Putin riarma la Bielorussia, atomiche a 40 chilometri dalla Ue Cronaca di Gianluca Di Feo
Testata: La Repubblica Data: 26 maggio 2023 Pagina: 14 Autore: Gianluca Di Feo Titolo: «La Russia riarma Lukashenko, atomiche a 40 chilometri dalla Ue»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 26/05/2023, a pag. 14, con il titolo "La Russia riarma Lukashenko, atomiche a 40 chilometri dalla Ue" l'analisi di Gianluca Di Feo.
Gianluca Di Feo
Putin e Lukanshenko hanno annunciato l’inizio del trasferimento di bombe nucleari tattiche in Bielorussia. Per la prima volta dal 1991 siamo davanti alla proliferazione di ordigni atomici in Europa: finora si era lavorato per ridurre i Paesi che ospitavano le armi dell’Apocalisse, ritirandole dalle ex Repubbliche sovietiche. Adesso invece lo schieramento viene allargato, spingendole fino ai confini con la Nato e con la Ue: una nuova terribile minaccia alla sicurezza mondiale. Stando alle informazioni disponibili, le bombe verranno messe a disposizione dei caccia Sukhoi 25 bielorussi all’aeroporto di Leda, a soli quaranta chilometri dalla Lituania e a centoventi dalla frontiera polacca: possono raggiungere Vilnius e Varsavia in pochi minuti di volo. Gli equipaggi hanno completato l’addestramento per questo tipo di incursioni e gli aerei sono stati modificati per usare gli strumenti più devastanti di tutti. Altre testate verranno installate sui missili semoventi Iskander-M, consegnati all’esercito di Minsk nelle scorse settimane e con un raggio d’azione di 500 chilometri: saranno custodite in un vecchio bunker sotterraneo dell’Armata Rossa riattivato dopo oltre trent’anni di oblio. Non ci sono informazioni sul numero – si è vociferato di venti ordigni – né sulle caratteristiche esatte. L’unica certezza è che saranno “tattiche”, ossia con una forza distruttiva pari al massimo a cento kilotoni e comunque superiore alla bomba di Hiroshima. Negli anni Sessanta queste armi vennero concepite per “attacchi limitati” contro concentramenti di mezzi corazzati, depositi di munizioni e aeroporti: un impiego che non ha più rilevanza nelle dottrine belliche moderne. Questa mossa infatti ha una valenza soprattutto politica: concretizzare la volontà del Cremlino di fronteggiare l’Occidente anche a costo di ricorrere all’atomica. «È una risposta al comportamento aggressivo dellenazioni che ci sono ostili», ha detto ieri il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin incontrando a Minsk il collega russo Sergei Shoigu, che ha aggiunto: «Nel contesto di un’escalation estremamente intensa sui nostri confini occidentali abbiamo deciso di prendere contromisure nella sfera nucleare». Le ogive resteranno sotto il controllo di Mosca per essere utilizzate dai militari di Lukashenko: la stessa procedura – come non a caso ha sottolineato Vladimir Putin – delle testate statunitensi presenti neiPaesi europei dell’Alleanza atlantica, Italia inclusa. Con una grande differenza: dopo la fine della Guerra Fredda questi arsenali sono stati ridotti, riportandone parte negli States. La Russia invece ora li distribuisce fuori dai suoi confini, infrangendo un tabù rispettato da tutte le potenze: l’unico precedente è quello che determinò la crisi di Cuba nel 1962. «Questo è un esempio di come si prendono scelte irresponsabili e provocatorie», ha commentato la portavoce della Casa Bianca, condannando l’iniziativa. «Non ci sono indicazioni per ritenere che intendano usare armi del genere», ha dichiarato il Dipartimento di Stato: «Continueremo a monitorare la situazione ma non cambiamo la postura del nostro arsenale nucleare». Svetlana Tikhanovskaya, leader in esilio dell’opposizione bielorussa, ha scritto: «Questo accordo non solo mette in pericolo la vita dei bielorussi, ma crea anche una nuova minaccia contro l’Ucraina e tutta l’Europa». I più preoccupati sono i Paesi Baltici e la Polonia, che vedono avvicinarsi lo spettro peggiore. Varsavia negli scorsi mesi ha chiesto a Washington di valutare il dislocamento di atomiche sul suo territorio, senza ottenere risposte. Il Pentagono ha però aumentato le forze in Polonia con dodici intercettori F22 Raptor e fornendo, assieme alla Germania, due batterie di missili Patriot: una scudo difensivo ad alta tecnologia. Una squadriglia di bombardieri strategici B-1 americani inoltre da una settimana è entrata in azione nel Baltico: ieri per la seconda volta sono stati affrontati da caccia russi, che li hanno affiancati sul mare davanti a Kaliningrad, l’epicentro della sfida globale innescata dall’invasione dell’Ucraina.
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