"Benvenuti a Tel Aviv nella Palestina occupata": Ryanair non ha ancora chiesto scusa
Commento di Deborah Fait
Forse la notizia, anche se gravissima, è passata inosservata visto che non c’è stata eco sui giornali. O forse cose come cancellare, seppur verbalmente, uno stato sovrano, nello specifico Israele, fa parte della normalità ormai. Una normalità inaccettabile e rivoltante. È accaduto che pochi giorni fa ai passeggeri del volo Ryanair, da Treviso a Tel Aviv, che si sono sentiti dire da un assistente di volo “Siete pregati di restare ai vostri posti. Stiamo atterrando a Tel Aviv, nella Palestina occupata”, in italiano e in inglese. Un passeggero che, scandalizzato, aveva tentato di fotografare l’assistente in questione, è stato minacciato di arresto. Tutti gli altri, indignati, hanno immediatamente chiesto di correggere l’annuncio e di chiedere scusa. “Non abbiamo comprato il biglietto per sentire le opinioni politiche e antiisraeliane dell’assistente di volo. Tutto quello che gli abbiamo chiesto è stato correggere e dire che Tel Aviv è in Israele.”
Niente da fare, le loro rischiste sono state rifiutate e sono stati anche accusati di creare confusione e di mettere in pericolo il volo. L’assistente non portava la targhetta con il nome quindi è stato impossibile identificarlo per una ulteriore denuncia. Al momento la compagnia, la cui sede è a Dublino, Irlanda ( paese notoriamente antisionista/antisemita), ha rifiutato di rispondere alle tante proteste, tantomeno si è premurata di chiedere scusa. Gli anni passano inesorabili ma il vizio resta. L’immoralità della menzogna, dell’odio antiisraeliano, il malcostume di manipolare la storia di Israele a seconda della propria ideologia distorta e ignorante. Non è la prima volta che Israele viene cancellato e sostituito con una fantasiosa quanto inesistente Palestina. Era successo anni fa con l’Air France e anche, se non ricordo male, saltuariamente con altre compagnie aeree, a seconda delle idee politiche e in malafede del personale di volo. Assurdo, incredibile e scandaloso che la politica e la menzogna entrino a gamba tesa in quelli che dovrebbero essere solamente voli turistici, doverosamente imparziali e asettici nei confronti dei paesi in cui sono diretti. Il punto è che non esiste, né è mai esistita, alcuna questione storica in grado di coinvolgere l’opinione pubblica, supportando totalmente una causa, sempre e soltanto quella palestinese, come il conflitto arabo-israeliano. Ribaltare la storia e ritenere Israele colpevole di occupare terre altrui è parte del pensiero comune della maggior parte della gente, obnubilata dalla propaganda incalzante e dalla presa di posizione pro palestinese della maggior parte dei media internazionali. A chi non è capitato un tentativo di spiegare la situazione, adducendo le ragioni di un Israele da sempre aggredito nella sua esistenza, da sempre boicottato, esecrato, e di sentirsi rispondere con sufficienza: -si, si, questo lo dici tu ma l’altra campana?- Come l’altra campana! La sentono da sempre, lo scrivono i giornali, lo dicono le televisioni, lo piagnucolano a destra e a manca gli arabi cosiddetti palestinesi. L’altra campana la sentono quotidianamente con tutte le bugie e le manipolazioni che ciò comporta. Sono le ragioni di Israele, è la verità storica che rifiutano di ascoltare e di verificare perché significherebbe smettere di odiare, significherebbe ammettere finalmente di aver detto e ascoltato solo menzogne. Significherebbe finalmente capire la tragedia di un popolo che in tutta la sua storia non ha potuto godere un solo giorno di vera pace e che, nonostante tutto, non si lamenta e cerca di vivere felice. E capire non vogliono. La maggior parte dell’opinione pubblica vive della rendita di odio fornita su un piatto d’argento delle numerose campagne antiisraeliane degli anni 60/70/80/90 del secolo scorso quando l’ideologia terzomondista era al suo apice.Quando l’odio antisemita si abbeverava persino del sangue dei tanti ebrei ammazzati in Israele e in Europa dal terrorismo palestinese. Quanto dolore abbiamo provato nel vedere che per noi non c’era pietà. Quanta rabbia impotente quando, mentre venivamo massacrati dai kamikaze sugli autobus e nelle strade di Israele, dai porti italiani partivano le barche piene di gentaglia urlante Viva la Palestina, Viva Hamas, abbasso i sionisti. Si, passano gli anni, non passa l’odio, non passa l’ignoranza, non passa il pregiudizio. Un portavoce di Ryanair ha osato rilasciare il seguente comunicato “ Un errore inspiegabile ma innocente, senza sfumature o intenti politici ”. Eh no, bello mio. Quale errore? Cancellare uno stato sovrano e sostituirlo con un altro, per giunta inesistente, non è uno sbaglio, tantomeno innocente. Falsificare la storia non è un errore, è volontà di negare l’esistenza di un Israele sovrano nella sua terra. È ideologia antisemita, è odio, è propaganda! Non si può far passare per normale una cosa così. Lo so che non finirà mai, siamo tutti consapevoli che la manipolazione storica contro Israele è entrata nel DNA dell’opinione pubblica e degli organi che dovrebbero informare. La speranza che si esauriscano odio e pregiudizio è pura utopia da visionari. Una cosa però possiamo fare, la più semplice e forse la più stupida ma che potrebbe funzionare se non altro dal punto di vista morale: le compagnie aeree sono tante, non è necessario volare Ryanair!