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Libero Rassegna Stampa
04.05.2003 Pacifisti e/o terroristi
Alcune organizzazioni pacifiste sospettate di aiutare i terroristi palestinesi

Testata: Libero
Data: 04 maggio 2003
Pagina: 1
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Terroristi e pacifisti»
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero domenica 4 maggio 2003.
Sei persone sono state arrestate a Londra e nei dintorni per complicità
nell'attentato suicida di mercoledì scorso al Mike's cafè di Tel Aviv in cui
persero la vita tre persone e oltre venti rimasero seriamente ferite. I
nomi sono per ora segreti ma le indiscrezioni parlano di arresti tra gli
appartenenti alle ong pacifiste più arrabbiate, come quella in cui militava
la sfortunata Rachel Corrie, la cittadina americana fotografata spesso a
bruciare bandiere del suo paese a Ramallah e che a marzo rimase uccisa
sotto un caterpillar israeliano mentre faceva da scudo umano per evitare che
venisse demolita la casa di un terrorista di Hamas.
Subito dopo l'attentato una fonte del tutto insospettabile, cioè un
militante filo palestinese, aveva già avvertito l'esercito israeliano che i
due uomini bomba venuti dall'Inghilterra per farsi saltare in aria al
"Mike's place" in Tel Aviv facevano parte dello stesso gruppo pacifista di
Rachel Corrie. Mentre un altro testimone, un taxista che vive protetto dalla
polizia, sostiene di averli portati alcuni giorni prima allo stesso "Mike's
cafè", dove i due fecero una ricognizione prima dell'attentato. Certo le
anomalie di questo attentato suicida sono tante e tali da preoccupare
seriamente tutti gli esperti antiterrorismo israeliani: gente venuta
dall'Inghilterra a fare attentati suicidi in Israele è una novità in senso
assoluto, mentre non lo è la complicità di alcune ong filo palestinesi,
legate al giro dell'Unrwa (organismo Onu che si occupa dei profughi e dei
campi in cui vengono ammassati per decenni) e dei campi profughi. Sia come
sia, per non sapere nè leggere nè scrivere, il governo Sharon sarebbe
seriamente intenzionato ad espellere tutti i membri di International
Solidarity Movement presenti in Israele, come "sospetti complici dei
terroristi". Questo perchè i suoi consiglieri militari di intelligence lo
hanno chiaramente avvertito che questi signori possono riuscire a fare
entrare in Israele altri terroristi mascherati da pacifisti. D'altronde non
sarebbe nemmeno la prima volta che i pacifisti filo terroristi si fanno
prendere con le mani nel sacco: solo per fare un esempio qualche tempo fa
membri della stessa ong erano stati fermati per avere nascosto un terrorista
a Jenin.
E in genere l'esercito ormai li ritiene provocatori di professione
fomentatori di disordine, gente che deliberatamente interferisce nelle
azioni anti terrorismo per mettere in cattiva luce lo stato israeliano.
Ma la notizia bomba, che peraltro l'organizzazione chiamata in causa ha
smentito anche ieri fermamente, è quella che tanto Omar Khan Sharif,
l'aspirante suicida fuggito dopo la mancata attivazione della sua cintura
esplosiva, quanto il suo complice che invece si è fatto esplodere, cioè Asif
Mohammed Hanif, sarebbero stati presenti qualche giorno prima dell'attentato
ad una marcia in Ramallah per commemorare la tragica morte di Rachel Corrie.
Entrambi venuti dall'Inghilterra, dove sarebbero vissuti nella comunità
dell'estremismo islamico locale, quella dell'imam Omar Bahkri, i due
sarebbero entrati tre settimane fa in Israele dalla striscia di Gaza. Forse
proprio grazie alla complicità di queste organizzazioni pseudo pacifiste.
Più di un testimone giura di averli visti e più di una volta in compagnia
dei capi della ong pacifista in cui militava Rachel Corrie.
Intanto, in queste ore, in Israele continua la caccia all'uomo.
Omar Khan Sharif infatti è ancora armato di esplosivo e potrebbe riprovarci.
Nessuno sa dove si trovi e la polizia e l'esercito israeliano nelle
prossime ore perquisiranno anche le sedi di alcune altre ong europee e
americane sospettate di simpatie per i terroristi islamici e palestinesi.

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