine di tutto e la caduta nel precipizio avvenne il 22 novembre 1963 quando Lee Harvey Oswlad, accecato da simpatie marxiste, sparò al presidente in visita a Dallas, uccidendolo. Due giorni dopo fu ammazzato anche Oswald, si presume dalla mafia. Io mi recai in America alcuni mesi dopo la morte di Kennedy e mi ritrovai in un paese che si sentiva orfano, ancora estremamente provato dalla tragedia. Boston, la sua bella città natale, era ancora in lutto, la Casa Bianca era abitata da Lindon Johnson, come dire dal giorno alla notte, dal sole alle tenebre. Ebbero inizio gli anni della guerra in Vietnam con tutta la loro tragedia. Migliaia di giovani che disertavano, altre migliaia che morivano in guerra. 

L’assassinio di Jack Kennedy portò con sé per sempre un’illusione di serenità e di buona vita. Da allora niente fu più lo stesso. Non scriverò tutta la storia della famiglia Kennedy, ormai conosciuta dai più. Basti dire che, come colpiti da una maledizione, uno alla volta morirono tutti, e quasi tutti di morte violenta. Di maledizione in maledizione arriviamo all’oggi, precisamente a Robert Kennedy Jr, purtroppo candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, accusato di antisemitismo e razzismo per alcune sue esternazioni e teorie della cospirazione relative al Covid di cui ormai parla da anni, sbandierando il negazionismo, non conoscendo evidentemente altri argomenti. Nei giorni scorsi questo “genio”, uno degli ultimi rampolli di una ex grande famiglia, figlio del suo tempo fatto di decadenza culturale, di ridicole teorie di complotti, ha rincarato la dose delle sue scemenze. La pandemia, per ordine di un ignoto Grande Fratello, era mirata a distruggere determinati popoli e etnie al di fuori dei cinesi e degli ebrei, ritenuti “immuni”. In seguito alle tante contestazioni seguite a queste ridicolaggini, Kennedy si è detto stupito che i suoi commenti siano stati fraintesi ribadendo però che, secondo lui, “alcune etnie sono state risparmiate”. Forse non sa il giovanotto che Israele ha avuto meno vittime Covid perché Netanyahu è stato il primo, il primissimo leader mondiale a portare in Israele il vaccino. Quando negli altri paesi ci si chiedeva che fare e cosa non fare per contrastare la pandemia, e nel frattempo la gente moriva a centinaia di migliaia, in Israele eravamo già stufi di vaccinarci. In Cina sono morte milioni di persone. Allora di cosa blatera Robert Jr? La famiglia Kennedy, dopo la grandezza di Jack e Bob, dopo le tante disgrazie che l’hanno decimata, si ritrova adesso a dover presentare al mondo un ultimo rampollo di cui il padre Robert Sr e lo zio indimenticabile presidente, si vergognerebbero mortalmente. Noi israeliani possiamo solo augurarci che, dopo la disgrazia Biden, non ci capiti un’altra più grossa con Robert Kennedy jr che di grande ha solamente il cognome.

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Deborah Fait

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