|
| ||
|
||
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/05/2023, a pag.30, con il titolo 'Torna Assad, il crimine vince' l'analisi di Lorenzo Cremonesi.
La Lega araba
La triste lezione della riammissione della Siria di Bashar Assad nella Lega Araba resta che purtroppo alla fine anche le dittature più sanguinarie, se hanno forti alleati e militanti decisi a non cedere pur a costo di crimini efferati, possono vincere e restare in sella. Perché di questo stiamo parlando: già pochi mesi dopo lo scoppio delle rivolte popolari nella primavera del 2011 la sorte del regime di Assad pareva segnata. I rivoltosi chiedevano democrazia e riforme, ma la Nomenklatura sin da subito reagì ordinando ai soldati di sparare ad alzo zero, arrestando e torturando impunemente, costringendo centinaia di migliaia di persone a sfollare. Le sommosse divennero quindi più determinate, non vennero battute neppure dal ricorso alle armi chimiche da parte dei lealisti. Nel 2013 Assad era sul punto di gettare la spugna. Ma l’Iran e soprattutto la Russia di Putin intervennero militarmente per sorreggerlo. E fu l’orrore: i morti da allora sfiorano il mezzo milione. L’aviazione russa, assieme a quella lealista, prese metodicamente di mira gli ospedali, le ambulanze e i quartieri popolari dove operavano i gruppi dell’opposizione. Furono assassinati i leader moderati per criminalizzare l’intero movimento in nome della lotta al fondamentalismo islamico. Adesso i circa sette milioni di profughi siriani distribuiti tra Libano, Giordania, Iraq e Turchia rischiano di essere rimpatriati con la forza senza alcun riguardo per i loro diritti di perseguitati politici e nel rispetto della rinnovata «fratellanza» araba. Assad ha devastato il suo Paese pur di salvare il regime: un precedente che per molti aspetti rassicura lo stesso Putin. Anche per questo sarebbe stato opportuno che Zelensky nella sua visita lampo due giorni fa al summit della Lega Araba di Gedda, oltre a chiedere il sostegno alla causa Ucraina, avesse pronunciato una parola di condanna contro Assad, che comunque si è tolto le cuffie mentre lui parlava.
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@corriere.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |