Offensiva ucraina, i russi arretrano Cronaca di Paolo Brera
Testata: La Repubblica Data: 12 giugno 2023 Pagina: 6 Autore: Paolo Brera Titolo: «Il cuneo degli ucraini tra le armate di Mosca, Kiev riprende 4 villaggi»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/06/2023, a pag. 6, con il titolo “Il cuneo degli ucraini tra le armate di Mosca, Kiev riprende 4 villaggi” l'analisi di Paolo Brera.
Il capo dei servizi segreti militari ucraini, Kyrylo Budanov, gira un video di trenta secondi e non dice una sola parola. Resta muto, assoluto silenzio. Solo alla fine accenna un sorriso sornione: «Novità in arrivo. I piani richiedono il silenzio», è scritto nella didascalia. È uno squillo di tromba a volume zero, ma non per questo meno roboante di quello della cavalleria all’assalto: lancia una nuova fase attiva della guerra di liberazione ucraina, e in poche ore se ne vedono i risultati. L’affondo conquista stabilmente i primi tre villaggi sotto occupazione russa. Si issano le bandiere gialle e blu sui tre insediamenti lungo le sponde sinuose del Mokri Yaly, un fiumiciattolo che irriga le campagne nel Sud a cavallo tra le regioni di Donetsk e Zaporizhzhya. Nei combattimenti salta in aria una chiusa irrigua e per gli ucraini sono i russi che hanno «fatto saltare una nuova diga» per fermare la loro avanzata inondando le aree in cui era in corso.
Kyrylo Budanov
Niente a che vedere con il disastro di Nova Kakhovka, ma è un altro segnale che la posta sul tavolo si è improvvisamente alzata. Dopo settimane di assaggi di controffensiva lungo l’intera linea di attrito per testare la reazione dei russi, ieri è dunque scattato il primo vero affondo. Neskuchne e Blahodatne sono due paesini ormai disabitati in cui prima della guerra vivevano poche centinaia di abitanti, insediamenti in “zona grigia” — cioè contesa dai due eserciti — alla periferia della cittadina di Velyka Novosilka, 5mila anime sotto controllo ucraino. I soldati di Kiev hanno conquistato il secondo sfondando le mura dell’edificio in cui si trovava il comando russo, e girando un video mentre entrano all’interno. Secondo il loro racconto avrebbero chiesto ai russi di arrendersi, e di fronte al loro rifiuto «sono stati eliminati». Altri soldati nel paesino si sono poi consegnati. Più a valle, in serata, Kiev ha annunciato la liberazione di un terzo villaggio, Makarivka. Secondo la compagnia mercenaria russa Wagner «gli ucraini sono riusciti ad avanzare di 6-7 chilometri negli ultimi giorni». La milizia di Prigozhin conferma che Neskuchne e Blahodatne «sono saldamente sotto il loro controllo » e aggiunge che «anche il villaggio di Storozheve è presumibilmente occupato da Kiev mentre sull’altra sponda del fiume Mokry Yaly il nemico attacca le nostre truppe nel villaggio di Urozhaynoye». Movimenti interessanti soprattutto per le implicazioni strategiche: minacciano una manovra a cuneo lungo la linea di congiunzione tra il comando dell’armata russa Sud, la Quinta Armata, e quello della Repubblica di Donetsk in cui operano i filorussi secessionisti e reparti di fanteria e marina russa. È la tattica che usarono i sovietici a Stalingrado: vinsero infilandosi tra i tedeschi e l’armata romena. Ed è una via da cui, se riuscissero a sfondare, si aprirebbe la strada per Mariupol. Ma i paesini conquistati sono piccoli avamposti presidati da pochi soldati, la vera linea difensiva con le trincee protette da campi minati e artiglieria pesante sono qualche chilometro a Sud. Presto vedremo se gliucraini proseguiranno l’azione o se era l’ennesimo diversivo. «Si stanno svolgendo azioni difensive e controffensive: non darò dettagli, penso che lo vedremo», aveva detto sabato il presidente Zelensky. Ieri ha ringraziato «i nostri soldati per questa giornata, per le offensive » delle divisioni «di Khortytsia e Tauria. A tutti coloro che stanno combattendo, che sono in posizione, a tutti coloro che aiutano: grazie per ogni passo, per ogni scontro, per ogni occupante ucciso». E intanto si segnalano nuovi attacchi alle ferrovie russe in Crimea, a Belgorod e vicino a Mariupol per tagliare i rifornimenti e la logistica militare, una tattica rivendicata dai servizi militari ucraini in un’intervista aRepubblica nelle scorse settimane. E Mosca ha denunciato ieri il tentativo di far colare a picco con i droni una sua fregata a difesa dei gasdotti nel mar Nero, attacco respinto «senza danni». Ma neppure i russi stanno a guardare: continuano ad attaccare le retrovie ucraine e a colpire con artiglieria e cecchini: ieri hanno ucciso tre civili sparando a una barca che per Kiev «traghettava in salvo i civili salvati dall’inondazione di Kherson». Erano sulla riva sinistra, occupata dai russi.
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