Testata: Il Foglio Data: 18 maggio 2023 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Torna Salman Rushdie»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 18/05/2023, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo “Torna Salman Rushdie”.
Giulio Meotti
Salman Rushdie
Roma. A nove mesi dalle tredici coltellate che un islamista filoiraniano gli ha inferto durante una presentazione di un libro a New York, Salman Rushdie torna a parlare in pubblico. Lo scrittore consegna un video ai British Book Awards, dove è stato insignito del premio Freedom to Publish e in occasione del riconoscimento Rushdie ha espresso la sua preoccupazione per la libertà di espressione, “mai così a rischio in occidente come oggi”. Rushdie ha criticato gli sforzi “comici” per rendere James Bond politicamente corretto. Ha affermato che i libri classici dovrebbero essere accettati come prodotti del loro tempo e “se è difficile da accettare, non leggerli”. “La libertà di pubblicare, ovviamente, è anche la libertà di leggere, la libertà di scrivere ciò che si vuole, di poter scegliere ciò che si vuole leggere e non averlo deciso dall’esterno, e la libertà di pubblicare libri che dovrebbero essere pubblicati e talvolta sono difficili da pubblicare a causa della pressione di questo o quel gruppo” ha continuato Rushdie. “E’ molto importante, credo, resistere a tali pressioni. Viviamo in un momento in cui la libertà di espressione, la libertà di pubblicare, non è mai stata così minacciata in tutta la mia vita nei paesi occidentali. Ovviamente ci sono parti del mondo dove la censura prevale da molto tempo: Russia, Cina, per certi versi anche India. Ma nei paesi dell’occidente, fino a poco tempo fa, c’era una discreta libertà nel campo dell’editoria”. E ancora: “Devo dire che l’idea che James Bond possa essere reso politicamente corretto è quasi comica. Penso che si debba resistere. I libri devono venire da noi dal loro tempo ed essere del loro tempo e, se è difficile da accettare, non leggerli. Leggi un altro libro, ma non provare a rifare il lavoro di ieri alla luce degli atteggiamenti di oggi”. La Ian Fleming Publications Ltd, che detiene i diritti sul lavoro dell’autore, ha incaricato i lettori sensibili di recensire i suoi romanzi. Alcune raffigurazioni di personaggi neri sono state rielaborate o rimosse. I libri di Roald Dahl (e di Agatha Christie) sono stati ampiamente modificati per rimuovere descrizioni potenzialmente offensive, inclusi riferimenti al fatto che Augustus Gloop fosse grasso e la signora Twit terribilmente brutta. Rushdie ha detto che accettava il suo premio per “tutti coloro che combattono la lotta” per la libertà di parola. Il 26 settembre del 1988 apparve presso la casa editrice Penguin il romanzo di Salman Rushdie, I versetti satanici. Quindici giorni le prime minacce di morte. In Inghilterra, il libro fu bruciato in piazza. L’ufficio di Londra della Penguin sembrava “un campo di battaglia”, con la polizia e i metal detector. Nella sede di New York, i cani annusavano i pacchetti della posta. Penguin spese tre milioni di dollari in misure di sicurezza, ma non vacillò mai. A differenza di Christian Bourgois, una casa editrice francese, che si rifiutò di pubblicare il libro dopo averne acquistato i diritti, come l’editore tedesco Kiepenheuer. La Penguin che oggi riscrive il maestro dell’umorismo PG Wodehouse non ripubblicherebbe mai Rushdie e forse per lui sarebbe saggio fare testamento dicendo che non accetterà mai di essere censurato da morto, come sta succedendo a numerosi classici della letteratura contemporanea wokizzati.
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