Zelensky in Germania: la Ue ti aspetta Cronaca di Tonia Mastrobuoni
Testata: La Repubblica Data: 15 maggio 2023 Pagina: 12 Autore: Tonia Mastrobuoni Titolo: «Zelensky in tour, dalla Germania armi e promesse: “L’Ue vi aspetta”»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 15/05/2023, a pag. 12, con il titolo "Zelensky in tour, dalla Germania armi e promesse: “L’Ue vi aspetta” ", l'analisi di Tonia Mastrobuoni.
Tonia Mastrobuoni
Volodymyr Zelensky
BERLINO — Volodymyr Zelensky arriva in aereo da Roma domenica notte, scortato da due jet Eurofighter. E piomba in una Berlino super blindata dove suggella un riavvicinamento con Olaf Scholz che era cominciato all’inizio dell’anno, con il via libera alla fornitura di carri armati Leopard all’Ucraina, dopo mesi di pressioni internazionali e un anno di pessimi rapporti tra Kiev e Berlino. Ma il presidente ucraino, durante una giornata lunga, caratterizzata da toni di forte intesa con Scholz - «un vero amico e alleato affidabile» - e con il presidente Steinmeier, fa capire che il suo tour in Europa ha lo scopo di costruire «una coalizione per i jet da combattimento», su cui Berlino, per ora, ha detto di no. Gli aiuti militari da 2,7 miliardi annunciati sabato fanno dire a Zelensky: «Ringrazio la Germania per il più grande pacchetto di aiuti militari dall’inizio dell’invasione russa. La Germania è un alleato affidabile. Insieme stiamo avvicinando la pace». Poi ieri sera è partito per Parigi. E alla fine del suo giro europeo, dice, conta di avere abbastanza aiuti militari per affrontare la controffensiva: «Un altro paio di visite e li avremo», sostiene, concedendosi l’unico sorriso di una giornata impegnativa. Uno dei messaggi chiave arriva invece nel pomeriggio da Aquisgrana, alla consegna del premio Carlo Magno assegnato a Zelensky e al popolo ucraino. Quando Scholz sottolinea che l’Ucraina «fa parte della famiglia europea», e quando ricorda la promessa di adesione formulata nel viaggio di giugno a Kiev con Draghi e Macron. Sino ad allora, Berlino aveva frenato, aveva insistito che andassero integrati anzitutto i Paesi balcanici che da anni attendono l’ingresso nella Ue. Ma ieri Scholz ha ricordato che «l’Ucraina ha fatto la sua scelta: l’Europa». E su questo percorso, la Germania sarà al suo fianco. Diverso il discorso della Nato, su cui Zelensky insiste anche ad Aquisgrana: «Le bandiere della Nato sventoleranno accanto a quelle ucraine». Ma Scholz, sul tema, ha glissato. Però sul piano degli aiuti finanziari e militari, al netto dei jet, la Germania c’è. «Sosterrà l’Ucraina finché sarà necessario»: Scholz lo ripete due volte. E Zelensky ricorda che Berlino «è il secondo contribuente più generoso » al mondo, dopo gli Stati Uniti. Ma quelle armi, il cancelliere tedesco lo fa capire chiaramente, dovranno essere usate «perché l’Ucraina riconquisti il suo territorio». Tanto che il presidente ucraino è costretto, su insistenti domande dei cronisti, a puntualizzare che «non attacchiamo territorio russo. Prepariamo una controffensiva per liberare i nostri territori illegalmente occupati ». Zelensky è convinto di poter conquistare la vittoria «entro la fine dell’anno». È uno scenario su cui puntano gli americani, che stanno aumentando le pressioni su Zelensky perché si riesca ad avviare un percorso di pace. Il presidente ucraino insiste che un dialogo con Putin è impossibile, al momento: «Di che dobbiamo parlare con lui? L’aggressore non si interessa alla pace». E Scholz sembradargli ragione quando scarta l’unica proposta che continua ad arrivare informalmente da Mosca, il cessate il fuoco. «L’Ucraina è pronta alla pace ma non può voler dire che si congeli la guerra»: la premessa per un dialogo con Putin, anche per la Germania, è che «ritiri le truppe» dall’Ucraina. Ma dietro le quinte anche Berlino sta premendo, insieme a Parigi, per favorire colloqui che portino alla pace.
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