Londra, missili e droni a Zelensky Cronaca di Alessandra Rizzo
Testata: La Stampa Data: 16 maggio 2023 Pagina: 16 Autore: Alessandra Rizzo Titolo: «Missili e droni a Zelensky»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 16/05/2023, a pag. 16 con il titolo "Missili e droni a Zelensky" il commento di Alessandra Rizzo.
Volodymyr Zelensky
Accolto nella stanza usata da Churchill per pronunciare molti dei discorsi radiofonici durante la Seconda Guerra Mondiale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella sua visita nel Regno Unito ha raccolto più di un benvenuto simbolico. Ha ottenuto da Rishi Sunak la promessa di un'ulteriore fornitura di centinaia di missili di difesa aerea e droni d'attacco a lungo raggio. «Questo è un momento cruciale nella resistenza dell'Ucraina a una terribile guerra di aggressione che non ha scelto nè provocato», ha detto il premier britannico. «Gli ucraini hanno bisogno del sostegno costante della comunità internazionale per difendersi dalla raffica di attacchi incessanti e indiscriminati che rappresenta la loro realtà quotidiana da oltre un anno. Non possiamo deluderli». Ma Londra, pur affermandosi come uno tra gli alleati più generosi, ha escluso la fornitura di caccia da combattimento, limitandosi all'addestramento di piloti ucraini.
Rishi Sunak
Dopo Parigi, Berlino e Roma, Zelensky è arrivato nel Regno Unito con la richiesta di maggiori aiuti militari. Giunto a Chequers, la residenza ufficiale di campagna del premier, a bordo di un elicottero militare Chinook delle forze armate britanniche, Zelensky ha ricevuto un caldo benvenuto dal «mio amico Rishi» prima di due ore di colloqui «sostanziali». Londra è emersa fin dall'inizio dell'invasione russa come un alleato fondamentale per Kiev. L'anno scorso ha contribuito con aiuti militari per il valore di oltre due miliardi e mezzo di euro. La settimana scorsa il governo britannico ha annunciato la prima fornitura di missili da crociera a lungo raggio, un punto di svolta negli aiuti a Kiev: i missili Storm Shadow, che hanno una portata di oltre 250 chilometri, possono essere usati per distruggere postazioni russe nel territorio ucraino. Ieri Londra ha promesso «centinaia di missili di difesa aerea e ulteriori sistemi aerei senza pilota, tra cui centinaia di nuovi droni d'attacco a lungo raggio con una portata di oltre 200 chilometri». Nessun Paese occidentale si è spinto tanto avanti nel fornire armi in grado di ribaltare, almeno potenzialmente, la situazione sul campo di battaglia. Anche l'accoglienza riservata a Zelensky ha evidenziato l'impegno di Londra. I due leader si sono abbracciati sul prato dell'antica residenza di campagna prima di incontrarsi nella Hawtrey Room. «In questa stanza in cui ci troviamo, Winston Churchill ha fatto e molti dei suoi famosi discorsi nella Seconda Guerra Mondiale», ha detto Sunak. «Allo stesso modo oggi, la tua leadership, il coraggio e la forza d'animo del tuo Paese sono un'ispirazione per tutti noi». Cortesie diplomatiche a parte, la questione della fornitura di caccia appare la più complicata. Uno degli obiettivi del tour europeo di Zelensky era la creazione di una «coalizione per i jet da guerra», ma lui stesso ha ammesso che su questo fronte resta del lavoro da fare. «Dobbiamo lavorarci ancora un po'», ha detto. Sunak ha frenato sulla possibilità di inviare caccia a Kiev, spiegando che «non è così semplice». Anche perché Kiev ha indicato di voler utilizzare gli F-16, di cui la Raf non dispone, avendo in dotazione i più sofisticati Typhoon e F-35. Sunak ha promesso invece di iniziare ad addestrare i piloti ucraini a partire da quest'estate, con dei corsi di volo per fornire capacità applicabili a diverse tipologie di aereo. E Londra intende sostenere gli sforzi dell'Ucraina verso la creazione di una forza aerea. Zelensky si è detto comunque soddisfatto del tour europeo. Oggi la comunità internazionale continuerà a discutere della guerra in Ucraina a Reykjavik, dove si riunisce il Consiglio d'Europa, alla presenza della premier Meloni e di altri capi di Stato e di governo dei 46 Stati membri. Da Mosca, la Russia ha fatto sapere di giudicare le decisioni di Londra come «estremamente negative». «La Gran Bretagna aspira a essere in prima linea tra i Paesi che continuano a pompare armi in Ucraina», ha lamentato il portavoce del Cremlino Peskov. «Non influenzerà lo svolgimento dell'operazione militare speciale - ha aggiunto - ma porterà ulteriore distruzione».
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