venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Repubblica Rassegna Stampa
01.05.2023 Taiwan: la Germania si prepara a fermare la Cina
Commento di Gianni Riotta

Testata: La Repubblica
Data: 01 maggio 2023
Pagina: 11
Autore: Gianni Riotta
Titolo: «Berlino teme l’incubo nucleare e si prepara a fermare la Cina»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/05/2023 a pag.11 con il titolo "Berlino teme l’incubo nucleare e si prepara a fermare la Cina", il commento di Gianni Riotta.

Immagine correlata
Gianni Riotta

La ministra degli Esteri tedesca:
La ministra degli Esteri Verde Annalena Baerbock

Davanti al Forum Willy Brandt, che celebra il cancelliere socialdemocratico capace, con l’ Ostpolitik , di schiudere il disgelo della Guerra Fredda, una consigliera della ministra degli Esteri Verde Annalena Baerbock sorride amara «Quando la Germania esporta parole, il mondo ascolta. Brand coniò “Ostpolitik”, il cancelliere Olaf Scholz, anche lui Spd, ha il copyright di “Zeitenwende”, la mandi a memoria». “Zeitenwende” Scholz ha vergato nella prima riga del manifesto lanciato dalla rivista Foreign Affairs a febbraio, e “Zeitenwende” è, per ilFinancial Times , «chiave della politica estera tedesca post Ucraina». “Zeitenwende”, severo ibrido di “Zeit”, Era, Tempo, e “Wende”, cambiamento, svolta, immalinconisce la diplomatica. «Amavamo il vocabolo “Wende”, rappresentava il mutamento democratico dopo il crollo del Muro a Berlino, invece suona caos imminente, per chi è nato dopo la Guerra Fredda». A margine di una missione, promossa dal Ministero degli Esteri tedesco con giornalisti da tutto il mondo per discutere dilotta alla disinformazione digitale, era inevitabile raccogliere umori e timori dell’establishment in Germania sulla crisi 2023. Un columnist della rete Deutsche Welle , dalla terrazza che domina la balzana Torre TV della vecchia Germania Est, sintetizza: «Troppi scambiano la cautela di Scholz per timidezza. Sbagliano, parla di Zeitenwende , perché cosciente che l’attacco di Putin ci obbliga a un’era terribile. Il cancelliere ha fermato il gasdotto Nord Stream 2, armato Zelensky con una lettura nuova della Costituzione, investito 100 miliardi nelle forze armate Bundeswehr . Alla vigilia del blitz a Kiev, non avrei previsto nessuno di questi cambi epocali». Il vento Zeitenwende sulla nazione scuote anche le conversazioni fra i parchi di Potsdam, al Sanssouci, dove riposa Federico il Grande, fra i suoi amati cani e le patate che i patrioti gli lasciano al posto di fiori. Una firma del quotidiano Maz, Märkische Allgemeine Zeitung , ragiona, «Siamo cresciuti sicuri che l’America garantisse la difesa militare in Europa e che il nostro miglior contributo a pace e stabilità dovesse essere lo sviluppo economico. Putin ci ha svegliato, ora contano da capo i carri armati. Imprenditori e politici guardano dunque con ansia al presidente Xi Jinping. Imiterà Putin con un colpo di mano a Taiwan? Minaccerà armi nucleari?». La domanda cade perfetta a Potsdam, dove, nel luglio del 1945, alla Conferenza per decidere i destini europei, con il premier britannico Churchill, poi sostituito dal laburista Attlee, e Stalin, il presidente americano Truman decise di usare la bomba atomica contro l’irriducibile Giappone. Avuto il dispaccio cifrato che lo assicurava del successo del test atomico Trinity, Truman informò il dittatore sovietico, «abbiamo un’arma di enormi capacità» e Stalin, messo in allerta dalle spie, «spero la usiate». A Potsdam fu concepita l’era nucleare, a Berlino, per tutta la Guerra Fredda, la si contenne fra disumane sofferenze: ora i ragazzi che sciamano fra bar multietnici e disco di Kreuzberg fronteggiano il dilemma di nonni e bisnonni, pace in armi o guerra aperta? La diplomazia tedesca lavora all’iconico G7 di Hiroshima, a maggio, dopo che l’apertura spericolata del presidente francese Macron a Xi Jinping ha ipotizzato il flirt di un’Unione Europea neutralista su Taiwan, a dispetto del presidente Biden. Al palazzo del Bundestag , frenetico di riunioni, una parlamentare della sinistra Spd riassume «Scholz dovrebbe vedere il premier cinese Li Qiang, il 20 giugno a Berlino, e di Cina discuteranno i ministri degli Esteri europei in maggio e il summit Ue di giugno. Una copia del documento riservato della nostra diplomazia sulla possibile guerra a Taiwan circola da novembre, Scholz dirà a Li che se Pechino imita Putin, il rischio di guerra nucleare sarà serio e va dunque raffreddato, subito ». «In Cina, la ministra Baerbock -ricorda la sua consigliera- ha parlato di orrore atomico, noi terremo duro su diritti e pace. La nostra industria ha bisogno del mercato cinese, Scholz insiste su «riduzione del rischio, non dei commerci», ma se i cinesi si illudono su una Germania indifferente, come sotto il cancelliere Schroeder, davanti alla possibile guerra sulle rotte da cui passa metà delle merci globali, duplicano l’errore di Putin». Un ambasciatore Usa, decano in Europa, conclude sornione: «Hai mai preso il vecchio ascensore senza porte detto Pater Noster, che non si ferma mai, verso il ristorante del Ministero degli Esteri, al 36 di Kurstrasse? Se esiti a saltar dentro lo perdi, per scendere hai un attimo o resti bloccato fino al piano di sotto, usavano così nella Germania comunista. Con Scholz, la diplomazia tedesca è salita di getto contro Putin sul Pater Noster occidentale e non romperà il fronte delle democrazie neppure in caso di raid su Taiwan. I cinesi lo sanno bene».

Per inviare a Repubblica la propria opinione, telefonare; 06/49821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


rubrica.lettere@repubblica.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT