Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Repubblica ? mai fidarsi Viola,Man,Valli invecchiano ? no problem, arriva la generazione dei Rampoldi
Testata: La Repubblica Data: 10 maggio 2003 Pagina: 1 Autore: Guido Rampoldi Titolo: «Gli studenti ribelli del regime di Damasco»
Un articolo che mette a nudo impietosamente la crudezza, anzi la crudeltà del regime siriano, che soffoca ogni anelito di sia pure modestissima libertà con torture ed uccisioni. Questa è la sensazione che il lettore trae dal titolo e dalla lettura delle prime 5 colonne del lunghissimo sforzo del suo autore, ed è portato a tirare un sospiro di sollievo. Troppo prematuro, questo sollievo: la ventennale scuola di pensiero di Repubblica non si smentisce e giustifica una volta di più la massima secondo la quale non bisogna mai fidarsi. Sorvoliamo sui "secoli di occupazione" che secondo Rampoldi giustificano in qualche misura il fatto che "i paesi arabi non possono uscire dalla loro storia"; forse, prima di parlare di storia l' autore dovrebbe rinfrescare le sue conoscenze su quella della regione. Ma non è certo questo il punto. In vari passaggi Rampoldi accenna all' odio viscerale degli arabi per Israele ed il sionismo, quasi che per realizzare la loro identità essi debbano necessariamente avere un nemico mortale sul quale riversare la loro animosità e voglia di vendetta.Ma poi egli stesso si associa a loro.Vediamo: "Così non è facile decifrare cosa sia oggi l' identità siriana, e araba in generale. Una dopo l' altra sono sbiadite le grandi idee che la sorreggevano, il nasserismo panarabo, il socialismo nazionale e filo-sovietico...Così alla fine l' unico tratto costitutivo è l' animosità verso il sionismo. Gli israeliani sono considerati un popolo invasore, anche se nel 1948 molti di loro erano nati in Palestina, che rompe il telaio della convivenza multietnica, lascito dell' impero ottomano, e fonda uno Stato sul sangue e sulla religione (per ragioni analoghe molti siriani detestano l' Arabia saudita, ritenendola anch' esso uno Stato razzista e fondato su un' unica fede) ". Fermiamoci per un momento, e cerchiamo di tradurre in italiano questi concetti sgrammaticati, per renderli più intelligibili. 1) I siriani e gli arabi odiano il sionismo ed Israele come se fosse questo il vero collante della loro identità. 2) Essi considerano gli israeliani invasori anche se, concede Rampoldi bontà sua, molti israeliani nel 1948 erano nati in Palestina.Come se l' anagrafe sostituisse l' identità colturale religiosa e storica. Il caso al posto della consapevolezza! Rampoldi sembra sposare la tesi degli arabi che dicono : permettiamo di restare in Palestina solo a quegli ebrei che sono nati qui prima del 1948.Gli altri se ne tornino da dove sono venuti. Ma in questo modo, poveretto, non si rende conto di negare anche il fatidico diritto al ritorno ai palestinesi nati fuori dalla Palestina dopo il 1948... 3) Israele rompe il telaio della convivenza multietnica, dice Rampoldi; ma in realtà egli voleva forse dire: il telaio della uniformità religiosa sotto il segno dell' Islam.Chi guardi l' estensione del mondo islamico noterà questa microscopica macchiolina appena percettibile che è Israele, che, unico, si colloca al suo interno. 4) Israele fondato sul sangue e sulla religione? Siamo arrivati alla mistificazione più grossolana e brutale, non più alla manipolazione della verità storica! Israele è certamente uno stato ebraico, l' unico stato al mondo che gli ebrei del mondo possano considerare una loro patria spirituale ed un loro rifugio in tempi oscuri, ma è anche uno stato non teocratico al contrario degli stati islamici (anche quelli cosiddetti laici e moderati), ed è uno stato nel quale vige la piena libertà religiosa.Sulla considerazione che Israele sia "fondato sul sangue" preferiamo non soffermarci, per non lanciare accuse gravissime contro chi propala infamie di questo genere. 5) "Anche" l' Arabia Saudita sarebbe uno stato razzista fondato su un' unica fede.Ergo: Israele è uno stato razzista fondato su un' unica fede. E qui Rampoldi, per rigirare le cose come fa comodo a lui, travisa nuovamente la natura di Israele, stato - nazione di un popolo unito dalla medesima religione, ma aperto a tutte le religioni, e ne fa un atto di accusa nientemeno che di razzismo. In Israele vi sono ebrei di oltre 100 nazionalità biondi con gli occhi azzurri, neri come la pece, marroncini e giallognoli, se proprio di razze vogliamo parlare; e poi ci sono, con pari dignità, drusi, beduini, musulmani, cristiani (che litigano ferocemente fra loro per chi debba custodire il "loro" Santo Sepolcro, bahai, e ci scusi chi è stato dimenticato. Ora possiamo tirare un profondo sospiro e, sempre in apnea, andare avanti in questa elencazione di nefandezze tutte israeliane: "il razzismo simmetrico" che contrappone arabi ed israeliani non ne è che la ripetitiva manifestazione, in cui Rampoldi si riconosce. In un impeto di lucidità egli ci segnala che perfino il patriarca greco-melchita, unica chiesa arabo-cristiana di Siria (ma non era una decantata società multietnica ecc.ecc.?), accusa ancora oggi gli ebrei di deicidio; del resto anche Basher el Assad lo ha confermato direttamente al Papa, che non gli ha replicato! E, sempre in una scheggia di lucidità, Rampoldi pensa che questo possa essere "un fondo irrazionale che coincide con il razzismo antigiudaico". E dai! Gli ebrei non sono una razza, chiamiamolo con la sua definizione vera e comprensibile a tutti invece di nasconderlo pudicamente: ANTISEMITISMO.
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