A quando l'Ucraina nella Nato? Cronaca di Paolo Mastrolilli
Testata: La Repubblica Data: 17 giugno 2023 Pagina: 16 Autore: Paolo Mastrolilli Titolo: «Nato divisa sull’adesione ucraina si lavora a una procedura breve Stoltenberg verso il rinnovo»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 17/06/2023, a pag. 16, con il titolo "Nato divisa sull’adesione ucraina si lavora a una procedura breve Stoltenberg verso il rinnovo" la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
Jens Stoltenberg con Volodymyr Zelensky
NEW YORK — Corsia preferenziale per l’ammissione dell’Ucraina nella Nato, e creazione di un Consiglio tra Kiev e l’Alleanza, per armonizzare le pratiche politiche e militari in vista di quando ne diventerà membro. È la linea di compromesso emersa all’incontro tra i ministri della Difesa, tenuta nei giorni scorsi a Bruxelles, che dovrebbe essere sancita dal vertice dei leader in programma a Vilnius l’11 e 12 luglio. Per accompagnarla, visto che non si trova l’accordo sul prossimo segretario generale, aumentano le voci favorevoli ad un altro prolungamento del mandato del norvegese Jens Stoltenberg, anche se lui smentisce. Quanto all’ingresso della Svezia, tutti vorrebbero renderlo ufficiale il mese prossimo in Lituania, ma le resistenze della Turchia non sono ancora superate, nonostante la campagna elettorale sia finita e il presidente Erdogan abbia ottenuto la conferma. L’Ucraina era ovviamente al centro dell’incontro tra i ministri della Difesa dei Paesi Nato, e nonsolo per la controffensiva in corso. I venti politici che tirano potrebbero indebolire il sostegno occidentale, soprattutto se Trump riuscisse a vincere le presidenziali del prossimo anno. Quindi bisogna accelerare il più possibile le operazioni nell’anno e mezzo che resta di sicuro, cercando anche di stabilire indirizzi vincolanti per il futuro. I Paesi dell’Europa orientale sono sempre stati più favorevoli all’ingresso di Kiev, perché garantirebbe anche la loro protezione, spostando i confini dell’Alleanza a ridosso di quelli russi. Pure gli altri però si stanno muovendo verso questa posizione, perché se l’Ucraina è ormai destinata ad entrare nell’Unione Europea, non ritengono che ciò sia possibile senza avere la protezione della Nato. Cosa succederebbe, infatti, se un Paese della Ue fosse aggredito da Putin, senza contare sulle garanzie offerte dall’Articolo V dell’Alleanza Atlantica? Francia, Italia o Spagna dovrebbero salvarlo, senza l’aiuto degli Stati Uniti? Germania e Usa finora hanno frenato, perché Berlino vuole prevenire il più possibile l’escalation, mentre Washington cerca appunto di evitare il coinvolgimento diretto in un conflitto che minaccia di scatenare la Terza guerra mondiale. I fatti sul terreno però corrono più veloci delle buone intenzioni, e quindi le posizioni si stanno evolvendo. Come compromesso, durante la recente visita a Washington Stoltenberg ha proposto di evitare a Kiev il “Membership action plan” (Map), ossia la lunga procedura a cui devono sottoporsi i candidati. Zelensky non verrà ammesso a Vilnius, ma otterrà una corsia preferenziale per entrare, quando sarà il momento, presumibilmente dopo la fine della guerra. Nello stesso tempo verrà costituito un Consiglio Ucraina-Nato per iniziare ad armonizzare le pratiche. Biden sembra favorevole a questa soluzione, e infatti ieri Stoltenberg ha detto che Kiev «diventerà membro della Nato e la Russia non avrà potere di veto». La Turchia però ha impedito l’approvazione del nuovo piano di difesa dell’Alleanza, per obiezioni sul ruolo di Cipro. Per accompagnare questo processo, è possibile u n nuovo prolungamento del mandato di Stoltenberg, visto che non c’è accordo sui tre candidati forti, cioè la premier danese Mette, quella estone Kallas, e il ministro britannico Wallace. Il norvegese ieri ha smentito, ma bisogna vedere se il no resterebbe così fermo, nel caso in cui tutti gli chiedessero di restare come unica soluzione condivisa per guidare la delicata transizione.