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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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“Incidente di frontiera”: l'amara realtà 06/06/2023
“Incidente di frontiera”: l'amara realtà
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Troops killed along Egypt border named: Ohad Dahan, Lia Ben Nun, Ori  Yitzhak Iluz | The Times of Israel
I tre giovani soldati israeliani uccisi

E’ stato uno di quei risvegli tragici che in Israele sono fin troppo abituali. Tre giovani soldati – il “più anziano” aveva solo vent'anni – sono stati uccisi da un soldato egiziano, che era riuscito a passare il confine senza farsi vedere. Un confine che separa due Paesi in pace tra di loro.  Ci dicono che si tratta di un incidente isolato e che il soldato ha agito da solo. Ci sono quelli che, dal Cairo a Gerusalemme, insistono maggiormente sul fatto che questo incidente isolato non mette in alcun modo in discussione le ottime relazioni e la cooperazione in materia di sicurezza tra i due Paesi. Eppure... L'esercito israeliano dispiega mezzi considerevoli per proteggere questo confine di pace. Contro chi? Contro i corrieri della droga che occasionalmente contrabbandano anche armi e munizioni . Ci sarebbero dozzine di tali tentativi al mese. L'esercito  ne blocca la stragrande maggioranza, non tutti. Ma a proposito, come fanno questi contrabbandieri ad arrivare al confine senza essere fermati dall'esercito egiziano che pattuglia dall'altra parte? E come ha potuto questo soldato egiziano attraversare il confine senza essere notato dai suoi colleghi? Si sussurra a mezza voce che per questo scopo vi sono distaccati  reparti non d'élite dell'esercito egiziano e che molti soldati sono dei piccoli criminali che hanno scelto di servire sotto  la bandiera del proprio Paese piuttosto che di languire nelle carceri. Alcuni di loro sarebbero disposti a chiudere un occhio sul traffico di droga per evitare di trovarsi di fronte a bande di contrabbandieri armati di tutto punto – o in cambio di un compenso? Ci viene anche detto che il soldato aveva preparato con cura la sua operazione, era dotato di un mitra, di sei caricatori e di un Corano. Questo perché, secondo fonti ufficiali egiziane, lui di recente si era  radicalizzato . E va proprio nell'esercito. È l'unico? Se i suoi superiori lo sapevano, non si sono chiesti se non fosse necessario rimuoverlo dal confine?           

Ma senza dubbio più grave, In un primo momento, le autorità egiziane hanno cercato di presentare una versione completamente diversa dei fatti. Secondo una dichiarazione del portavoce dell'esercito , “Un membro del personale di sicurezza del confine egiziano e tre membri del personale di sicurezza del confine israeliano sono stati uccisi e altri due feriti, in uno scontro a fuoco mentre il personale egiziano stava inseguendo i trafficanti di droga attraverso il confine nelle prime ore di sabato mattina.” Il principale quotidiano Al Ahram riferisce che il generale Zaki, Ministro della Difesa, “ha presentato le sue condoglianze alle vittime di entrambe le parti.”  Insomma, mentre i funzionari israeliani ed egiziani si riempiono la bocca con spiegazioni rassicuranti, e mentre in Israele piangiamo queste giovani vite brutalmente falciate, in Egitto l'atmosfera è molto diversa. I social network sono pieni di elogi per l'impresa di questo eroe solitario venuto a schernire gli ebrei. Il fatto è che, più di quarant'anni dopo il trattato di pace con Israele, l'ostilità, per non dire l'odio di gran parte della popolazione, sostenuta dall'educazione e dai sermoni, è ancora più forte che mai.

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Michelle Mazel

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