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La comitiva
Guidobaldo Passigli
Giuntina
euro 10
Il libro di Guidobaldo Passigli, di poche pagine ma denso di contenuti, che nasce dall’analisi di lettere familiari e documenti di cui l’autore è entrato in possesso per vie traverse, è un omaggio ai nonni Guido e Virginia, catturati nella grande retata nazista del 16 ottobre a Roma: un lavoro che senza intenti letterari ha lo scopo di tenere vivo il ricordo della loro esistenza nei figli e nei nipoti.
Dai libri di storia sappiamo che dopo l’8 settembre e l’occupazione dell’Italia il meccanismo adottato in ogni nazione occupata fu esteso anche al nostro Paese come spiega Liliana Picciotto nella prefazione per cui gli ebrei cosiddetti “puri”, figli di due genitori ebrei, erano condannati a morte.
Entro poche ore vengono rilasciati i cittadini di Stati neutrali, i non-ebrei capitati nella retata, i cittadini di Stati non ancora occupati, i coniugi di matrimonio misto e le loro famiglie. Fra questi ultimi fortunati c’è anche Mario Passigli, sua moglie Cesarina, cattolica, e le loro figlie. In merito a questi rilasci che non sono il risultato di un intervento vaticano, come si era creduto in un primo momento, ma del preciso orientamento tedesco apprendiamo i dettagli da Arminio Wachsberger, catturato insieme alla moglie e alla figlioletta e incaricato dal capitano nazista, autore e organizzatore della retata, Theodor Dannecker, di tradurre gli ordini agli ebrei prigionieri per la sua conoscenza del tedesco. A questo proposito vorrei ricordare la testimonianza di Waschsberger che le figlie Clara e Silvia hanno raccolto nel libro “L’interprete” pubblicato alcuni anni fa da Proedi e recensito in queste pagine, in cui è rievocata la sua esperienza nel campo di Auschwitz-Birkenau come interprete di Joseph Mengele, diventando così uno dei principali testimoni del meccanismo dello sterminio.
La sera del 18 ottobre gli ebrei rimasti furono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz. Di quel trasporto che contava 1022 persone, tra cui molti bambini, riuscirono a tornare alle loro case soltanto 16 persone. Fra le vittime ci furono i nonni Passigli che tuttavia prima di essere caricati sul treno furono capaci di far uscire dal collegio militare un prezioso messaggio, forse l’unico finora noto di tale genere, che l’autore riproduce e analizza con accuratezza nelle pagine del libro.
Durante le 48 ore in cui furono reclusi al Collegio militare i nonni Passigli scrissero su alcuni fogli un messaggio per i familiari affidando la busta che lo conteneva a mani pietose che la fecero pervenire alla cognata Cesarina. Oltre a questo prezioso documento, grazie alla famiglia della zia Minnie che da New York si era trasferita in Israele nel 1971, l’autore entra in possesso di un centinaio di lettere familiari, un materiale ricco di notizie che racconta minuziosamente “avvenimenti spiccioli della vita quotidiana che si sommano a fatti più importanti per la collettività e in particolare per gli ebrei”. Dopo aver riordinato queste lettere Guidobaldo Passigli si è trovato a leggere la storia della sua famiglia come non l’aveva mai conosciuta soprattutto negli anni della sua infanzia di cui conosceva solo i racconti della mamma quando sfogliava gli album di fotografie.
L’analisi minuziosa del documento è preceduta da un interessante ritratto delle persone citate in modo da fornire al lettore “un quadro più ampio possibile, che tenga conto dell’atmosfera del momento, dei condizionamenti derivanti dalle leggi razziali, nonché delle reazioni dei singoli ai problemi collettivi o individuali che via via si sono posti”. E’ una affascinante carrellata di volti familiari quella che ci propone l’autore, dalla madre Albana, alla zia Minnie, dai nonni Guido e Virginia al patrigno Schulim Vogelmann di cui ricorda la dura esperienza del lager in cui perde la moglie Annetta Disegni e la figlioletta Sissel. Passigli dedica parole affettuose a quest’uomo che pur avendo tanto sofferto nella vita riesce ad essere un buon padre per lui, una solida guida anche dopo la nascita di Daniel destinato quest’ultimo a guidare con successo la casa editrice Giuntina.
Giorgia Greco |
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