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La Repubblica Rassegna Stampa
04.06.2023 L'Iran avanza in Nord Africa
Analisi di Gianluca Di Feo

Testata: La Repubblica
Data: 04 giugno 2023
Pagina: 11
Autore: Gianluca Di Feo
Titolo: «La diplomazia dei droni così gli ayatollah sbarcano nel Sahel»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/06/2023, a pag. 11, con il titolo "La diplomazia dei droni così gli ayatollah sbarcano nel Sahel" l'analisi di Gianluca Di Feo.

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Gianluca Di Feo

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Il vento cancella in fretta le impronte nel deserto, rendendo impossibile scoprire le piste degli emissari che imbastiscono traffici e trame. Si muovono nel segreto per mesi, senza lasciare tracce nette del loro lavoro ma soltanto voci confuse nelle città attraversate dalle carovaniere che uniscono il cuore dell’Africa alle coste del Mediterraneo. Poi all’improvviso la coltre di riservatezza si dissolve e i piani appaiono chiari: l’Iran è pronto a tornare protagonista nel Continente e in particolare nel Sahel, la regione più turbolenta di tutte dove imperversa la rivolta jihadista e dove l’influenza russa sta poco alla volta spezzando ogni legame con l’Occidente. A rendere manifesto il disegno è stata la firma a Teheran di un accordo tra il ministro della Difesa, Mohammed Reza Ashtiani, e il suo collega del Mali, il colonnello Sadio Camara, che prevede la consegna di equipaggiamenti e l’addestramentodell’esercito maliano. Una mossa sicuramente favorita dalla Wagner, che dopo il secondo golpe a Bamako è diventata l’alter ego della giunta militare, trasferendo sul campo armi e mercenari per combattere i gruppi jihadisti. Finora però neppure l’impiego di cacciabombardieri ed elicotteri da battaglia arrivati da Mosca ha permesso di sconfiggere le schiere fondamentaliste ed ecco che un nuovo soggetto si prepara a irrompere sul terreno: «La Repubblica Islamica - hanno promesso gli ayatollah - non risparmierà sforzi per irrobustire le difese del Mali contro i terroristi. Siamo pronti a trasferire conoscenze e impianti nel campo delle forniture militari, così come addestramento e competenza per affrontare le formazioni ribelli». Negli scorsi mesi alcuni analisti avevano segnalato l’improvviso attivismo di società aperte da iranianinel Mali e nel vicino Burkina Faso, altra terra di missione della Wagner, usate da figure apicali dei Guardiani della rivoluzione per procurarsi materiali sotto embargo: in particolare quattro grandi velivoli passeggeri Airbus A-340, dismessi dall’Aeronautica militare francese sono finiti attraverso queste mediazioni oscure nelle mani della Mahan Air dei pasdaran. Se questi episodi erano solo campanelli d’allarme, la firma dell’accordo di Teheran cambia completamente lo scenario: in Malipotrebbe ripetersi presto l’intervento congiunto di mercenari russi e miliziani iraniani contro lo Stato islamico che già era entrato in azione in Siria per sostenere il regime di Damasco. Il colonnello Camara ha infatti parlato di “volontari” in arrivo dall’Iran, termine che spesso indica la “legione straniera” sciita composta da iracheni, afghani e siriani agli ordini dei Guardiani della rivoluzione. La prima tappa di un’operazione che potrebbe poi allargarsi al Burkina Faso, dove i golpisti non riescono acontenere le incursioni jihadiste e hanno pochissime risorse. Queste manovre hanno un punto di riferimento importante nella regione: l’Algeria, in ottime relazioni sia con Mosca che con Teheran, preoccupata che il contagio delle ribellioni islamiste possa spingersi fino alle sue città. Allo stesso tempo, gli algerini sono stati accusati di sfruttare i rapporti con gli ayatollah per riaccendere vecchie contese: in particolar modo avrebbero reso possibile la consegna di droni iraniani alle forze del Polisario, l’entità del Sahara occidentale che si è scissa dal Marocco, Paese che ha riallacciato i rapporti con Israele. Gli stessi droni venduti al governo etiope durante la recente guerra civile e a quello somalo per lottare contro gli Shabab: armi sofisticate ed efficaci, come si è visto in Ucraina, che contribuiscono a consolidare la penetrazione di Teheran. Negli ultimi anni la teocrazia non ha nascosto la volontà di aumentare l’influenza in tutto il Continente. Un programma che prevede linee d’azione economiche, come gli investimenti in Guinea Bissau e lo scalo merci in Eritrea, e religiose, come il sostegno alle comunità sciite della Nigeria: ci sono trattative diplomatiche al massimo livello con Mauritania e Tanzania. Ma c’è chi teme che gli iraniani vogliano ripetere una campagna in grande stile come quella lanciata negli anni Ottanta da Khomeini in persona. Adesso infatti a partire dal Mali offrono sostegno militare e intensificano la propaganda contro Ue e Usa: «La storia dimostra che gli occidentali diffondono il terrorismo in Africa per giustificare la loro presenza e l’interferenza negli affari interni degli Stati», ha detto il ministro della Difesa iraniano. Di fatto, prima i russi e ora gli iraniani si inseriscono nel vuoto aperto dal ritiro dei militari statunitensi e francesi, preparandosi così ad allargarele loro mire all’intero Sahel.

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