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Europa Rassegna Stampa
16.05.2003 Disinformazia in stile DC
Come Europa disinforma i suoi lettori

Testata: Europa
Data: 16 maggio 2003
Pagina: 2
Autore: Saad Kiwan
Titolo: «Il muro di Ariel Sharon ferma la missione di pace di Powell»
Già il titolo fa rabbrividire: Sharon ormai cattivo di turno blocca addirittura l'intervento degli Usa per la Road Map, peccato però che un' analisi un poco più profonda della situazione aiuti a chiarire le azioni del premier israeliano che si dedica solo alla sicurezza interna.
Il vecchio Popolo democristiano, anche se oggi si chiama Europa, non è cambiato per nulla e questo quotidiano, così "europeo", non ha cambiato il suo dna.

Newsweek si interroga sul rischio che Yasser Arafat possa sabotare la Road Map, il progetto di pace che gli Stati Uniti vorrebbero imporre a Israele e palestinesi. Il giornalista osserva la residenza di Arafat e commenta:" Sembra una discarica". Ma lo stesso giornalista non si è chiesto che "valore morale" ci sia nel costringere un presidente democraticamente eletto a vivere in quelle condizioni, mentre gli Stati Uniti vanno in giro predicando la democrazia nel mondo arabo. Arafat, simbolo vivente della causa palestinese, non merita di vivere questa "nuova era" americano-israeliana.
Povero Arafat, democraticamente (sic !) eletto, costretto in una casa che non si addice al "simbolo della causa palestinese": ma se lui è il simbolo, anche le organizzazioni terroristiche che hanno causato morti e feriti tra i cittadini israeliani, lo sono? è lui il simbolo, che manda a morire i suoi cittadini, è lui il simbolo, che non ha mai dimostrato di voler veramente la pace per dare ai suoi elettori finalmente uno Stato dove vivere?
Il valore morale sta proprio nella volontà americana di portare la democrazia e la "nuova era" non ha nessuna intenzione di vedere ancora Arafat muoversi nella politica internazionale.

Alla fine del suo secondo viaggio in Medio Oriente, il segretario di stato americano, Colin Powell, ha un programma dichiarato: usare nei confronti dell'Autorità palestinese lo stesso approccio usato nei confronti dell'Iraq, ma anche della Siria e del Libano. Ovverosia minacciare l'isolamento totale per cercare di ottenere una "normalizzazione" dei rapporti. Il primo obbiettivo della missione di Powell è quello di "liberare" Mahmud Abbas ( Abu Mazen)dal peso di Arafat, e fargli comprendere che ciò che era possibile prima della caduta di Bagdad, oggi diventa difficile.
Nel corso degli ultimi mesi, la posizione di Abu Mazen è stata ben diversa da quella di Arafat, avendo provato ad attivare un dialogo interno tra le diverse componenti dell'intifada, e cercando di ottenere una tregua.
Il nostro commento è: speriamo. Speriamo che Abu Mazen riesca a differenziare la sua politica da quella del suo predecessore e dittatore, speriamo che la zona si possa veramente "normalizzare" e che gli "avvisi" a Siria e Libano servano veramente a smantellare le organizzazioni terroristiche.
...L'obbiettivo, in sostanza, è quello di spingere i palestinesi verso una guerra civile, e quindi portare l'Autorità nazionale ad uno scontro armato con i gruppi dell'Intifada...
Mentre la Siria si è dovuta accontentare di un preciso monito: chiudere immediatamente le sedi dei gruppi palestinesi considerati "estremisti" e "terroristi".
L'obbiettivo è quello di smantellare le organizzazioni armate terroristiche (senza virgolette) e di portare finalmente pace e democrazia.
Che gli elettori della Margherita debbano essere "informati" da articoli come quello riportato è cosa penosa. Ci auguriamo che fra i nostri lettori ci sia qualche elettore della Margherita. Lo invitiamo a scrivere al giornale del suo partito.

Invitiamo i lettori di informazionecorretta ad inviare il loro parere a Europa cliccando sulla e-mail sottostante

segr.redazione@europaquotidiano

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