Antisemitismo: gli ebrei lasciano l'Europa Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 25 maggio 2023 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Esodo»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/05/2023, a pag. 1, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo “Esodo”.
Giulio Meotti
Roma. “L’antisemitismo è in aumento e, purtroppo, le istituzioni ebraiche in tutto il continente sono costrette a destinare maggiori risorse alle misure di sicurezza. Il 38 per cento degli ebrei in Europa sta pensando di lasciare il continente a causa di sentimenti di insicurezza. E’ una vergogna, ed è responsabilità di ogni governo dell’Unione europea salvaguardare i propri cittadini”. Così Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea, alla conferenza annuale a Porto di oltre cento leader delle comunità ebraiche provenienti da tutta Europa. Fra i partecipanti al fianco di Schinas anche il rabbino capo olandese, Benjamin Jacobs. Ha rivelato che lui e sua moglie se ne sarebbero già andati se non fosse per i loro doveri. “Sono come il capitano in servizio su una nave che affonda”. Come ha già fatto Benzion Evers, figlio del rabbino capo di Amsterdam. “Emigrare è per noi una soluzione. E lo farà il sessanta per cento della comunità. Anche mio padre mi seguirà”. Cinque dei suoi fratelli e sorelle hanno d’altronde già fatto lo stesso. “Negli ultimi cinquant’anni la popolazione ebraica in Europa è diminuita del sessanta per cento e un calo simile è previsto nei prossimi trent’anni”, scrive Eldad Beck sul maggiore giornale israeliano, Israel Hayom. Matti Friedman su Tablet scrive che 106.775 ebrei francesi (un quinto del totale) sono andati a vivere in Israele dal 1972, di cui 41.860 solo dal 2010. In Francia ci sono già città, come Grenoble, da cui metà della comunità ebraica è fuggita, mentre a Nizza, che ospitava la quarta più grande comunità ebraica, sono passati da ventimila a cinquemila. A Lione, come ha di recente detto il suo rabbino capo, “rimangono solo gli ebrei che sono troppo vecchi o troppo poveri per trasferirsi”. Centinaia di famiglie ebraiche hanno lasciato Tolosa e il presidente della comunità ebraica di Francia, Arié Bensemhoun, ha consigliato ai giovani di abbandonare la città. Per Israele. Per il Canada. Per altre città francesi più sicure. Tolosa contava fino a ventimila ebrei. Oggi sono rimasti in diecimila. Joël Rubinfeld, presidente della Ligue belge contre l’antisémitisme, è allarmato e dice a Paris Match che “ci sono buone possibilità, in vent’anni, di finire con un Belgio jüdenrein” (senza ebrei). L’esito finale di questo processo, se diventa irreversibile, si chiama Malmö. Nelle scorse settimane la sinagoga della terza città della Svezia è stata isolata a causa di una minaccia terroristica. Gli imprenditori Dan Olofsson e Lennart Blecher hanno donato 40 milioni di corone alla congregazione ebraica. “Malmö è stata un rifugio per la popolazione ebraica” hanno detto. “Le persone hanno potuto vivere qui liberamente senza essere molestate. Ora Malmö sta per perdere la sua popolazione ebraica e si è guadagnata una reputazione antisemita. E’ un disastro”. “Sarebbe bello se potessi vedere Malmö come una città tranquilla dove tutti possono sentirsi al sicuro e seguire i propri sogni, ma non è così”, ha appena detto all’Expressen Jonathan Conricus, cresciuto a Malmö prima di diventare il portavoce dell’esercito israeliano e il rappresentante dello stato ebraico presso le Nazioni Unite. Ora Conricus è in una tournée in Svezia e una delle tappe è la città d’infanzia di Malmö. “Dove sono gli ebrei di Malmö?”, chiede Conricus. “Non ci sono quasi più qui”. La comunità ebraica ha anche una data per la propria “scadenza”, il 2029, a meno che le circostanze non cambino. La città più multiculturale della Scandinavia contava 2.500 ebrei negli anni 70, 842 nel 1999, 610 nel 2009, 387 nel 2019, appena duecento oggi. “In dieci anni non ci saranno più ebrei”.
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