Europa, contrordine sul gender Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 03 maggio 2023 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Contrordine sul gender. Anche l’Europa più liberal si prende una pausa»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/05/2023, a pag. 2, l'analisi di Giulio Meotti dal titolo “Contrordine sul gender. Anche l’Europa più liberal si prende una pausa”.
Giulio Meotti
Roma. “Mentre i repubblicani negli Stati Uniti intensificano i loro sforzi per legiferare contro i diritti dei transgender, trovano aiuto in un luogo improbabile: l’Europa occidentale, dove i governi e le autorità mediche di almeno cinque paesi che una volta hanno aperto la strada ai trattamenti del genere per i bambini e gli adolescenti stanno ora invertendo la rotta, sostenendo che la scienza alla base di questi trattamenti non è provata e che i loro benefici non sono chiari”. Così una lunga inchiesta del mensile liberal americano Atlantic. Si parla del cosiddetto “protocollo olandese”, che per almeno un decennio è stato l’approccio standard per il genere. “In Finlandia, Svezia, Francia, Norvegia e Regno Unito, scienziati e funzionari della sanità pubblica avvertono che, per alcuni giovani, questi interventi possono fare più male che bene”. In Finlandia, ad esempio, le nuove linee guida pubblicate sconsigliano l’uso di farmaci che bloccano la pubertà e altri interventi medici per gli adolescenti. La Svezia ha deciso che tali trattamenti dovrebbero essere forniti solo in circostanze eccezionali o in un contesto di ricerca. L’ospedale di Stoccolma Karolinska non prescriverà più ormoni bloccanti della pubertà ai minori di sedici anni. Questi trattamenti potrebbero avere “conseguenze negative irreversibili” (il Karolinska parla di rischi di infertilità, cancro, trombosi, malattie cardiovascolari). La decisione fa della Svezia il primo paese con un grande ospedale ad abbandonare il protocollo olandese di somministrazione di bloccanti della pubertà anche per i minori di otto anni. Inoltre, la Svezia è ora il primo paese ad abbandonare le linee guida della World Professional Association for Transgender Health. Angela Sämfjord, psichiatra infantile e adolescenziale al Sahlgrenska University Hospital, si è dimessa, per motivi di scienza e coscienza, dalla posizione che aveva nel trattamento medico dei bambini. “Come medico non ero pronta a correre il rischio di causare danni a questi pazienti. Ne ho tratto quindi le conseguenze e mi sono dimessa”. “Poco dopo, l’Accademia nazionale di Medicina in Francia ha raccomandato di evitare l’uso dei bloccanti della pubertà” racconta l’Atlantic. “Una commissione investigativa in Norvegia ha espresso preoccupazione per il trattamento. E all’unica clinica nazionale di genere per bambini del Regno Unito, la Tavistock, è stato ordinato di chiudere i battenti”. L’Europa si prende una pausa dunque sul gender. Alla fine di marzo, ad esempio, un servizio televisivo belga descriveva un aumento di 42 volte dei pazienti in una delle principali cliniche di genere a Gand e sollevava interrogativi sul giusto approccio. “Dubbi sul protocollo sono arrivati anche nel paese che lo ha inventato, al Center of Expertise on Gender Dysphoria di Amsterdam. Il giornalista Jan Kuitenbrouwer e il sociologo Peter Vasterman hanno pubblicato un articolo su un importante quotidiano, l’Nrc Handelsblad, che prendeva di mira il protocollo olandese e le sue basi scientifiche ‘traballanti’. Hanno sottolineato l’aumento del numero di bambini in cerca di cure, da 60 a 1.600 nei Paesi Bassi in una dozzina di anni”. Uno psicologo clinico dell’Università di Nijmegen, Chris Verhaak, sta attualmente conducendo uno studio finanziato dal governo per comprendere la fonte e la natura dell’aumento del numero di pazienti. “Mi preoccupo per questo”, ha detto al settimanale De Groene Amsterdammer. “Soprattutto perché sperimentiamo un’enorme pressione per fornire questi inibitori della pubertà il più rapidamente possibile”. Tutto questo sembra un “contrordine, compagni”: la scienza prima dell’ideologia.
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