La pirateria russa nel Mar Nero Analisi di Kurt Volker
Testata: La Repubblica Data: 01 giugno 2023 Pagina: 25 Autore: Kurt Volker Titolo: «La pirateria russa nel Mar Nero»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/06/2023, a pag. 25, con il titolo "La pirateria russa nel Mar Nero" l'analisi di Kurt Volker.
Kurt Volker
Il blocco imposto dalla Russia nel Mar Nero al commercio marittimo con l’Ucraina è pura pirateria, o quantomeno minaccia di pirateria. La reazione della comunità internazionale è flebile. Accettando le minacce della Russia, che promette di affondare navi commerciali battenti bandiera straniera in acque internazionali, abbiamo permesso al Cremlino di ricattare tutto il mondo. Il ricatto continua. La minaccia di strozzare le esportazioni di cerali verso il resto del mondo se non verranno fatte nuove concessioni è un tema ricorrente nei discorsi dei portavoce russi. Il 29 maggio il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha detto: “Se tutto resterà com’è ora, dovremo prendere atto che l’accordo non funziona più”. La dichiarazione è arrivata solo dodici giorni dopo la proroga di due mesi del precedente accordo sul grano, grazie al quale tonnellate di cereali ucraini possono essere trasportate verso i mercati globali, purché le navi percorrano un ben specifico canale “verde” e siano soggette all’ispezione di Nazioni Unite, Russia, Ucraina e Turchia prima di accedere al Bosforo. Le minacce russe non sono solo parole: le navi da guerra russe hanno posato mine navali e sparato missili contro navi commerciali che tentavano di lasciare o si dirigevano verso i porti ucraini, indipendentemente dalla loro bandiera. L’accordo sul grano ha attribuito alla Russia un controllo senza precedenti sul traffico nel Mar Nero, nonostante il Paese abbia legalmente diritto solo al 10 per cento delle coste e abbia sottoscritto la convenzione di Montreux, stilata per garantire la libertà di commercio attraverso Bosforo e Dardanelli, e che attribuisce alla Turchia il compito di garantire la libera navigazione. È ora di spezzare il blocco russo. Ecco come. Dal punto di vista politico, Stati Uniti, Regno Unito, Paesi Bassi, membri del G7, Unione Europea e tutti i Paesi Nato dovrebbero ordinare alla Russia di rimuovere subito ogni impedimento al normale traffico commerciale nelle acque internazionali del Mar Nero e far intendere che ci si attende anche l’immediata riapertura dei porti ucraini. Gli alleati occidentali e l’Ucraina dovrebbero aprire un dialogo diretto con la Turchia riguardo alle misure pratiche da adottare per ripristinare il ruolo assegnatole dalla convenzione. Per mitigare il problema delle mine navali – alcune delle quali si sono disancorate e vagano per il Mar Nero – si dovrebbero rendere disponibili più mezzi antimine. L’Ucraina attende dei dragamine dal Regno Unito, ma Olanda, Germania, Canada e Stati Uniti hanno grandi possibilità di contribuire allo sminamento. Tali mezzi potrebbero essere dispiegati direttamente nel mar Nero oppure, se la Turchia ne facilitasse il passaggio attraverso gli stretti, potrebbero essere assegnati alla Romania come equipaggiamento di difesa. La Romania - membro della Nato e Stato che affaccia sul Mar Nero – potrebbe condurre le operazioni di sminamento. In alternativa all’ingresso nel Mar Nero dagli stretti, alcuni mezzi potrebbero raggiungere le coste romene navigando lungo ilDanubio. Nel contesto della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, i governi dovrebbero istituire dei programmi per fornire copertura assicurativa dai rischi di guerra alle compagine marittime impegnate in commerci diretti con l’Ucraina. L’assicurazione dovrebbe coprire sia le navi che il carico. Le compagnie più grandi del mondo potrebbero comunque rifiutarsi di operare nell’area ma molte compagnie più piccole – già impegnate nel corridoio del grano – potrebbero essere interessate. I Paesi membri della Nato dovrebbero dedicarsi a operazioni inoffensive a tutela della libertà di navigazione nelle acque internazionali del Mar Nero. E dovrebbero lanciare un avvertimento: qualunque attacco alle compagnie marittime nel Mar Nero sarà considerato un atto di pirateria e non sarà tollerato. Qualcuno potrebbe osservare che il contrasto al blocco potrebbe essere interpretato dalla Russia come una provocazione o portare a un conflitto diretto fra Russia e Occidente. Ma gli Stati Uniti farebbero bene a ricordare la loro storia. Le radici della moderna marina americana risalgono al Naval Act del 1794 con il quale, per contrastare i pirati nordafricani della costa berbera, per la prima volta il Congresso approvò la costruzione di navi da guerra, per difendere le navi mercantili americane nel Mediterraneo. Permettendo l’imposizione di restrizioni sul Mar Nero, gli Stati Uniti si discostano parecchio dalla loro tradizionale posizione nei confronti della libertà di navigazione. Ogni anno, il dipartimento della Difesa americano consegna al Congresso un Rapporto sulla libertà di navigazione. L’ultimo rapporto, che è stato rilasciato il 21 aprile e riguarda il 2022, non fa menzione delle limitazioni imposte dalla Russia nel Mar Nero. Probabilmente perché la convenzione di Montreux impone delle limitazioni alla navigazione militare negli stretti, il che significa che la libertà di navigazione è già limitata dal trattato. Ma i termini della Convenzione non impediscono in alcun modo la libera circolazione di navi mercantili, tutt’altro. Sono le azioni intraprese dalla Russia a partire dal febbraio del 2022 ad aver imposto le restrizioni. Il grande porto di Odessa, che è in realtà l’unione di diversi porti, è uno snodo vitale per l’economia dell’Ucraina. Le reti stradali e ferroviarie del Paese dirette verso l’Europa stanno già funzionando a pieno regime ma non sono sufficienti a reggere il carico di tutte le importazioni ed esportazioni del Paese. Mentre ci si prepara alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina che si terrà a Londra il 21 e 22 giugno, nessuna azione potrebbe avere un impatto maggiore sull’economia ucraina della riapertura del porto di Odessa al normale traffico commerciale, portacontainer comprese. Sarebbe incredibilmente arrogante e sconsiderato, da parte della Russia, attaccare il commercio internazionale nelle acque aperte del Mar Nero. È ora di smascherare il bluff della Russia e di aprire una volta per tutte il porto di Odessa.
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