Francia, la seconda morte di Samuel Paty Analisi da Le Figaro
Testata: Il Foglio Data: 01 maggio 2023 Pagina: 10 Autore: Titolo: «Francia, la seconda morte di Samuel Paty»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 01/05/2023, a pag. 10, l'articolo "Francia, la seconda morte di Samuel Paty".
Samuel Paty
Nessun monumento, nessun edificio, nessuna strada a Conflans-Sainte-Honorine è stata intitolata a Samuel Paty” scrive Paul Marion, presidente dell’associazione fondata per perpetuare la memoria di Samuel Paty. Marion, ex allievo del collège du Bois d’Aulne di Conflans-Sainte-Honorine, dove Paty lavorava come insegnante prima di essere decapitato dal terrorista islamico ceceno Abdoullakh Anzorov, ha fondato nel 2021 l’associazione Les Amis de Samuel Paty. “I responsabili politici e i funzionari del collège du Bois d’Aulne hanno rinunciato a difendere la memoria del professore assassinato per le stesse ragioni che li avevano spinti ad abbandonarlo prima della sua morte: non bisogna attirare troppo l’attenzione. Sono un ex allievo della scuola di Samuel Paty e abitante di Conflans, la mia associazione, Les Amis de Samuel Paty, milita dal 2021 affinché il collège du Bois d’Aulne venga intitolato a questo professore di storia e geografia, con l’appoggio della sua famiglia. L’omaggio mi sembra dovuto e allo stesso semplice da realizzare. Ma non avevo tenuto conto della pusillanimità dei responsabili che ho incontrato: preside, sindaco, presidente del dipartimento e provveditore agli studi di Versailles. Alcuni affermano che è prematuro ribattezzare l’edificio scolastico. E’ il discorso del provveditorato agli studi di Versailles. Si potrebbe anche capire come posizione. Si resta invece più increduli quando il provveditore agli studi si rifiuta di prendere posizione sul progetto di ribattezzare la scuola nel prossimo futuro. A sentire il suo capo di gabinetto, gli insegnanti non sono dell’idea di leggere il nome del loro ex collega ogni giorno sulla facciata dell’istituto. Bisogna capire: portare il nome di un professore decapitato sarebbe vissuto come qualcosa di ‘stigmatizzante’ per l’istituto, dice il braccio destro del provveditore agli studi. E la centralinista non concepisce l’idea di pronunciare la formula ‘collège Samuel Paty’ venti volte al giorno al telefono. Come se il nome del professore bruciasse le labbra. Alcuni invocano la paura, come il sindaco di Conflans-Sainte-Honorine, Laurent Brosse. Eppure il primo cittadino si era detto favorevole a cambiare il nome della scuola nei giorni successivi al dramma consumatosi nell’ottobre del 2020. All’epoca, l’iniziativa era stata opportunamente proposta da Pierre Bédier, presidente del dipartimento delle Yvelines. Oggi, né il sindaco né il presidente del consiglio dipartimentale osano rilanciare pubblicamente la questione. Colleghi, équipe pedagogiche, sindaco… Ognuno si compiace nel suo status di vittima, fino a dimenticare chi è il vero martire in tutto ciò: Samuel Paty. Eppure i suoi genitori esortano il sindaco a far ribattezzare la scuola. Ma chi ha veramente l’ultima parola su questa decisione? Il sindaco scarica la responsabilità sul dipartimento… che dice di orientarsi verso la preside… che a sua volta pensa che la decisione spetti al ministero dell’Istruzione. In una scuola in cui i muri sono gestiti dal dipartimento, i libri dalla regione, i professori dallo stato e la sicurezza dal sindaco, tutti decidono di tutto ma nessuno è responsabile di qualcosa. Perso nei meandri della burocrazia territoriale, ho scritto al ministro dell’Istruzione, Pap Ndiaye, e al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron. Questi ultimi hanno avuto la gentilezza di rispondermi ma non il coraggio di dire se, sì o no, questa scuola deve essere chiamata Collège Samuel Paty. Secondo loro, spetta alla preside questa decisione. La quale ritiene invece che tale decisione non la riguardi. Si torna punto e a capo. Nessuno sembra aver colto la posta in gioco in questo assassinio, che va oltre le mura di una scuola senza storia situata in un comune periferico. Tutt’altro che secondaria, questa storia mostra la scarsa determinazione dei responsabili locali a combattere l’islamismo. Se cambiare il nome di una scuola si rivela un’impresa così ardua, cosa dobbiamo aspettarci allora dalle misure ancor più impopolari che bisognerà prendere? L’argomento dell’impopolarità, tra l’altro, non regge. Fatta eccezione per qualche genitore restio, la stragrande maggioranza degli abitanti di Conflans-Sainte-Honorine è sbigottita e infastidita dal fatto che l’istituto non sia intitolato a Samuel Paty. Una petizione in questo senso ha già raccolto più di 100 mila firme. Dietro i discorsi sui ‘valori’, sempre sbandierati ma mai definiti, la morte di Samuel Paty ha pietrificato le volontà. L’ingranaggio descritto da Stéphane Simon nel libro ‘Les Derniers Jours de Samuel Paty’, si ripete dopo la sua morte su un tema inoffensivo quale è un omaggio. Tutti si defilano. E la somma di tante piccole rinunce produce un dramma immenso.
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