I combattenti della Brigata ebraica L'intervento di Noemi Di Segni
Testata: La Repubblica Data: 25 aprile 2023 Pagina: 22 Autore: Noemi Di Segni Titolo: «Un 25 Aprile senza amnesie»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 24/04/2023, a pag. 22, con il titolo "Un 25 Aprile senza amnesie" l'analisi della presidente UCEI Noemi Di Segni.
Noemi Di Segni
Celebriamo un nuovo appuntamento con il 25 Aprile, Festa della Liberazione conquistata con sacrificio, dopo anni di devastazione del territorio e delle libertà fondamentali, da parte degli invasori e degli invasati. Valori che hanno unito l’Italia allora e che la uniscono oggi, da ravvivare e da tramandare, che siamo tutti indistintamente chiamati a difendere con la massima consapevolezza e responsabilità. Così come è giorno di festa, è giorno anche di bilancio e di responsabilità concreta: saper tacere certe aberrazioni e ricostruzioni banalizzando o legittimando nuovamente quelle ideologie suprematiste e saper dire esplicitamente, riconoscendo il concorso di colpe italiane per la guerra, le deportazioni, i processi mai celebrati, i fascisti mai scomparsi. Agire concretamente affinché nulla del passato possa risorgere e ripresentarsi come consuetudine fatta poi norma nella nostra realtà istituzionale, italiana ed europea. Il solenne ricordo della Liberazione e le libertà che spensieratamente riempiono le nostre vite quotidiane non possono affermarsi se si accettano come pari le manifestazioni di apologia del fascismo, di nostalgia e rievocazione di un regime che ha avvelenato l’Italia per un intero ventennio, con inni, cori e cortei che si fanno spazio e si presentano essi stessi come libertà ogni giorno sempre di più. Il 25 Aprile è quindi la festa identitaria dell’Italia, un appuntamento con la Storia, che invito a celebrare con senso di unicità, per formare coscienze, educare i giovani. Dico unicità perché questa giornata riguarda unicamente la Liberazione dal nazifascismo, a ribadire un grazie profondo a chi ha combattuto per la liberazione del nostro Paese – i partigiani italiani, gli Alleati e a fianco a loro la Brigata Ebraica. Tutte le altre liberazioni o pretese di liberazione (vere o travisate) vanno celebrate o affrontate in altri giorni e altre sedi. Per chi dimentica o non sa quale fu il contributo dell’ebraismo italiano - perseguitato, deportato e sterminato dai nazifascisti come abbiamo ricordato inoccasione del 27 gennaio al Quirinale, del 23 marzo alle Fosse Ardeatine, del 18 aprile ad Auschwitz nella marcia della vita - nonostante tutto eravamo lì, in prima linea, in molte azioni decisive della Resistenza, combattendo ancora una volta per l’indipendenza e la liberazione dell’Italia. Assieme ai nostri partigiani gli eroici volontari della Brigata Ebraica, accorsi da altri Paesi e dalla terra di Israele (allora Palestina sotto mandato britannico) che si distinsero in molte prove di coraggio sacrificando anche la loro vita, contribuendo poi a risollevare le nostre comunità dalle macerie e dalla disperazione. Non avevano neanche vent’anni e, là oltre il ponte che è in mano nemica, vedevan l’altra riva, la vita. Quella nostra di oggi. Le loro stelle di Davide accanto alle croci nei cimiteri militari. Questo dobbiamo ricordare. Questo dovete sapere voi che rappresentate le istituzioni italiane, voi che dormite tranquilli avvolti nelle calde coperte sull’altra riva della vita e delle libertà. La Band iera della Brigata Ebraica, con le strisce blu e la stella di Davide gialla la alzeremo nelle sfilate a fianco a quella italiana, nelle cerimonie a cui parteciperemo in tutte le città e sedi di comunità ebraiche in Italia, con orgoglio e con la determinazione di proseguire nel nostro impegno per il consolidamento dei valori costituzionali, per una limpida memoria che difenda da ogni abuso, antisemitismo e odio di ogni genere. Questo giorno di festa italiana coincide quest’anno con la giornata dedicata in Israele al ricordo dei caduti nelle guerre e a tutte le vittime del terrorismo che inizia con una lunga e straziante sirena che ulula mentre osserviamo un minuto di silenzio. Al termine della giornata, il 25 sera (5 Iyar nel calendario ebraico), si avvieranno le celebrazioni del 75° anno dell’Indipendenza dello Stato ebraico. Prima ci si dedica alla sacralità del ricordo, onorando chi si è sacrificato e chi è stato vittima dell’odio religioso, nei decenni e ancora appena l’altroieri, poi si festeggiano libertà e indipendenza.
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