L’operazione anti-terrorismo a Gaza sfida il piano dell’Iran di accerchiare Israele su più fronti Analisi di Seth J. Frantzman, da Israele.net
Testata: israele.net Data: 11 maggio 2023 Pagina: 1 Autore: Seth J. Frantzman Titolo: «L’operazione anti-terrorismo a Gaza sfida il piano dell’Iran di accerchiare Israele su più fronti»
L’operazione anti-terrorismo a Gaza sfida il piano dell’Iran di accerchiare Israele su più fronti
Analisi di Seth J. Frantzman, da Israele.net
Seth J. Frantzman
L’operazione Scudo e Freccia (lanciata dalle Forze di Difesa israeliane contro i vertici della Jihad Islamica Palestinese) potrebbe essere il primo banco di prova per il progetto iraniano “Unità dei fronti”, progettato per circondare Israele con minacce su più fronti e causare il collasso interno dello stato ebraico. L’Iran lavora da anni a questo progetto, ma recentemente ha intensificato i segnali sulla sua convinzione che le controversie politiche interne d’Israele ne facciano un bersaglio maturo. Il messaggio dell’Iran a questo proposito include affermazioni secondo cui l’Iran continuerà a lavorare per l’”unità” dei vari gruppi gregari con cui coopera. Dal punto di vista di Teheran, l’Iran ha ottenuto un grande successo in Siria aiutando il regime siriano a normalizzare i rapporti con la Lega Araba. Di recente l’Iran ha mandato il suo presidente in visita ufficiale Siria e ha continuato a trasferire armi alla Siria via Aleppo, approfittando degli aiuti per il terremoto di febbraio. L’Iran continua anche a mantenere operativi gruppi e minacce in Siria, ad aprile ha fatto volare un drone nello spazio aereo israeliano e ha incoraggiato il piccolo gruppo palestinese Liwa al-Quds (fedele al regime di Assad) a lanciare razzi dal territorio siriano contro Israele durante la Pasqua ebraica. L’Iran si è anche adoperato per incrementare l’infrastruttura terroristica di Hamas e della Jihad Islamica Palestinese. Un recente reportage del Jerusalem Post ha rilevato che la stessa Autorità Palestinese teme sempre più un possibile golpe di Hamas in Cisgiordania. L’Iran ritiene di poter trasferire illegalmente armi in Cisgiordania e trarre vantaggio da qualsiasi situazione che veda indebolite le forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, per cui ha sostenuto un massiccio afflusso di armi a Jenin e Nablus, tra cui numerosi mitra M-4 e M-16 che ora sono nelle mani di bande, gruppi armati e terroristi. L’Iran sta anche spostando risorse dal sostegno agli Houthi nello Yemen al sostegno a gruppi in Siria e Iraq. Teheran vuole che gli Stati Uniti lascino la Siria e l’Iraq, pertanto gestisce un’operazione su due fronti in Siria: uno contro Israele e uno contro gli Stati Uniti. In Iraq, l’Iran opera attraverso Hashd al-Shaabi, una coalizione di gruppi militanti e terroristi prevalentemente sciiti legati al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie, come i gruppi Nujaba, Kataib Hezbollah e Asaib Ahl al-Haq. Anche il Ministro degli esteri iraniano si è recentemente recato in Libano e ha fatto un sopralluogo nel sud del paese per vedere Israele al di là del confine. L’Iran opera in Libano con Hezbollah, ma ultimamente ha anche incoraggiato Hamas a lanciare razzi dal Libano contro Israele. Durante le festività pasquali, Hamas ha lanciato una trentina di razzi contro Israele. Inoltre, l’Iran aiuta Hezbollah ad acquisire droni e missili di precisione e ha preannunciato l’uso di droni da parte di Hezbollah contro piattaforme di gas offshore. Teheran usa Hezbollah anche per controllare le elezioni presidenziali in Libano. L’obiettivo generale dell’Iran, apertamente dichiarato, è unificare vari fronti contro Israele e si fa vanto di questo obiettivo. Lo chiama “l’unità dei fronti della resistenza”. L’Iran ritiene che Israele abbia paura di un’escalation con Hezbollah. In questo contesto Hezbollah ha consentito a marzo l’infiltrazione oltre frontiera di un terrorista che ha piazzato un ordigno esplosivo in Israele, vicino allo svincolo di Megiddo. Il terrorista è stato poi neutralizzato dalle forze di sicurezza, ma l’incidente rimane grave. L’Iran considera importante questo genere di azioni con cui intende testare le difese e la reazione di Israele. Adesso l’Iran sta osservando attentamente l’operazione Scudo e Freccia. Teheran ha molti modi a disposizione per mettere a frutto la sua “unità della resistenza”. Può creare tensioni in Siria come in Libano o in Cisgiordania. Può anche guardare più lontano, fino al Golfo di Oman dove l’Iran usa droni per attaccare le navi. Recentemente ha attaccato due petroliere nelle aree vicino allo Stretto di Hormuz, un evento non direttamente collegato a Israele, ma che dimostra le capacità offensive dell’Iran. L’Iran vuole che la Siria torni nella Lega Araba in modo da consolidare la propria influenza anche all’interno di quel contesto. Immagina che, una volta tornata la Siria nella Lega, i membri della Lega saranno più restii rispetto ad attacchi aerei in Siria e così l’Iran potrà radicarvisi militarmente a proprio piacimento. Tuttavia l’Iran sa anche che vi sono stati recenti attacchi aerei attribuiti alla Giordania, che ha preso di mira un grosso trafficante di droga nel sud della Siria. Gli stati arabi non vogliono che la Siria sia un caos nelle mani dell’Iran. Pertanto Teheran deve procedere con cautela, nel momento in cui valuta le sue prossime mosse e come muoversi rispetto all’operazione anti-terrorismo di Israele. In passato, Israele ha condotto una serie di operazioni analoghe a Scudo e Freccia e sta conducendo da più di un anno l’operazione di lungo respiro Infrangere l’Onda contro l’ondata di terrorismo proveniente dalla Cisgiordania, nonché l’operazione Scudo Settentrionale progettata per prevenire le minacce lungo il confine nord del paese. In ogni caso, Israele dispone di una serie di potenziali operazioni pensate su misura per contrastare la minaccia a tentacoli di piovra dell’Iran. L’anno scorso, l’allora primo ministro menzionò proprio una “dottrina della piovra” concepita per contrastare i tentativi dell’Iran di unificare i suoi fronti. In sostanza, è in corso una micidiale partita a scacchi su più fronti tra Iran e Israele. L’Iran ora dovrà decidere se valga la pena reagire al taglio di alcuni tentacoli o se non sia meglio temporeggiare.