Inghilterra, Diane Abbott tra ignoranza e antisemitismo
Commento di Andrea Zanardo
Jeremy Corbyn con Keir Starmer
Alle prossime elezioni in terra di Albione manca ancora un po'. I laburisti, guidati da Keir Starmer, sono in testa a tutti i sondaggi. Non si sa ancora se Jeremy Corbyn, -che sventolando la bandiera della Palestina aveva portato il Partito ai mimimi storici- correrà da indipendente: è stato sospeso. Ma la piccola corte dei miracoli che si era portato con sé alla guida del Partito che fu di Tony Blair, per affossarlo nelle urne, è ancora viva e vegeta e lotta assieme a lui.
Prendete per esempio Diane Abbott, che al lider maximo è davvero vicina, negli anni Settanta andavano in vacanza assieme, in motocicletta (in Germania Est, romanticoni...). Due settimane fa Tomiwa Owolade, un intellettuale di origine Afro -dettaglio non insignificante, vedi infra- aveva pubblicato un articolo a commento di un sondaggio sul razzismo in Inghilterra. Da questo sondaggio risultava che ebrei e Travellers (o Rom) sono le minoranze che hanno più frequente esperienza di razzismo nella vita quotidiana. Questo era davvero troppo per Diane Abbott, la prima parlamentare britannica di origine afro-caraibica. Ha quindi preso carta e penna per far sapere ai lettori dell'Observer, e a quel giovincello impudente di Owolade, che di razzismo si può parlare se e solo se le vittime sono nere.
Cari lettori, argomentava la compagna -di Jeremy, brevemente-, dovete sapere che a nessun ebreo è mai stato chiesto di sedersi in fondo all'autobus, come nell'America segregazionista. Quello di cui ebrei (e Rom) hanno esperienza sarà al massimo pregiudizio, simile a quello che prova un bimbetto dai capelli rossi quando i compagni di scuola lo chiamano pel di carota o simili. Regolamenti di conti tra persone dalla pelle bianca, suvvia. Il razzismo è una altra cosa. La Abbott non è la prima a sostenere che gli ebrei non sono mai vittime di razzismo e che solo le persone dalla pelle più scura ne soffrono. In Italia scempiaggini come "la potente lobby ebraica americana" vengono ammanite persino nelle scuole medie. Nelle Università americane la teoria ha preso il nome di "critical race theory". Da questa parte dell'Atlantico la vecchia guardia marxista ha colto la palla al balzo e riverniciato l'antisemitismo di marca staliniana spiegando che "dassi razzismo dove vi è colonialismo; gli ebrei sono privilegiati, inabitano uno Stato colonizzatore; pertanto gli ebrei non sono propriamente vittime di razzismo". Ripassate i fondamentali, compagni! ammonisce la rossovestita motociclista. Saran pure i fondamentali, ma una che ha studiato storia a Cambridge dovrebbe sapere che quando gli afroamericani venivano confinati in fondo agli autobus, gli ebrei in Europa venivano caricati sui carri bestiame. Comprensibile quindi la reazione inorridita dei suoi compagni di partito. Persino un (ex) Corbynista come Jon Lansman, antisionista amante delle camicie a fiori e fondatore della corrente laburista di estrema sinistra si è sentiito in dovere di twittare l'equivalente inglese di machecazzodicicompagna Immediatamenre la Abbot ha spedito sui social una spiegazione del suo, chiamiamolo così, pensiero, "Non volevo offendere nessuno, non so come mai, mi è partito il click, ho spedito la brutta copia -draft- della mia lettera, vi assicuro che la penso in maniera diversa, mi scuso con il pubblico". Si scusava con il pubblico certo, ma non con gli ebrei, il Corbynismo è come il Dalemismo, davanti agli ebrei non ci si scusa mai. Come davvero la Abbott la pensi, non si sa. La brutta copia, draft spedita all'Observer è priva di errori di battitura e di sintassi, come giusto aspettarsi da una che ha studiato a Cambridge (ma deve aver perso qualche lezione sulla Shoah).
Passano un paio di giorni e -tradimento!- dall'Observer fanno sapere che sì, loro avevano ricevuto una brutta copia delle lettera, un draft, appunto, con quelle precise parole. La hanno rispedita indietro, dal momento che era stata spedita dall'indirizzo email personale della Abbot e forse sarebbe stato meglio pubblicarla con accluso l'indirizzo da parlamentare. Passate tre ore la lettera è arrivata di nuovo, completa di indirizzo corretto, e con le stesse identiche parole, a riprova che la Abbott sapeva benissimo cosa scriveva a proposito di ebrei, razzismo, pregiudizio, capelli rossi e lentiggini. Tutto questo, una settimana fa. Da allora, la Abbott è silente, i suoi fan scatenati sui social si chiedono cosa aspetta a fare il grande salto e a lasciare il Partito tanto irriconoscente verso Jeremy Corbyn, qualcuno sciorina a statistiche per mostrare che gli ebrei sono troppo ricchi e troppo potenti e controllano i media e hanno affossato Jeremy Corbyn e non è antisemitismo affermarlo. La motocicletta c'è ancora ma non c'è più la Germania Est ad offrire alle coppiette un draft di socialismo realizzato. Ma dalla compagna Abbott nessun segnale. Da una settimana. Sarà alle prese con un'altra brutta copia?
Andrea Zanardo