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Il Foglio Rassegna Stampa
19.05.2023 Ucraina, le armi giuste sono arrivate
Analisi di Cecilia Sala

Testata: Il Foglio
Data: 19 maggio 2023
Pagina: 1
Autore: Cecilia Sala
Titolo: «Ucraina, le armi giuste sono arrivate»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/05/2023, a pag.1, con il titolo "Ucraina, le armi giuste sono arrivate", l'analisi di Cecilia Sala.

Cecilia Sala (@ceciliasala) | Twitter
Cecilia Sala

Le armi russe in Ucraina e la difficile caccia alle componenti occidentali  - SWI swissinfo.ch

Roma. Tra Sinferopoli e Sebastopoli, le due città più importanti della Crimea, c’è un pezzo di ferrovia inutilizzabile perché è saltato in aria poco dopo le otto di mattina di ieri. Qualcuno ha piazzato dell’esplosivo probabilmente su uno degli otto vagoni merci che trasportavano il grano e che sono deragliati al momento dello scoppio. Quei binari erano parte della più importante linea logistica su cui viaggiano i mezzi militari e le munizioni per le truppe russe che occupano il sud. Ma ora, almeno per un po’, in quel punto il traffico si ferma. Nell’esplosione non ci sono stati feriti. Il 10 maggio i giornalisti ucraini di Krym Realii hanno pubblicato la mappa interattiva di 223 strutture usate dai russi per lanciare attacchi o conservare armi nella penisola occupata dal 2014. La mappa ha due obiettivi: svelare nuovi dettagli su come la Crimea sia una piattaforma di lancio cruciale per permettere all’esercito russo di tenere sotto scacco anche il resto del territorio ucraino. E avvisare gli abitanti della penisola che è meglio non sostare vicino ai punti evidenziati in viola, verde o blu perché potrebbero essere bersaglio di azioni dei partigiani (o incursori) oppure di missili ucraini sparati da lontano. Oggi Kyiv ha un’arma che chiede dall’inizio dell’invasione totale e che serve a colpire alcuni di quei 223 obiettivi in Crimea, quindi innanzitutto a mettere in sicurezza i propri cittadini nel resto del paese e poi ad aumentare le probabilità di successo di una controffensiva nel sud quando verrà dato l’ordine alle truppe schierate in quel settore di cominciare. L’arma sono i missili inglesi Storm Shadow che hanno un raggio d’azione di 200 chilometri e sono le munizioni occidentali che sparano più lontano fra tutte quelle fornite a Kyiv in quindici mesi di guerra. Più di qualsiasi altro tipo di equipaggiamento, i proiettili a medio o lungo raggio sono in grado di trasformare la disposizione di armi e uomini sul campo di battaglia: è già successo una prima volta con effetti miracolosi per Kyiv e con gli Storm Shadow può succedere una seconda. Fino a un anno fa l’esercito russo stava combattendo nell’unico modo in cui è davvero capace e abituato a fare: scaricava un volume di fuoco impressionante sulle truppe ucraine sparando anche sessanta mila proiettili d’artiglieria in un giorno contro case, persone e soldati. In quella fase Kyiv subiva un tipo di attrito – cioè di logoramento – che non avrebbe potuto sostenere per molto. Quando a giugno 2022 sono arrivati i primi missili precisi a medio raggio, gli Himars che colpiscono a poco più di settanta chilometri, la situazione si è ribaltata. A quel punto i russi non si potevano più permettere di tenere grandi quantità di munizioni per i cannoni nei depositi vicini alla linea del fronte perché gli ucraini erano in grado di bombardarle: il dilemma scomodo in cui si sono ritrovati era scegliere se tenere i proiettili sotto tiro nemico o spostarli molto lontano rendendo più complicato il loro utilizzo. La comparsa degli Himars ha diminuito di molto la quantità di colpi che i russi riuscivano a sparare in un giorno, portandoli, secondo le stime dei funzionari americani, a un quarto entro dicembre 2022 – una diminuzione del 75 per cento in sei mesi. Di conseguenza Mosca ha riconfigurato la disposizione dei propri magazzini militari nel territorio occupato e nelle zone russe vicine al confine. C’è voluto tempo per rivedere il piano, per allontanare i depositi rendendo comunque possibile un flusso relativamente rapido delle munizioni verso le truppe che ne hanno bisogno, quelle vicine alla linea di contatto. Adesso i russi sono costretti a rifare tutto da capo perché i magazzini sono stati spostati a oltre settanta chilometri dalla linea del fronte ma entro i duecento chilometri e, con i missili Storm Shadow nell’arsenale di Kyiv, non sono più al sicuro. Oltre all’utilità pratica delle nuove munizioni, costringere i russi a rivoluzionari i piani appena aggiornati è un colpo inflitto a Mosca nella guerra di nervi per costringerla a desistere. Non ci sono dati certi su quanti missili di questo tipo siano stati regalati a Kyiv da Londra, ma molto più di questo conta che gli inglesi abbiano fatto cadere anche il tabù delle armi a lungo raggio. Quando alla fine dell’anno scorso il Regno Unito promise i primi 14 carri armati di fabbricazione occidentale a Kyiv, erano talmente pochi che sembrò un gesto simbolico e militarmente irrilevante. Invece ha convinto i tedeschi e gli americani a fare lo stesso e oggi i carri armati occidentali in Ucraina sono più di 200 – senza quelli un’altra controffensiva di successo sarebbe stata poco probabile. Parlando al Parlamento una settimana fa, il ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha spiegato la decisione di donare a Kyiv le prime, preziosissime, armi a lungo raggio nel modo più semplice e perfetto: “Non abbiamo intenzione di stare a guardare mentre la Russia massacra i civili. Mosca dovrebbe riconoscere che le sue azioni – nient’altro al mondo che le sue azioni – hanno causato la fornitura di questi missili all’Ucraina”.

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