E´ ancora pericoloso essere ebrei a Berlino Commento di Roberto Giardina
Testata: Italia Oggi Data: 17 maggio 2023 Pagina: 10 Autore: Roberto Giardina Titolo: «E´ ancora pericoloso essere ebrei a Berlino»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 17/05/2023, il commento di Roberto Giardina dal titolo "E´ ancora pericoloso essere ebrei a Berlino".
Roberto Giardina
Sono trascorsi novant´anni dalla presa di potere di Hitler, e il 10 maggio del ´33 vennero bruciati in piazza a Berlino i libri condannati dai nazisti, dai romanzi di Thomas Mann a quelli dell´americano Jack London. Ma è ancora pericoloso farsi riconoscere per ebrei nella capitale, si consiglia di non sfoggiare la kippa se si passeggia per strada. Ogni giorno avvengono più di due atti di antisemitismo, da insulti, minacce, fino alle aggressioni fisiche. L´anno scorso i casi denunciati sono stati 948, e in 98 si sono avute lesioni. Si tratta della classica punta dell´iceberg, denuncia la Berliner Zeitung. Si calcola che l´80 per cento deI casi non venga denunciato, quando le aggressioni non sono troppo violente, e a causa della polizia che preferisce registrare gli incidenti come normali risse tra cittadini. I ragazzi ebrei che sono in minoranza nelle scuole, dalle elementari al liceo, vengono aggrediti, dileggiati, mobbizzati per usare un termine alla moda, dai coetanei musulmani in numero sempre superiore, spesso anche in rapporto ai giovani tedeschi, ma le proteste delle famiglie servono a poco. Gli insegnanti e i presidi le considerano normali diverbi tra studenti. E i genitori finiscono per ritirare i figli dalle scuole pubbliche, per iscriverli negli istituti privati. In un passato non lontano a Berlino gli ebrei potevano andare in giro senza paura, anche nei quartieri in cui era forte la presenza di emigrati musulmani, come a Kreuzberg, dove abitavano in prevalenza i turchi. Naturalmente erano protette dalla polizia le sinagoghe. Io passavo spesso, come faccio tuttora, innanzi alla libreria ebraica nella Joachimstrasse, sorvegliata sempre da due agenti. Ma i residenti o i turisti ebrei non correvano pericolo. Per inciso, lo stesso avveniva per gli omosessuali. Tolleranza è un termine sbagliato, a Berlino semplicemente non era un problema. La situazione è cominciata a cambiare rapidamente, dopo l´arrivo dei profughi nel settembre del 2015, quando Frau Merkel non chiuse le frontiere. Giunsero in pochi mesi oltre un milione e centomila, in prevalenza musulmani, molti non erano pronti per vivere in una società diversa e più tollerante. Certe strade sono diventate pericolose. Purtroppo è cambiato l´atteggiamento di una parte dei giovani turchi, di seconda e terza generazione. Incoraggiati dalla tolleranza verso i nuovi venuti (per la paura di essere considerati razzisti) hanno cominciato a imitarli. La situazione è peggiorata a causa della guerra in Ucraina. Ed è un paradosso che conferma gli antichi pregiudizi contro gli ebrei, sempre colpevoli di tutto. Vengono attaccati perché Zelensky è ebreo, ed è dunque sua e degli ucraini la responsabilità del conflitto. Ma gli ebrei sono responsabili anche di un insufficiente aiuto a Kiev, perché sarebbero filorussi. Inutile spiegare gli incoerenti motivi. E´ una conseguenza anche dell´arrivo di ebrei dall´Unione Sovietica dopo il crollo del muro. Gli ebrei a Berlino erano 173mila negli Anni Trenta, 55mila finirono uccisi nei campi di sterminio, molti riuscirono a fuggire, ma mancano al conto quanti vennero poi catturati in Olanda, in Belgio, in Francia e deportati a Auschwitz. Nella capitale sopravvissero in novemila. Ai tempi del muro, a Berlino Est gli ebrei erano circa duemila, all´ovest forse meno di diecimila. Poi con il crollo dell´Urss cominciarono ad arrivare gli ebrei dall´est, passavano dalla Germania per poi voler emigrare in Israele. Molti finirono per rimanere. Oggi il calcolo è approssimativo, dovrebbero essere circa l´80 per cento degli ebrei berlinesi, in totale 40mila, forse 50mila, di cui 15mila israeliani. Il numero è incerto, perché molti non si fanno registrare come praticanti religiosi. E anche la presenza degli Ostjuden, gli ebrei dell´est, provoca antisemitismo. Gli avvenimenti in Israele sono quasi sempre un pretesto per condannare gli ebrei. Negli ultimi tre anni in diverse manifestazioni sono state bruciate bandiere israeliane. Non deve avvenire, hanno denunciato diversi ministri, la Cancelliera Merkel e il successore Scholz. L´odio per gli ebrei dovrebbe essere considerato motivo per l´espulsione per chi arriva e chiede asilo.
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