Onu: chi condanna Israele Ma la Libia, ovviamente, campione di tutti i diritti civili
Testata: Libero Data: 13 maggio 2003 Pagina: 13 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Gheddafi all'Onu ribalta i diritti: condanne a Israele, salvo Fidel»
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero martedì 13 maggio 2003 Quattro condanne contro lo stato di Israele in una sola sessione della Commissione diritti umani dell'Onu, la prima a presidenza libica, apertasi lo scorso 25 marzo e chiusasi a metà aprile e una solenne promessa di continuare in questa direzione, sollecitando sanzioni internazionali e interventi militari. Ne ha fatta di strada l'avvocato Najat Al Hajjaji, la gentile signora scelta da Gheddafi per rappresentarlo istituzionalmente all'Onu. Eletta lo scorso 20 gennaio con 33 voti a favore, 3 contro e 17 astensioni. Nonchè, per quanto dice il portavoce del ministero degli esteri di Tripoli Hassuna al Shaoush, grazie alle discrete pressioni di Francia e Italia a suo favore. Durante la 59esima sessione dell'organismo Onu che dovrebbe vigilare sull'applicazione dei diritti umani, subito Israele, ma anche gli Usa e il Giappone si sono trovati sul banco degli imputati. I media sapientemente hanno glissato. Tanto c'era la guerra. Israele viene condannato per le colonie, per il trattamento dei prigionieri terroristi palestinesi e di quelli libanesi, per l'occupazione del Golan siriano e per il trattamento degli arabi nei territori occupati. Senza dimenticare i gravi torti contro Yasser Arafat "confinato ingiustamente a Ramallah". L'America ha evitato la condanna ma non l'arringa della rappresentante cubana Maria Del Carmen che, a proposito di razzismo e dintorni, arriva ad affermare che "il caso degli Stati Uniti d'America è illustrativo della istituzionalizzazione sistematica del razzismo". Naturalmente "con il pretesto della lotta al terrorismo dopo l'11 settembre". Infine il Giappone che ha dovuto sorbirsi la filippica sulle passate presunte discriminazioni razziali a danno dei coreani, da parte di Kim Yong Ho il rappresentante della repubblica popolare coreana. E in questo mondo alla rovescia della Commissione diritti umani dell'Onu, versione libica, Israele è sempre il capro espiatorio prediletto. Oltre alle condanne suddette ha dovuto sopportate lo scorso 17 marzo di vedere accogliere un documento dell'"osservatore palestinese" Nabil Ramlawi che molto sobriamente chiedeva un intervento militare "per cancellare Israele dal mondo così come si fece a suo tempo con la Germania nazista". Di qualche giorno fa, infine, l'ultima gaffe: cacciare via il Simon Wiesenthal Center dalle ong con potere consultivo all'Onu e questo perchè la Libia pretende le scuse ufficiali da coloro che avevano osato definirla "indegna" di presiedere la commissione diritti umani . Amnesty International nel 2000 dedicava alla Libia di Gheddafi svariate pagine di un proprio rapporto: torture, incarcerazioni senza processo fino a 15 anni, esecuzioni extra giudiziali dentro e fuori dalla repubblica di jamaahiria, desaparecidos, oppositori morti in carcere. Senza dimenticare i due attentati terroristici ad aerei di linea, quello di Lockerbie in Scozia del 1988 e quello francese del 1989 sul Niger (270 e 170 morti). Poi qualcuno in Italia ricorda anche Ustica e la strage di Bologna (27 giugno e 2 agosto 1980), per le quali purtroppo ci sono solo forti sospetti . Amnesty parla anche di esecuzioni e di desaparecidos. I casi più noti sono quelli di Adel Ghayt al Warfalli, "giustiziato extragiudizialmente" a Bengasi il 15 luglio 1995 e quello di Abu Bakr al Fahkri, ucciso a Sabah a bordo della propria auto nell'estate del 1996. Tra gli scomparsi le storie più conosciute sono quelle di Izzat Youssef al Maqrif, membro dell'opposizione in esilio al Cairo e scomparso in loco nel marzo del 1990 e quello di Jaballah Hamed Matar, anche lui desaparecido in Egitto nel 1994.
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