L’Onu si rifiuta di riconoscere come vittime del terrorismo due persone morte quest’anno in attentati palestinesi
Il commento di Israele.net
Le Nazioni Unite hanno recentemente rifiutato di includere nell’elenco delle vittime del terrorismo i nomi di Irina Korolova e del sergente maggiore Asil Sawaed, entrambi uccisi in due diversi attacchi terroristici. Korolova, una lavoratrice straniera ucraina di 60 anni, è stata assassinata in un attentato con armi da fuoco davanti a una sinagoga di Gerusalemme lo scorso 27 gennaio, ma non sarà riconosciuta dalle Nazioni Unite. Sette furono le persone uccise in quella strage terroristica, ma nei registri dell’Onu sono censiti solo sei nomi. Secondo la definizione dell’Onu, l’attentato è avvenuto “nel territorio palestinese occupato” (in realtà, nella parte di Gerusalemme che era stata occupata e ripulita da ogni presenza ebraica dagli aggressori giordani nel 1948). Pertanto le vittime sono classificate con l’etichetta “coloni ebrei” (come se il luogo in cui vive un ebreo ne giustifichi in qualche modo l’assassinio). Siccome Irina Korolova non era ebrea né cittadina israeliana, non può essere definita “colona” e dunque scompare completamente dall’elenco delle vittime del terrorismo palestinese. Il sergente maggiore Sawaed della polizia di frontiera israeliana, 22 enne originario del villaggio arabo beduino di Hussniyya, venne ferito a pugnalate alla testa e al collo da un terrorista minorenne palestinese durante un normale controllo di sicurezza a bordo di un autobus lo scorso 13 febbraio all’ingresso di Shuafat, nella parte est di Gerusalemme. Una guardia di sicurezza fece fuoco verso l’attentatore (che rimase illeso), ma colpì per errore Sawaed che non sopravvisse alle ferite riportate sia dall’accoltellamento che dallo sparo. Anche lui non sarà riconosciuto dalle Nazioni Unite come vittima del terrorismo perché ritenuto ucciso da “fuoco amico”. Non è la prima volta che Nazioni Unite distorcono i dati riguardanti l’assassinio di cittadini israeliani in attacchi terroristici. Ad esempio, l’anno scorso non vene inclusa Shulamit Rachel Ovadia, un 84enne uccisa a sprangate a Holon da un 28enne palestinese nel corso di un’aggressione (senza furti) la cui matrice terroristica venne confermata dalla polizia, dai servizi di sicurezza e dall’Istituto di Previdenza Nazionale israeliano. Ma l’Onu ha preferito prendere per buona la versione dei palestinesi che negano la natura terroristica del delitto. Queste discriminazioni vengono effettuate dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli affari umanitari (OCHA), che monitora le crisi internazionali in tutto il mondo e pubblica un rapporto bisettimanale con i nomi delle persone uccise o ferite in attacchi terroristici, sia israeliani che palestinesi. Da notare che mentre accade che degli israeliani vengano cancellati, nei rapporti dell’Onu compaiono regolarmente fra le vittime i nomi di terroristi che si sono scontrati armi in pugno con le Forze di Difesa israeliane.
(Da: Ynetnews, israele.net, 21.4.23)